2023-03-28
La nave di Banksy ferma 20 giorni. La Procura non esclude l’inchiesta
La nave Louise Michel a Lampedusa (Ansa)
La Louise Michel, l’imbarcazione finanziata dal graffitaro, colpita da un provvedimento amministrativo. I pm attendono l’informativa della Guardia costiera. Poi possono aprire un fascicolo per ostacolo dei soccorsi.Non si blocca il flusso di migranti verso Roccella Jonica: 650 arrivi solo lunedì notte. Sono ripresi anche gli sbarchi in Sardegna. Va avanti l’alleggerimento di Lampedusa.Lo speciale contiene due articoli.Alla Louise Michel, ex imbarcazione della Marina francese finanziata dal graffitaro Banksy, è stato notificato il verbale di accertamento con il quale la Guardia costiera contesta alla Ong di aver violato le norme del Decreto immigrazione e di aver ostacolato il soccorso dei 180 passeggeri ritardando lo sbarco. Il fermo amministrativo, della durata di 20 giorni, si sviluppa su cinque pagine dattiloscritte, ed è scattato per tre precise ragioni: la nave ha effettuato salvataggi operati autonomamente in area Sar libica e maltese, non ha rispettato le indicazioni delle autorità italiane e ha caricato a bordo numero di persone eccessivo rispetto ai 60 posti per i quali è stata omologata. In particolare, la terza presunta violazione, fa riferimento all’ultima delle operazioni in mare, nella notte tra il 24 e il 25 marzo, durante la quale c’è stata una collaborazione tra la Guardia costiera italiana e l’equipaggio della nave Ong. Tra i naufraghi c’erano un adulto e un bambino in stato di incoscienza che «necessitavano di cure immediate per sindrome da annegamento». «Gli stessi», annota la Guardia costiera, «venivano trasbordati sulla motovedetta militare assieme al medico di bordo della Louise Michel e portati a Lampedusa». Inoltre, «mentre la nave procedeva verso nord, le stesse autorità italiane», è scritto nel verbale, avrebbero «chiesto alla Louise Michel di dirigersi rapidamente a Lampedusa a causa dei rischi dovuti al sovraffollamento a bordo». Con la sua condotta, quindi, la Louis Michel avrebbe «rallentato il raggiungimento di un porto di sbarco per i migranti salvati durante il primo intervento [...] inducendo così a ridisegnare la decisione in modo da far convergere l’arrivo della Ong, per motivi di sicurezza e di urgenza, nel porto di Lampedusa». La Banksy boat si trova quindi in stato di «fermo amministrativo», spiegano dalla Guardia costiera. «Abbiamo ricevuto un ordine di detenzione ufficiale domenica pomeriggio», spiegano gli attivisti della Ong, «e stiamo valutando i prossimi passi contro questo ordine». In Procura per ora si sono limitati a raccogliere una rassegna stampa, in attesa che dalla Guardia costiera depositino le informative in cui, in modo particolare, viene ricostruita la contestazione che riguarda l’ostacolo delle operazioni di soccorso. «Al momento», spiega a La Verità il capo della Procura di Agrigento, Salvatore Vella, «si tratta di un procedimento amministrativo. Aspettiamo la documentazione e, se dovessero emergere questioni di rilievo penale o ipotesi di reato, ce ne occuperemo». Mentre dalla Ong, sprezzanti del provvedimento di fermo, alzano il tiro: «Siamo a conoscenza di decine di imbarcazioni in difficoltà proprio davanti all’isola in questo momento, eppure ci viene impedito di prestare assistenza. È inaccettabile! Le autorità europee sono perfettamente consapevoli delle persone in difficoltà nella loro zona Sar, tuttavia impediscono alla Louise Michel di lasciare il porto e di prestare assistenza». Non solo. Morana Milijanovic, capomissione della Louise Michel, fornisce una versione totalmente in contrasto con quella fornita dalla Guardia costiera: «Dopo il primo salvataggio non abbiamo ricevuto subito l’indicazione di un porto sicuro, che è arrivata solo dopo qualche ora. Nel frattempo siamo stati impegnati in una seconda operazione, quindi ci siamo diretti a Trapani, come ci era stato ordinato. Ma lungo la rotta abbiamo sentito il mayday lanciato da un aereo di Frontex e abbiamo risposto, come le leggi internazionali prevedono». Ma c’erano, come ricostruito dalla Guardia costiera, delle motovedette già in arrivo nel luogo segnalato. «Noi», replica Milijanovic, «non abbiamo visto nessuno, né le autorità italiane ce lo hanno comunicato. Invece abbiamo sentito chiaramente che ai pescatori tunisini che segnalavano barche in difficoltà veniva detto di aspettare, perché le motovedette erano tutte impegnate. C’erano molte imbarcazioni che chiedevano aiuto contemporaneamente e la Guardia costiera non era in condizioni di rispondere subito a tutti». La timoniera della Louise Michel, Pia Klemp, una biologa marina tedesca trentacinquenne che era stata indagata nell’inchiesta sulla Iuventa (ha fatto parte anche dell’equipaggio della Sea Watch), ha dato subito forza ai motori. Ed è a lei, considerata responsabile della manovra, che è stato notificato