2025-07-28
Londra prepara una squadra di spioni per segnalare i post anti immigrazione
Il premier britannico, Keir Starmer (Ansa)
Dopo ogni stretta alle frontiere, Starmer «compensa» con nuove svolte repressive.Non passa settimana senza che qualche brillante commentatore se ne esca a dire che Giorgia Meloni dovrebbe prendere esempio dagli altri grandi leader europei, in particolare Emmanuel Macron e Keir Starmer. Purtroppo i nostri media non sono altrettanto solerti nel raccontare come agiscono questi presunti geniali statisti a casa propria: se lo facessero avrebbero qualche spiacevole sorpresa. Nei giorni scorsi il leader britannico e quello francese hanno firmato un accorto per il contenimento dell’immigrazione che passa per il canale della Manica: se l’avesse fatto la destra italiana avrebbe suscitato un putiferio. Starmer, in aggiunta, da qualche settimana si esibisce in una serie di dichiarazioni ferocissime ribadendo che rafforzerà i controlli alle frontiere. Ovviamente, i progressisti di casa nostra tutto questo fingono di non vederlo. Ma c’è di peggio. Mentre le spara grosse sul contrasto all’immigrazione regolare - con l’unico obiettivo di arginare l’avanzata del partito Reform di Nigel Farage - il primo ministro britannico continua a fare ciò che dall’inizio del mandato gli riesce meglio: spiare la popolazione e reprimere il dissenso. Già lo scorso agosto, dopo una serie di rivolte anti immigrati, il governo britannico aveva usato la mano più pesante possibile, eseguendo arresti di massa. Emblematico il caso di Lucy Connolly, quarantenne condannata a oltre due anni di carcere per un post sui social (da lei stessa rimosso dopo poche ore) giudicato razzista. Ebbene, a quanto pare questo tipo di sorveglianza è destinata a diventare strutturale e continuativa. I media inglesi hanno rivelato ieri che è stata creata un’unità investigativa d’élite per monitorare i social media alla ricerca di post contro i migranti. Si tratta di un gruppo di agenti inglesi e gallesi che condurrà indagini di intelligence su Internet e opererà dal National Police Coordination Centre (Npocc) di Westminster, la stessa struttura che aveva gestito la sicurezza ai tempi del Covid. Come spiega The Independent, «l’unità avrà il compito di segnalare i primi segnali di potenziali disordini civili e di massimizzare l’intelligence sui social media». La decisione di creare una squadra di spioni arriva in coincidenza con le proteste contro l’immigrazione condotte da folti gruppi di cittadini nelle ultime settimane. Norwich, Leeds, Bournemouth e molte altre città sono state teatro di manifestazioni organizzate soprattutto di fronte agli hotel in cui le autorità sistemano gli stranieri entrati nel sistema di accoglienza. In qualche caso la polizia, per contrastare le proteste, ha addirittura reclutato attivisti pro immigrazione da usare in opposizione ai cittadini arrabbiati. Insomma, la situazione è sfuggita di mano e l’esecutivo laburista non ha trovato di meglio che elaborare un sistema di controllo pervasivo e inquietante. Secondo il ministro ombra degli interni, il conservatore Chris Philp, il governo laburista intende «controllare ciò che pubblichi, ciò che condividi, ciò che pensi» perché «non è in grado di controllare le strade. Il laburisti hanno smesso di fingere di sistemare la Gran Bretagna e hanno iniziato a cercare di silenziarla». Difficile dargli torto. Diana Johnson, ministro della Polizia, ha inviato una lettera ai parlamentari britannici in cui spiega alcuni dettagli dell’operazione di intelligence, e a leggerli viene da rabbrividire. Ha scritto infatti che il nuovo team poliziesco «fornirà una capacità nazionale di monitoraggio dell’intelligence sui social media e di consulenza per orientare i processi decisionali operativi locali». Significa che la polizia nazionale scandaglierà il Web in cerca di pericolosi contestatori contrari all’immigrazione e li segnalerà alle autorità locali che, con tutta evidenza, provvederanno alla repressione. In fondo non stupisce che la sinistra italiani consideri Starmer un modello: sorveglianza e censura sono i metodi che i progressisti preferiscono ogni volta che hanno un po’ di potere, a ogni latitudine.