2019-05-13
Massimiliano Romeo: «No a un governo ostaggio delle toghe»
Il capogruppo della Lega in Senato: «C'è un clima da paura, così rischiamo la paralisi. Dopo le europee allentiamo i vincoli di bilancio per fare flat tax e quota 41. Salvini combatte la mafia imitando Rudolph Giuliani».Senatore, nella Lega che si dice della cacciata di Siri?«La nostra posizione su Siri era ed è chiara. Ma è un fatto che la decisione spettasse a Giuseppe Conte. Che ha fatto scelte diverse».Ora il M5s prenderà in mano le redini dell'esecutivo? «No. Ma se passa la linea che basta un avviso di garanzia per far dimettere un membro del governo, lo si consegnerà nelle mani della magistratura».Sarete ostaggio dei giudici?«Be', ora c'è un clima di paura».Di paura?«Funzionari e dirigenti degli enti locali hanno paura di agire. Temono conseguenze giudiziarie. Così si rischia la paralisi».Gli amministratori bloccano tutto per paura delle toghe?«Eh sì… Noi per esempio abbiamo notato che sta diventando difficile trovare candidati sindaci, soprattutto nei piccoli Comuni».Addirittura?«Giustamente dicono: faccio il sindaco, non guadagno quasi nulla e rischio l'inchiesta per abuso d'ufficio … Allora chi me lo fa fare?».E in Parlamento come va?«Noi parlamentari abbiamo paura di incontrare un esponente di qualche associazione, che magari ci fa delle proposte che si possono tradurre in un emendamento».Non volete un altro caso Arata.«Ripeto, così si rischia la paralisi: se nessuno fa niente, come può crescere il Paese? C'è bisogno di un clima di fiducia. Non si può pensare solo a scovare delinquenti».Intanto Giuseppe Conte ha rivendicato: «Sono io che decido, chi crede che sia Matteo Salvini è vittima di un'illusione ottica». Il caso Siri ha ridimensionato il peso di Salvini in questo esecutivo? «Non capisco perché il premier abbia fatto questo intervento. Noi abbiamo sempre riconosciuto il suo ruolo, anche se a volte ha preso un po' troppo le parti dei 5 stelle. Ma la leadership di Salvini è indiscutibile».Le tensioni con i 5 stelle sono autentiche o sono schermaglie?«Noi avevamo detto subito che in periodo elettorale sarebbero emersi degli attriti. Finché sono schermaglie va bene; se si supera il limite, però, c'è il rischio che venga meno la fiducia tra noi».Massimiliano Romeo è capogruppo della Lega al Senato. Monzese, 48 anni, già consigliere regionale in Lombardia, è praticamente nato e cresciuto nel Carroccio. Condivide la passione per la politica con la moglie, sindaco forzista di Lentate sul Seveso (Monza e Brianza). In Lombardia è scoppiato un caso corruzione. Il governatore, Attilio Fontana, è indagato per una presunta nomina pilotata. Non è ovvio che la gente perda fiducia?«Fontana è di un'onestà specchiata. Tra l'altro gli contestano un abuso d'ufficio su un incarico fiduciario: un governatore non può nemmeno scegliere un collaboratore per un incarico che non prevede procedure di selezione?».Lo considera un perseguitato?«Siamo contenti che la magistratura scovi i corrotti, ma il sospetto che ci sia un clima persecutorio nei confronti della Lega mi viene».Lei ha ricevuto una condanna in primo grado per peculato: le sono stati contestati quasi 22.000 euro di rimborsi ai gruppi consiliari.«Ho restituito subito quella somma, anzi, ho restituito pure i rimborsi che non mi erano stati contestati. Ma ho anche precisato di aver agito in buona fede. La condanna mi ha fatto male, ma confido che possa essere ribaltata, come è successo a Ignazio Marino».Si può dire almeno che sia stato un po' ingenuo?«Quelle non erano spese pazze, utilizzate per scopi personali. Certo, con il senno di poi direi che ho sbagliato a non approfondire tutte le norme in materia, spesso confuse, fidandomi della prassi».Con i 5 stelle state litigando anche sulle province. Perché voi della Lega volete salvarle?«Primo, perché le hanno salvate gli italiani, bocciando la riforma costituzionale di Matteo Renzi. Secondo, per porre rimedio alla sciagurata legge Delrio».Perché sciagurata?«Perché ha lasciato le province in vita, con funzioni importanti come manutenzione delle strade ed edilizia scolastica, ma con meno soldi e personale. Hanno gettato nel caos i territori prendendosela con gli enti che funzionavano meglio. E c'è un'altra vergogna».Quale?«Si parla di casta: la legge Delrio consente ai politici di eleggere presidente e consiglio provinciale. La casta che elegge sé stessa. Tipico della peggiore sinistra burocratica».Pure sull'autonomia siete impantanati da mesi. Come si esce dal guado?«Abbandonando la logica secondo cui l'autonomia differenziata genera divisioni nel Paese».Non è così?