2022-06-02
L’Iss fa taglia e cuci sui dati del fumo in Italia
Nessun picco di tabagisti, ma calo rispetto al 2021. Messaggio in vista di nuove tasse?A maggio di ogni anno, l’Istituto superiore di sanità diffonde il classico report sul trend del fumo in Italia. Abitudini con la bionda, trend di crescita e propensione alle nuove forme di svapo o di inalazione. Quest’anno il report, in occasione del No tobacco day, è finito su (quasi) tutti i media con il titolo eclatante: «Dal 2019 ben 800.000 fumatori in più». Ne è scaturito un racconto legato al lockdown e agli effetti contrastanti della pandemia. Incredibile però un altro fatto. Il comunicato omette del tutto le statistiche del 2021 e del 2020. Basta però navigare a ritroso sul Web per vedere che il dato del 2022 (24,2%) è in linea con quello del 2020 (24%) ma in calo rispetto a quello del 2021 (26%). Se poi si entra nei dettagli e si cerca di scorporare i dati e le abitudini si comprende, così come emerge dal comunicato stampa dell’Iss, che anche rispetto ai dati del 2019 sta diminuendo il consumo di sigarette tradizionali che passano dal 90,2% all’84,9% per quanto riguarda le bionde e dal 18,3% al 14,9% per quanto riguarda le sigarette fatte a mano. Un calo combinato dell’8,7%, a fronte invece di un aumento nel consumo di prodotti innovativi del 2,9%. Tra questi bisogna fare una ulteriore distinzione. Sono circa 1,2 milioni gli utilizzatori di e-cig, con un segno percentuale in aumento se confrontato al 2,5% del 2017, al 2,1 del 2018 e al 1,7% del 2019. Al contrario, se confrontati con i carotaggi di aprile 2020 e maggio 2021, si può osservare una riduzione di circa 2,7 milioni di utilizzatori. Per di più con un trend costante verso il basso. Per quanto riguarda invece le sigarette senza combustione, come Iqos o Glo, la curva è opposta. A maggio del 2021 circa 3 milioni di italiani ne facevano uso, più o meno il 7% della popolazione censita. Prima della pandemia la percentuale era di poco superiore al 4%. Mentre se si prende il dato del 2019, questo tipo di fumatori è letteralmente triplicato. Fatta la disamina dei numeri c’è da chiedersi perché il ministero della Sanità e l’Iss abbiano omesso dettagli non irrilevanti ai fini dello studio statistico e della tutela della salute. Innanzitutto non c’è alcun picco di fumatori, ma, rispetto allo scorso anno, un forte crollo. E poi i fumatori tradizionali stanno lasciando spazio a quelli 4.0. Non è la prima volta che in nome della scienza si punta a strade magari poco scientifiche. L’esperienza del Covid ci ha insegnato tanto. In questo caso c’è da chiedersi che cosa si aspetti il ministro Roberto Speranza da un tale messaggio. Forse in tandem con il Mef sta preparando nuove tasse per il comparto. Allora è bene essere chiari. Non tirare in ballo la salute ma solo il portafogli.
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