2025-05-05
Cara Roiati, venditrice di pane (e pure di storie)
Cara Lorenza Roiati, cara panettiera del 25 aprile, eroica partigiana del gruppo Michetta&Libertà, le scrivo questa cartolina per esprimerle la mia solidarietà dopo i vili attacchi fascisti che ha subito, ma soprattutto per chiederle qualche consiglio di marketing. Trovo infatti che lei sia stata geniale: ha trasformato un panificio di provincia in una meta di pellegrinaggio, Ascoli Piceno nella nuova Ventotene, la coda in negozio in un atto di Resistenza. Stamattina, mi sono svegliato e ho trovato la baguette. O bella ciao. Adesso la gente fa la fila per omaggiarla, ci sono mobilitazioni, interrogazioni, dibattiti parlamentari. Lei non è solo brava a vendere pane: lei è brava a vendere storie. E per questo dovrebbero darle un premio: il Ferragnez d’oro. A forma di pagnotta. O anche di pandoro, se preferisce.Lei, infatti, è la Chiara Ferragni del pancarré. L’influencer del forno. Ha esposto l’ormai famoso striscione («25 aprile: buono come il pane, bello come l’antifascismo») e s’è messa ad aspettare. Prima la polizia di Stato le ha chiesto informazioni (ma come si permettono?). Poi i vigili le hanno chiesto (udite udite) niente meno che le generalità. E questo è subito diventato «un atto di intimidazione», una chiara aggressione fascista. Non è forse geniale? Nel Paese del green pass, nel Paese in cui ci vuole il codice fiscale pure per soffiarsi il naso, e lo Spid per vedere che tempo fa, diventa fascista un vigile urbano che chiede le generalità. Solo un mago del marketing, o una maestra dell’impasto, poteva riuscire in quest’operazione. Perciò le scrivo e le chiedo aiuto: ho un amico che vuol lanciare la salumeria antifascista. Potrebbe dargli una mano?Della sua bravura non si può dubitare: fino a oggi le uniche ascolane famose erano le olive. Ora ci sono pure le panettiere. Però ho una preoccupazione: dall’aria che tira (cit. Parenzo), infatti, si capisce che la vogliono tentare con la politica: di persone come lei la sinistra ha bisogno, è il caso di dirlo, come il pane. E, si sa, come eroina antifascista, una panettiera che sforna filoni funziona meglio di una Salis che occupa le case. Conoscendoli, per altro, avranno già pronti gli slogan per lei: più farina, meno Farinacci. Oppure lotta dura, grissini senza paura. Ma, se le posso dare un consiglio, non ceda. Anzi, faccia resistenza, che poi è una sua specialità.Si capisce: il suo curriculum antifascista è ineccepibile: marchigiana di Ascoli, ovviamente nonno partigiano e zio pure, che a Natale «facevano a gara per chi aveva più decorazioni», diploma al liceo scientifico, poi laurea triennale in chimica alla Sapienza. Durante la magistrale è stata folgorata sulla via del pane: stava studiando materiali, ha scelto la mollica. Dopo la gavetta, ha aperto il forno nel palazzo di famiglia, ovviamente «sostenuta dal nonno partigiano». E ovviamente «premiata dal Gambero rosso«. Legge il manifesto, si sente vicina a Fratoianni e si dissocia dai «commercianti capitalisti». Nel 2019 espose uno striscione con «Fischia il vento», ma non riuscì a sollevare la polemica. Adesso, invece, la lievitazione è stata perfetta. E perciò le scrivo questa cartolina, per darle un consiglio: eviti la politica e si butti sul marketing. Nessuno come lei sa sfornare antifascismo cotto al punto giusto. E l’antifascismo di questi tempi, si sa, si vende come il pane.
Ecco #DimmiLaVerità del 27 ottobre 2025. Ospite Marco Pellegrini del M5s. L'argomento del giorno è: "La follia europea di ostacolare la pace tra Russia e Ucraina"
Matteo Salvini (Ansa)
«Chiederò che sul Piano casa, scoperto nel 2026, parte dei fondi arrivi con gioia ed entusiasmo da parte di un sistema, quello delle banche, che sta facendo margini notevolissimi». Così il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini. «Non c'è nessun accanimento nei confronti delle banche. Mi limito a leggere i bilanci. Negli ultimi tre anni le banche hanno fatto 112 miliardi di euro di utili, spesso una parte di questi investimenti coperti da garanzie dello Stato e, quindi, nel caso che tutto andasse bene si va a utile, nel caso non andasse c'è lo Stato che copre e garantisce». Il vicepremier ha spiegato che la richiesta non nasce da una volontà punitiva, ma dal principio di equilibrio e collaborazione tra pubblico e privato. Secondo Salvini, le banche, dopo anni di margini record, possono contribuire concretamente a sostenere misure sociali e infrastrutturali, come il Piano casa, considerato «Una priorita' nazionale per dare risposte a chi oggi non può permettersi un alloggio dignitoso».
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