2022-01-24
Le luci dei riflettori uccidono la sessualità
Una scena di «And just like that», revival di «Sex and the city» (Ansa)
Questa dimensione sublime e magnifica della vita è stata distrutta da psicologi ed esperti. Privata del suo scopo (i figli) e di ogni sacralità, studiata al microscopio o messa in mostra in orrendi show tv, è divenuta un’ossessiva attività usa e getta da bulimici.Tra le opere meno note di George Orwell c’è il saggio The art of Donald McGill, «L’arte di Donald McGill», mai tradotto in italiano. Donald McGill è stato uno dei maggiori disegnatori della sua epoca di cartoline comiche sconce: si vendevano a un penny presso tutte le tabaccherie e le edicole. Se digitate il suo nome su Google immagini arrivate alle vignette. Il testo di Orwell spiega quindi la dignità della barzelletta sconcia, del doppio senso greve, in cui lui intuiva il diritto all’umorismo di Sancho Panza, che è giusto contrasti la nobile follia di Don Chisciotte. Sancho Panza però non deve occupare tutta la scena. Non deve occuparne nemmeno metà. Deve essere la spalla. Il suo umorismo greve, le barzellette di caserma, la curiosità pruriginosa per un sesso desacralizzato e sterile devono occupare il 5% della scena, eccezionalmente il 10. Se ne occupano una parte maggiore, la società ne sarà annientata.«Tutte le società, come prezzo per la sopravvivenza, devono esigere un alto livello di moralità sessuale», conclude Orwell. Nessuna società, nessuna civiltà, è in grado di sopravvivere alla promiscuità sessuale. La promiscuità sessuale è detta anche libertà sessuale. Libertà è una bella parola. Può essere una bella trappola. Libertà di cosa? Libertà da cosa? Dai tabù, dai pregiudizi, dal giudizio? Ha scritto Chesterton: se ti trovi di fronte una palizzata, prima di demolirla, chiediti perché è stata costruita. Potrebbe essere stata costruita per motivi che non esistono più, e in questo caso potrebbe essere ragionevole demolirla. Oppure potrebbe essere stata costruita perché sull’esistenza di quella palizzata posa l’intera sopravvivenza di una civiltà. La promiscuità sessuale, la libertà dalla responsabilità, è un inno alla irresponsabilità. Il sesso non è un giocattolo. Gli organi sessuali sono chiamati anche organi riproduttivi. La riproduzione non è un incidente, è lo scopo biologico. Vorrei sottolineare questa frase. Nella mia vita ho spesso posseduto cani, anzi cagnoline. Quando le mie cagnoline erano in calore, i cani maschi del circondario scavalcavano siepi, scavavano tunnel, hanno anche cercato di scendere dal camino come Babbo Natale per venire a presentare i loro omaggi. La nascita della vita dopo l’atto sessuale non è un’opzione. Quando la cagnolina non è in calore, l’interesse dei maschi crolla a zero. Esiste una sessualità sacra e sublime che è quella che accetta la responsabilità di essere coartefice della creazione insieme a Dio.La sessualità può essere il più grande piacere che la mente umana possa provare. Un piacere sacro che deve essere protetto dallo sguardo altrui e che deve avere la potenzialità spirituale di vincere la morte. Quando da un uomo e una donna nasce un figlio, la loro essenza di esseri mortali viene trascesa. Quell’uomo e quella donna stanno generando una discendenza che traverserà i millenni. Tutto questo è stato distrutto dall’azione sterile e squallida di chi ha desacralizzato la sessualità. Sancho Panza ha occupato tutta la scena con le sue stucchevoli cartoline. Roberto Marchesini nel suo imperdibile libro Le vie della psicologia spiega come i padri fondatori di questa dubbia scienza altri non fossero che deviati con tragiche frustrazioni, assolutamente incapaci di sessualità sacra, con l’unica capacità di ammantare la propria pochezza di una terminologia gelida spacciabile per scienza alle anime semplici. Sancho Panza ha occupato tutto lo spazio. Il mondo si è popolato di onanisti con la bava alla