il fermo amministrativo. Anitta Hipper, portavoce della Commissione europea, nel frattempo ha fatto sapere di essere «in contatto con le autorità italiane. Ma», ha spiegato, «dobbiamo ancora vedere esattamente quali sono le condizioni specifiche sullo stato di fermo». I Radicali sono subito scesi in campo: «Offriamo un’alternativa concreta per contrastare quella che vuole essere l’orbanizzazione dell’Italia». Mentre dalla Ong Mediterranea di Luca Casarini mandano un messaggio al presidente Sergio Mattarella nel quale si chiede a Giorgia Meloni di «fermare la guerra alle Ong e di cooperare per salvare in mare più vite possibili, anche spingendo la latitante Unione europea a mettere in campo una missione coordinata di soccorso in vista di una estate che si preannuncia terribile». Con le Organizzazioni non governative che già si sfregano le mani.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/louise-michel-ong-sequestro-2659661938.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="londata-investe-le-coste-calabresi" data-post-id="2659661938" data-published-at="1679948829" data-use-pagination="False"> L’ondata investe le coste calabresi Se a Lampedusa la giornata ventosa sembra aver concesso una tregua, che permette così alla Prefettura di Agrigento di portare avanti il piano di alleggerimento dell’hotspot che l’altro giorno era arrivato a contenere oltre 2.400 ospiti, non si ferma il flusso verso la costa calabrese. Lunedì notte con un peschereccio di 30 metri partito dalla Libia e sfuggito a ogni controllo sono approdati in 650 nel porto di Roccella Jonica. Sono tutti uomini e provengono da Siria, Pakistan, Egitto e Bangladesh. Hanno viaggiato per cinque giorni prima di entrare in porto. Il peschereccio ha completato la sua navigazione andando a sbattere contro un’altra imbarcazione utilizzata per un precedente approdo. I migranti sono stati sistemati al momento su una delle aree del porto attigue alla piccola tensostruttura, che dopo gli ultimi sbarchi è già piena. L’ulteriore struttura, che era stata promessa dall’ex ministro Luciana Lamorgese, non è mai stata ultimata. E, così, Roccella è andata di nuovo in affanno. Negli ultimi cinque giorni nel piccolo porto turistico sono giunte in totale 1.500 persone. Il governatore calabrese Roberto Occhiuto alla Verità qualche settimana fa aveva spiegato che anche il Cara di Isola Capo Rizzuto (che può contenere circa 650 ospiti) ha bisogno di essere alleggerito. E ora bisognerà rimediare all’incuria con la quale è stata gestita l’accoglienza dal precedente governo. Nei Centri d’accoglienza calabresi ci sono già 2.554 migranti. Altri 2.988 sono ospitati dalla rete Sai, il Sistema di accoglienza e integrazione che ospita richiedenti asilo, rifugiati e titolari di protezione umanitaria. Forse anche per questa ragione il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha cambiato idea sullo sbarco a Reggio Calabria della nave militare Diciotti, impegnata ad alleggerire l’hotspot di Lampedusa, che trasportava 600 passeggeri e che ora dividerà il carico tra Augusta e Catania. I sindaci sono già in allarme. E non solo in Calabria. «Se gli sbarchi dei migranti continueranno con questo trend, il sistema dell’accoglienza non reggerà. Per far fronte all’emergenza servono almeno 600 milioni di euro in più. E se le cose dovessero peggiorare, si farà presto a superare il miliardo di euro». Ad affermarlo è il delegato dell’Anci all’Immigrazione Matteo Biffoni, sindaco di Prato. «Se per l’accoglienza di ogni migrante adulto servono dai 50 ai 60 euro a testa al giorno e gli sbarchi continuano con questo trend, si fa presto ad arrivare al miliardo», ha detto Biffoni in un’intervista al Quotidiano nazionale, aggiungendo: «Si tenga conto che per l’accoglienza di persone con patologie, malati psichiatrici o minori non accompagnati il costo sale fino a 100 euro al giorno. Fra inizio gennaio e il 20 marzo sono arrivati in Italia 20.000 migranti. Se si continua di questo passo, a fine anno conteremo 200.000 migranti da prendere in carico». Siamo infatti già a quota 26.927. E solo negli ultimi cinque giorni il numero degli sbarcati è arrivato a 6.564. Sono ripresi anche gli sbarchi in Sardegna. Nel Sulcis sono approdati in 14, tutti provenienti dall’Algeria. Uno degli sbarcati era già stato in Italia ed era stato condannato a 2 anni e 9 mesi di carcere in via definitiva per detenzione e spaccio di droga. Ha tentato lo stesso di tornare ma, appena sbarcato, al momento dell’identificazione gli è stata notificata la sentenza di condanna ed è stato arrestato. Per le prossime ore è invece previsto lo sbarco della Life Support, diretta a Ortona (Chieti) con 161 passeggeri. La Ocean Viking di Sos Mediterranée, dopo essere stata allontanata dalle acque Sar libiche da una motovedetta della Guardia costiera di Tripoli, attende ancora al largo di Tunisi qualche barchino da agganciare.