2019-03-01
Lo sfogo della testa di legno: «Mi fecero firmare al bar. Non so cosa sia la Marmodiv»
Grazie ai giri di Marione Massone fu trovata una disoccupata che si accollò, a sua insaputa, la coop decotta: «Mi sono pentita subito ma l'avvocato mi rassicurò: “Non vale nulla"».È quasi l'archetipo della testa di legno. Il prestanome «a sua insaputa». Infatti Valentina Papa, 40 anni, torinese, dal marzo 2018 - alla Camera di commercio - risulta essere membro del consiglio d'amministrazione della Marmodiv, la cooperativa in dissesto di cui Tiziano Renzi e Laura Bovoli sarebbero stati gli amministratori di fatto, usandola anche per l'emissione di fatture false. Ma la Papa ci ha assicurato non solo di non aver preso parte all'attività dell'azienda, ma di non ricordarne neanche il nome. Ha giurato di non sapere nemmeno che il procuratore aggiunto di Firenze Luca Turco, nell'autunno scorso, abbia chiesto il fallimento della Marmodiv, aprendo un fascicolo penale per bancarotta. La ditta, nell'ottobre del 2017, era stata visitata dalla Guardia di finanza, mettendo in allarme i vertici di Rignano sull'Arno. E così il bancarottiere Mariano Massone (arrestato il 18 febbraio insieme con i Renzi) si preoccupò di trovare persone disposte a rivestire le cariche sociali e a rilevare la cooperativa che rischiava di causare nuovi guai a babbo Tiziano. E come alla Fiera dell'est, Massone chiamò Goglio che contattò Monferino, che trovò la Papa. Daniele Goglio, ufficialmente responsabile commerciale della Marmodiv, è oggi indagato a Firenze per concorso in bancarotta, mentre Rossano Monferino, altro imprenditore del giro, ha preferito non rispondere alle nostre domande. Il gip di Firenze, Angela Fantechi, che ha chiesto i domiciliari per i Renzi e Massone ha scritto nell'ordinanza: «Decisive sono poi le conversazioni da cui emerge che Goglio Daniele ha rilevato la Marmodiv per volontà di Tiziano Renzi». E Goglio, apprendiamo sempre dalle intercettazioni, informava in tempo reale Massone. Alla fine però né Massone, né Goglio, né Monferino compaiono nel nuovo organigramma della coop, al contrario della povera signora Papa, che nella vita non si è mai occupata di volantini. Ha fatto l'operaia, la barista, ha lavorato nei supermercati. Ma non è mai stata né consigliere d'amministrazione, né imprenditrice nel settore della distribuzione. Buongiorno signora Papa, mi sto occupando della vicenda che ha portato agli arresti dei genitori di Matteo Renzi e in cui lei è citata come consigliere di una delle coop coinvolte.«Mi scusi, ma di che storia sta parlando?».Della Marmodiv.«Dellaaaaaa?».Marmodiv.«E che cos'è?».È una cooperativa di Firenze in cui lei risulta consigliera…«Ah ecco, mi dica. Che cosa è successo?».Ha presente la storia per cui hanno arrestato i genitori di Matteo Renzi?«Guardi io so solo che il mio ex titolare di una cooperativa mi ha fatto firmare un foglio, ma il mio avvocato (Rocco Femia, ndr) mi ha detto che questi fogli non valevano niente. Io sono andata dal legale proprio per non trovarmi dentro a storie poco chiare. E adesso che cosa è successo? Io non so nulla».Lei non ha mai lavorato nel settore dei volantini?«No, mi hanno messo in mezzo a 'sta storia, mi hanno fatto firmare un foglio, senza un documento, senza niente, perché io, combinazione, non avevo carta d'identità, non avevo niente».L'hanno messa in mezzo a una storia grossa, anche se lei non risulta indagata. Il presidente si chiama Aldo Periale. L'altro consigliere è Tommaso Maltone.«Ma io non so neanche chi siano queste persone qua».Lei però alla Camera di commercio risulta consigliera di questa cooperativa. Ma chi le ha fatto firmare il foglio?«Il mio ex titolare, Rossano Monferino». Ma di che coop era titolare? «Non mi chieda… Era lui con un altro 'mbriacone come lui (che poi identifica come «titolare della cooperativa», verosimilmente la Marmodiv, ndr), ma non ricordo il suo nome». (Successivamente la Papa ricorderà che il secondo uomo era Daniele Goglio)Lei lavorava per lui in che settore?«Lavoravo per lui in fabbrica, anni anni fa, a Volpiano. Poi lui è uscito fuori da questa coop».E di che cosa si occupava l'azienda?«Facevamo cosmetica».Non c'entrava niente con il volantinaggio?«No, assolutamente».E questo signore è comparso dal nulla e le ha proposto questo posto?