2020-03-23
L’ospedale dall’Italia al Lussembrugo. Il premier Bettel smentisce la Difesa
Lo Stato Maggiore nega il trasferimento di attrezzature mediche al Granducato. Il primo ministro però celebra l'importanza dell'opera da ben 200 posti letto. E li mette subito a disposizione della... Francia.L'ospedale tascabile arrivato dall'Italia prende forma davanti al Centre hospitalier du Luxembourg. Le squadre di addetti lavorano alacremente con le mascherine e i guanti, lo scheletro in metallo è quasi allestito. Presto verranno installati i 200 letti (100 di terapia intensiva) e i 100 respiratori. A testimoniare la realizzazione di un'opera definita di prevenzione (visto che i decessi da coronavirus nel principato sono finora 10) è il primo ministro Xavier Bettel, che spiega personalmente dal cantiere l'importanza del manufatto, i cui elementi sono stati trasportati dalla compagnia di nolo Cargolux dall'aeroporto di Bari. «Per noi è un supporto importante per aumentare le nostre capacità di prevenzione».È tutto documentato da un video sul sito del Luxemburger Wort (La Voce del Lussemburgo) che dedica alla storia un lungo articolo, nel quale si sottolinea come l'ospedale da campo che verrà pronto in settimana è stato trasferito dalla sede di Taranto della Nspa (l'agenzia di approvvigionamenti della Nato) e sarà completato con la collaborazione dei militari dell'agenzia della base di Capellen, a 12 chilometri dalla capitale lussemburghese. Così, mentre la Germania fermava le mascherine acquistate regolarmente dall'Italia e altri Paesi si premunivano di blindare le loro strutture sanitarie mobili diventate strategiche, l'Italia epicentro mondiale della pandemia assisteva inerte allo scippo degli elementi essenziali per realizzare l'ospedale, volati via in 56 container con tre voli cargo. Nulla da eccepire dal ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, che risponderà all'interrogazione urgente inoltrata dal parlamentare della Lega, Daniele Belotti. Lo Stato Maggiore della Difesa invece precisa con una nota che «la richiesta alla Nato è arrivata dal governo lussemburghese. Infatti il Soc (Southern operational center), con sede a Taranto, fa parte del Nato support agency (Nspa), agenzia di supporto e approvvigionamento logistico della Nato. Inoltre la richiesta si è limitata ad assetti logistici e non ha riguardato alcun tipo di equipaggiamento medico-sanitario. Nella fattispecie la Nato ha voluto concedere al Lussemburgo il seguente materiale logistico: tende di varie dimensioni; gruppi elettrogeni; bagni e docce campali. Pertanto non si tratta di apparecchiature sanitarie (tipo ventilatori polmonari), bensì solo di strutture logistiche».In sostanza lo Stato Maggiore conferma il trasferimento in Lussemburgo delle attrezzature Nato e smentisce che nel pacco dono ci siano apparecchiature sanitarie. Prendiamo atto, anche se la ditta Arthur Walter Transports incaricata del trasferimento dei materiali dall'aeroporto Findel con 80 veicoli scrive sulla sua pagina Facebook: «I nostri autisti trasportano container pieni di materiale medico destinato a realizzare l'ospedale mobile». Lo Stato Maggiore parla di docce e bagni chimici; la versione fa letteralmente a pugni con quella del primo ministro Bettel, del governo e dei media lussemburghesi che citano espressamente un ospedale da campo e mostrano con orgoglio al mondo mentre lo stanno costruendo. La differenza non è di poco conto perché un ospedale tascabile servirebbe come oro per salvare vite in Italia, mentre la tv inquadra pazienti ammassati nelle sale d'attesa e nei corridoi di ogni struttura accettabile, dalle case di cura alle residenze per anziani. L'importanza del presidio è confermata dalla corsa contro il tempo per realizzare l'ospedale degli alpini a Bergamo, per allestire quello americano a Cremona, per varare quello al San Raffaele grazie alle donazioni Web, e per far partire l'astronave della salvezza da 500 letti alla vecchia fiera di Milano. Perché quell'ospedale è finito in Lussemburgo? Se lo domanda non senza stupore anche il giornale Le Quotidién («Arriva dall'Italia, un Paese in cui il Covid-19 è debordante») e lo chiede direttamente al premier Bettel, il quale risponde in maniera disarmante. «Abbiamo fatto domanda alla Nspa che ci ha informato che quel materiale era disponibile. E io sono stato contento di potervi ricorrere». La dichiarazione innesca due domande scontate. Perché il governo italiano - un Paese che fa parte della Nato si presume con un peso specifico superiore a quello del Lussemburgo e in presenza di una crisi sanitaria non paragonabile - non ha fatto la stessa domanda? E se l'ha fatta, perché la struttura è stata inviata nelle retrovie del contagio e non in trincea?Si rimane appesi alle domande mentre il commissario straordinario, Domenico Arcuri, annuncia con soddisfazione di avere emesso un'ordinanza per requisire un farmaco essenziale nell'assistenza ai malati di coronavirus che stava per essere esportato all'estero. Spiega così la decisione: «La profondità e le dimensioni dell'emergenza richiedono l'utilizzo della totalità delle opzioni disponibili nell'interesse dei pazienti». Nello stesso interesse sarebbe stato molto utile anche l'ospedale tascabile finito oltre le Alpi. Ieri il governo lussemburghese ha comunicato che «è ben lontano da ogni ipotesi di saturazione dei posti letto ed è disponibile ad aiutare la Francia». La Francia. I cadeaux italiani servono sempre a qualcosa.
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Ansa
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