2021-11-17
Liverpool, dubbi sul «kamikaze cristiano»
Rilievi della Scientifica sul luogo dell'esplosione a Liverpool (Getty Images)
L'attentatore morto nel taxi era di origini siro-irachene e nel 2015 aveva abbandonato l'islam per abbracciare la nuova fede. Gli 007 ipotizzano una conversione simulata per non destare sospetti. Interrogati e già rilasciati i quattro presunti complici.La polizia inglese ha rilasciato, nel tardo pomeriggio di ieri, i quattro uomini, di età compresa fra i 20 e i 29 anni, arrestati dopo l'attentato di domenica scorsa quando, intorno alle 11, fuori dal Liverpool Women's Hospital, Emad Jamil Al Swealmeen, trentaduenne siro-iracheno giunto in Inghilterra durante il 2014 senza documenti, si è fatto esplodere all'interno di un taxi. Il tassista, David Perry, già stato dimesso dall'ospedale, ha evitato una tragedia di vaste proporzioni: una volte capite le intenzioni dell'attentatore, che voleva raggiungere la cattedrale di Liverpool, a breve distanza dall'ospedale, dove si erano radunate centinaia di persone, tra cui moltissimi veterani militari e rappresentanti, per le commemorazioni organizzate in occasione della Giornata dei caduti militari, si è diretto in un punto non affollato bloccando le portiere in modo da chiudere dentro l'attentatore pochi istanti prima che si facesse esplodere. I presunti complici erano stati fermati in base al Terrorism Act dopo una perquisizione di una casa di Liverpool dove erano stati rinvenuti «elementi che legavano Al Swealmeen ai fermati e materiale significativo» e dove gli inquirenti credono che possa essere stata confezionata la bomba artigianale.Intanto gli investigatori continuano a indagare sul passato di Al Swealmeen che nel 2015 si era convertito al cristianesimo e che aveva cambiato il suo nome in Almeni Enzo (in onore della leggenda italiana Enzo Ferrari), magari per cercare di essere più «occidentale» al momento di fare domanda di asilo politico (respinta) nel 2014. Russ Jackson, capo della polizia antiterrorismo per l'Inghilterra nordoccidentale, ha affermato che «dopo gli interrogatori degli uomini arrestati, siamo soddisfatti dei resoconti che hanno fornito e sono stati rilasciati». Dell'attentatore si sa molto poco se non che era stato in cura per problemi mentali e che si era convertito al cristianesimo poco dopo essere arrivato nel Regno Unito dal Medio Oriente e che per un periodo di tempo aveva vissuto in casa dei volontari cristiani Malcolm ed Elizabeth Hitchcott a Liverpool.I coniugi Hitchcott hanno dichiarato alla stampa inglese: «È venuto per la prima volta nella cattedrale nell'agosto 2015 e voleva convertirsi al cristianesimo. Ha seguito un corso Alpha, che spiega la fede cristiana, e lo ha completato nel novembre di quell'anno. Ciò gli ha permesso di prendere una decisione informata e ha cambiato dall'islam al cristianesimo ed è stato confermato come cristiano almeno nel marzo 2017, poco prima di venire a vivere con noi. Era indigente in quel momento e lo abbiamo accolto».L'intelligence inglese invece sta passando al setaccio la vita e le frequentazioni di Emad Al Swealmeen per cercare di capire se in passato avesse aderito all'Isis o al Fronte Al Nusra oggi Hay'at Tahrir al-Sham (Organizzazione per la liberazione del Levante), la branca siriana di al Qaeda. Nonostante il riserbo che avvolge la vicenda le indagini puntano dritto ai circoli dell'islam radicale iracheno-giordani non escludendo la possibilità che la conversione di Emad Jamil Al Swealmeen, classe 1989, sconosciuto fino a domenica scorsa alle agenzie di intelligence, sia stata fatta in ossequio alla taqiyya, ovvero quella dissimulazione che porta a nascondere e talvolta anche a rinnegare (ma solo in apparenza) la propria fede in modo da poter operare alla luce del sole per poter poi colpire sorprendendo «gli infedeli».Il comitato di emergenza Cobra, presieduto a Londra dal premier Boris Johnson, ha elevato da «sostanziale» a «grave» l'allarme terrorismo nel Paese, innalzandola al quarto livello (in una scala di 5) che fa intendere che la minaccia di ulteriori attentati è «altamente probabile». Ma come spiegare la nuova recrudescenza del terrorismo islamico in Gran Bretagna? Secondo la ricercatrice italiana Chiara Franzin: «Il pericolo derivante dalle frange estremiste della religione musulmana è sembrato lontano e flebile negli ultimi anni offuscati dalla pandemia e dai tentativi, a volte goffi, degli Stati di fronteggiare l'emergenza sanitaria, ma la macchina del terrore è stata ben lungi dal fermarsi ed anzi è riuscita a riprendere forza grazie al vuoto mediatico che si è creato dopo la caduta del cosiddetto Califfato». Ha aggiunto: «Spesso si è sottovalutata l'importanza delle donne del Califfato di ritorno nella terra di origine che secondo uno studio sostenuto da Nikita Malik, direttore del centro di deradicalizzazione e terrorismo, vedono il 48% dei procedimenti penali in cui l'estremismo è citato avere una o più persone in famiglia che si sono unite all'Isis». Franzin ha poi concluso: «Il 55% di questi casi hanno collegamenti con Al Muhajiroun, il gruppo bandito con a capo il famoso predicatore d'odio Anjem Choudary che adesso è stato scarcerato e questo da maggiore vigore alle iniziative terroristiche che da sempre ha sostenuto e che vedono le fila dei giovani, guidati da madri convinte delle loro posizioni radicali, infoltite e sempre più vigorose».