«No, io lo sentivo perché mi ha sempre aiutato a trovare lavoro. Un giorno se ne è uscito: “Vuoi fare questa cosa? Non ti costa nulla". È arrivato insieme all'altro, mi hanno un po' impapocchiato, ho firmato 'sto foglio, poi l'ho richiamato e gli ho detto non mandare avanti niente perché io ritiravo tutto. Ho chiamato l'avvocato, gli ho mandato una mail con il foglio che avevo firmato e lui mi fa: “Guarda che tanto non vale niente"». Le conviene fare denuncia, forse. Questa storia si è collegata all'arresto dei genitori di Renzi.«Madonna mia! Adesso che cosa mi succede?». Spero nulla, lei non risulta indagata. Mentre il suo presidente è stato perquisito e indagato.«Ma io faccio quattro ore al supermercato tramite un'agenzia interinale. Adesso lo chiamo subito 'sto cretino qua (il suo ex titolare, ndr). Ma come hanno fatto questi a fare tutto senza un mio documento, senza altre mie firme?».Non lo chieda a me. Ma lei non ha dato il suo documento?«Niente. Anche perché io non ho la carta d'identità da più di un anno e mezzo, quindi si immagini… Ci vediamo da qualche parte, così chiamiamo 'sto cretino insieme?».Se vuole possiamo incontrarci più tardi.«No guardi, più tardi arriva il mio compagno che già non voleva che firmassi. Se sa questa storia, viene fuori un altro casino». Ci possiamo vedere domani?«In questi giorni sono incasinata perché i miei hanno cambiato il contatore dell'acqua, già oggi ho passato tutta la giornata in giro per uffici». Ma lei non ha visto che sui quotidiani è comparso il suo nome?«Il mio nome? Nooo… Madonna santa, io faccio una denuncia e questi mi pagano i danni». Se è stata messa in mezzo fa bene.«Il mio nome sul giornale con mio papà che ha la nomina che ha sempre lavorato? Io prendo questo articolo e vado a fargli la denuncia direttamente dai carabinieri».Lei alla Camera di commercio risulta consigliera di questa cooperativa. «Se sa una cosa del genere il mio compagno...». Com'è accaduto?«Mi avevano detto: “Fai il consigliere e ti guadagni qualche soldino". Io ero senza lavoro, disperata, fuori di casa e ho detto: “Ma sì". Mi assicurò (l'ex titolare, ndr): “Tanto non succede niente, non compare niente". I documenti non li avevo, non avevo neanche la residenza, perché l'ho presa adesso. Ero senza fissa dimora».Che cosa le era successo? «Avevo avuto problemi con il mio primo marito, avevo dovuto togliere la residenza, avevo un sacco di roba da pagare».«Senza fissa dimora» significa che ha dormito per strada?«No, vabbè, dormivo da mia mamma, ma per non fare andare nei casini i miei non ho spostato la residenza a casa loro. E dopo un tot che stai senza, loro (probabilmente il Comune, ndr) te la tolgono. Adesso mi sono messa a posto con il lavoro, mi sono riscritta all'anagrafe, ho pagato il verbale, ho ripreso la residenza. Capisce?».Nei documenti ufficiali della Marmodiv lei risultava residente in piazza Gran Madre. «Dove c'è la ditta di trasporti di mio fratello. Comunque anche avessi dato il passaporto, adesso non mi ricordo, sul passaporto non c'è l'indirizzo. Perciò questi da dove li hanno presi i miei dati?».Ma allora lei gli ha dato il passaporto?«Adesso non mi ricordo».Quando è successo tutto?«Forse a maggio? Prima delle vacanze?».Lei è diventata consigliera nel marzo 2018.«Sì, sì, sì, esatto».Dove incontrò Monferino e il suo compare?«Prima mi chiamarono sul cellulare perché io cercavo lavoro. Avevo contattato lui (Monferino, ndr) e mi aveva promesso un lavoro presso una fabbrica di Torino. Io poi, combinazione, mi sono data da fare, ho iniziato a lavorare per i supermercati e ho lasciato perdere tutto. Ecco qua. Ho incontrato queste persone due volte, mi hanno fatto firmare un foglio in un bar, anche se il mio compagno mi aveva detto: “Mi raccomando non firmare niente, non firmare niente"». Lei ricorda in quale bar firmò?«Certo, c'ho i testimoni. Era un bar di Torino, angolo corso Racconigi... Quella del bar a me, combinazione, mi conosce, non so, ci saremo incontrate da qualche parte. Io andavo lì e avevamo preso il caffè insieme. Quella ragazza conosce sia Monferino che me e quell'altro».E questi signori sono arrivati con i fogli da firmare?«Sì. E io, deficiente, ho firmato. Poi il giorno dopo ho richiamato perché mio marito mi aveva detto: “Hai firmato? Tu sei pazza, che poi ti trovi nei casini"».E aveva ragione.«Ho chiamato e gli ho detto di strappare tutto. Mi disse: “No, no, tranquilla, strappiamo tutto, non risulti niente". Mi scusi ma questa cosa mi implica di pagar delle tasse?».Più che altro in questo momento c'è un'inchiesta penale in corso…«Senta io vado a fare denuncia. Mi dia una mano. Mi dica che cosa devo fare. Vuole qualcosa per il disturbo?». Ecco a chi hanno rifilato la patata bollente della Marmodiv i Renzi e i loro amici.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)