bocca, matrone vogliose e sempre insoddisfatte. Si è perso Don Chisciotte, e quindi non abbiamo più leader. I grandi sentimenti che vincono sempre grazie a sangue, sudore e lacrime, e l’eroismo, sono stati annientati. Il declino della civiltà è cominciato qui. In effetti dobbiamo riconoscere che da decenni continuiamo a marciare verso l’imbecillità collettiva. Il rimbecillimento dei programmi scolastici, passati dall’insegnare l’uso della matita a insegnare l’uso del condom, e dei programmi televisivi è indubbio. Ne parla Anthony Esolen nel testo Sex and the unreal city. La demolizione del pensiero occidentale. Il titolo fa riferimento a un telefilm, Sex and the city, dove quattro sciamannate con vestiti orrendi e scarpe scomode vanno a letto con chi capita in una New York fasulla e triste come il Mondo delle meraviglie. Vale per la sessualità vuota la stessa cosa che vale per il mangiare e vomitare di coloro che praticano la bulimia. Si tratta di una compulsione basata su scariche di dopamina da cui si diventa dipendenti. La sessualità sacra è magnifica e splendida ed è stata distrutta da psicologi e sessuologi. Non può vivere sotto i riflettori. Nel momento in cui è stata tolta dalla sua regale riservatezza e messa sotto le luci gelide dei microscopi è morta. L’adulterio vìola la sacralità della sessualità e San Paolo lo condanna: gli adulteri, insieme a un’altra categoria su cui torneremo, non entreranno nel regno dei Cieli. Se ci credete. Se non ci credete, rischiate di girare in una città irreale, caricaturale, a fare sesso scadente con chi capita e a mangiare cibo spazzatura pescato direttamente dai cartoni, in una città sempre più scema e con una classe politica sempre più ridicola. Chi ama veramente il cibo, chi lo considera un dono, chi conosce la cucina e l’alta cucina, non mangia e vomita. Chi fa sesso scadente usa e getta ne diventa dipendente, ne diventa ossessionato. Per evitare di morire di noia deve ricorrere a 50 sfumature di sadomaso. Nel suo drammatico testo, Esolen pone l’accento su un punto ovvio. La sessualità ha come scopo la riproduzione. La sessualità usa e getta ha come scopo il piacere, peccato che gli organi sessuali siano riproduttivi. Prima o poi comparirà una gravidanza. Chiunque pensi che tutte le gravidanze indesiderate possano essere evitate, è un sublime ingenuo. Di conseguenza la cosiddetta libertà sessuale non può che avere come corollario la libertà di aborto, sempre più presentata come una bella festa. Una creatura umana è smembrata da viva e senza anestesia nel ventre di sua madre a spese dell’erario pubblico. Nei luoghi dove la barbarie è permessa in qualsiasi fase della gravidanza, capita che qualcuno sopravviva. In alcuni stati degli Stati Uniti esistono leggi perché questi bimbi, una volta nati vivi e vitali, non debbano essere soccorsi e siano lasciati morire. Davvero qualcuno pensa che una city con queste leggi possa sopravvivere?Altro libro ancora più importante ed esaustivo è La rivoluzione sessuale americana di Pitirim Sorokin. L’autore ha vissuto per cinque anni la realtà terrificante del gulag. Nel 1918 fui condannato a morte, scrive, e per sei settimane attesi ogni giorno di essere giustiziato, benché assistevo all’esecuzione di amici e compagni di prigionia. Nei successivi quattro anni ho potuto osservare fino al limite della sopportazione odori infiniti di umana bestialità, molte distruzioni. Ho imparato tre cose. La vita, anche la vita più dura, è il bene più prezioso e miracoloso. Il compimento del proprio dovere è un’altra cosa stupenda, rende felice la vita. La terza è che la crudeltà e l’ingiustizia non potranno mai portare a una rinascita psicologica morale o materiale.Coloro che credono che la libertà possa nascere dall’aborto e che la sessualità possa vivere e creare al di fuori del senso del dovere e dove il senso del peccato sia abolito stanno in realtà creando un gulag.