«È il modello che esiste oggi ad aver diviso il Paese. Altrimenti non si spiegherebbe perché un cittadino della Basilicata venga a curarsi in Lombardia».L'autonomia che cambierebbe?«Responsabilizzerebbe le Regioni. Non c'entra niente la solidarietà nazionale. È la Costituzione stessa a prevedere l'autonomia differenziata. I cittadini del Sud che ho incontrato, l'autonomia la vogliono». E chi non la vuole allora?«Forse certe classi dirigenti meridionali, che non vogliono essere responsabilizzate».Sulla flat tax come andrà a finire? Ne farete una «mini»?«L'idea è di applicarla a tutti, con una manovra fiscale choc».Ma bisogna fare i conti con i conti… pubblici.«Lo sappiamo bene. Ecco perché abbiamo cominciato da partite Iva, professionisti e artigiani. E ora puntiamo al secondo step».Quale sarebbe?«La flat tax sui lavoratori dipendenti, a partire da quelli con un reddito familiare fino a 50.000 euro».Dove li prendete i soldi?«Dalla spending review, con l'aiuto dei viceministri dell'Economia, Massimo Garavaglia e Laura Castelli. Poi c'è qualche risorsa non spesa per reddito di cittadinanza e quota 100. E i bonus fiscali».Li abolirete?«C'è chi dice valgano 50 miliardi, chi 70. Bisogna sfoltirli, sostituendoli con la riduzione della pressione fiscale».Sulle pensioni, il vostro obiettivo resta quota 41?«Sì».Di nuovo: dove trovate i soldi? Come disinnescate le clausole di salvaguardia?«Parliamoci chiaro: noi ci aspettiamo anche che cambino un po' le regole europee. O quantomeno che la si finisca con quest'Europa di figli e figliastri».Che intende?«Prendiamo la Francia, che supera abbondantemente il tetto del 3% sul rapporto deficit/Pil. Nessuno protesta».Vero. E Jean Claude Juncker ha rimproverato ai tedeschi di aver sforato 18 volte i parametri Ue.«Ma tutti hanno chiuso un occhio. Noi abbiamo fatto il 2,04% e ci hanno obbligato ad accettare pesanti clausole di salvaguardia».L'obiezione è: l'Italia un debito pubblico troppo alto.«Per vari osservatori, guardando anche al risparmio privato, all'avanzo primario, alla solidità del sistema bancario, l'Italia risulta nella media europea, mentre la Francia è quasi fanalino di coda».E quindi?«E quindi ci aspettiamo che una valutazione obiettiva dei nostri fondamentali assicuri margini di manovra per uno choc fiscale».Ma come farete a cambiare l'Europa? Alleandovi con il Ppe grazie alla mediazione di Viktor Orbán?«Sì, l'idea è di creare un asse tra sovranisti e popolari contro le élite che governano oggi l'Unione europea. Anche perché tutta l'Europa ha tassi di crescita deludenti».Cosa risponde a chi usa la vicenda di Noemi, la bimba ferita a Napoli in un agguato di camorra, per contestare a Salvini di non aver fatto abbastanza contro la mafia?«Rispondo con i numeri. Da quando Salvini è al Viminale, a Napoli si sono verificati 14 omicidi, di cui 5 di camorra. Quando era in carica Marco Minniti, nello stesso lasso di tempo gli omicidi sono stati 17, di cui 12 di camorra. E prima ancora, durante il governo Renzi, sono stati 34, di cui 28 di camorra».Quindi Salvini sta combattendo la mafia?«Sì. Con una strategia che ha del rivoluzionario nel nostro Paese».Ovvero?«Sta colpendo, sull'esempio dell'ex sindaco di New York, Rudolph Giuliani, i piccoli criminali, gli spacciatori, i prepotenti tra i quali le mafie reclutano manodopera. La lotta alla criminalità organizzata non può che partire da lì».Perché il decreto Sicurezza bis? Perché sono ricomparse le Ong? «Diciamo che “a volte ritornano", violando le regole. E pure gli 007 hanno evidenziato che limitare le partenze significa ridurre il numero di morti in mare».Ci saranno tensioni in Cdm per l'approvazione?«Non credo. L'inasprimento della lotta ai trafficanti e a chi viola le acque territoriali trova d'accordo Lega e 5 stelle. Sul caso Sea Watch, ad esempio, avevamo il pieno appoggio di Danilo Toninelli».Rimangono, però, circa 90.000 clandestini. Come li rimpatriate?«Innanzitutto, per la prima volta da anni, dall'inizio del 2019 abbiamo più rimpatri, 2.223, che arrivi, 849. Ma per aumentare i rimpatri servono due elementi».Quali?«Primo, riattivare i centri per il rimpatrio, cancellati dai vecchi governi. L'ha chiesto pure l'Europa».E il secondo elemento?«Gli accordi bilaterali, appunto. Che spesso sono un capitolo di un accordo economico che si stipula con un Paese. Salvini si è speso per rafforzare l'intesa con Tunisia e Nigeria. Ma questi accordi non li può fare solo lui».Chi se ne deve occupare?«Magari il ministro che ha la delega alla Cooperazione internazionale…».