
Il governatore del Veneto: «Danni per un miliardo di euro. Non è mai successo niente di simile dai tempi del Piave nel 1966. Esondazioni scongiurate grazie ai nostri sistemi, ma le trombe d'aria ci hanno distrutto».«Siamo in ginocchio, tutto il resto è conversazione». Luca Zaia non ama le metafore, per questo piace al suo popolo. E in questi giorni con artigiani, agricoltori, commercianti, imprenditori travolti dall'uragano e dalla tromba d'aria della settimana scorsa il governatore sta con gli stivaloni, la pala e i pensieri occupati a lavorare per rimettere in piedi il Veneto. È la politica del fare, quella sempre più difficile da spiegare che da applicare. «Sentiamoci mentre vado in macchina da un posto all'altro, perché quando mi fermo ho qualcosa di più urgente davanti al cruscotto che parlare dei massimi sistemi». Due morti, 2.000 tratti di strada interrotti, come minimo 200.000 persone senza elettricità, un migliaio di edifici danneggiati, dieci centri commerciali chiusi, un ponte sul Piave travolto, 120 chilometri di coste messi sottosopra, 13 comuni del Bellunese senza acqua e una lettera cortese ma ferma al premier Giuseppe Conte con la conta dei danni per circa un miliardo. Una piccola apocalisse silenziosa. Di fronte a un simile scenario liquido l'autonomia, le Olimpiadi, i rapporti con Forza Italia, il governo del cambiamento, le eventuali trappole grilline, l'impotenza della sinistra per lui vengono dopo. Presidente Zaia, da dove partiamo?«Dall'unico presupposto sensato: siamo in ginocchio. Mai vista una furia di queste proporzioni, paragonabile solo all'alluvione del Piave del 1966. Siamo stati investiti da 2.500 metri cubi d'acqua al secondo, ogni secondo, sulle nostre teste. E da martedì ricomincia a piovere...».Adige, Piave, Brenta, Livenza, Tagliamento, Isonzo tutti al limite. Però gli argini stanno tenendo.«Merito dei lavori che abbiamo fatto dopo l'alluvione del 2010, con oltre 10.000 famiglie alluvionate. Allora abbiamo investito 411 milioni di euro in opere di consolidamento che hanno messo in sicurezza i fiumi. E abbiamo aggiornato i sistemi di monitoraggio con modelli matematici e previsionali all'avanguardia».Traduzione per noi profani, fermi alla Protezione civile dell'eroico Giuseppe Zamberletti?«Quando chiedevo di chiudere le scuole, qualcuno guardava il cielo e diceva: Zaia è un esaltato. Dopo 24 ore 70 centimetri d'acqua in montagna, acquedotti spariti, isolamento telefonico e migliaia di ettari di boschi rasi al suolo. Le Dolomiti, patrimonio dell'umanità, sono praticamente isolate. E dire che eravamo riusciti a prevedere il disastro grazie alla tecnologia e a un genio».Di chi sta parlando?«Del professor Luigi D'Alpaos, uno dei massimi esperti di idraulica del mondo, che da anni accompagna la Regione nello studio dei flussi di piena. Siamo stati in grado di prevedere l'onda di piena del Piave mercoledì alle 11.30. Poteva andare molto peggio. La scienza ti salva, ma la scienza costa e noi di soldini ne abbiamo pochi».Ci sono le tasse regionali.«Sbagliato, noi non preleviamo un euro dalle tasche dei cittadini; ci mancano un miliardo e 179 milioni, ma riusciamo egualmente a garantire un lavoro capillare contro il dissesto idrogeologico. Abbiamo salvato mezzo Veneto dalle esondazioni, ma contro le trombe d'aria c'è poco da fare».A quanto ammontano i danni?«A non meno di un miliardo. La montagna non può restare senza boschi, sennò viene giù tutta. Adesso le nostre sono montagne-prateria, sembra passato un gigante con la motosega».Segnali da Roma?«Il governo è stato al nostro fianco fin dal primo momento, Matteo Salvini mi ha aiutato a risolvere il problema della chiusura delle scuole. Ho mandato una lettera al premier Conte, ho chiesto di sospendere il pagamento delle rate dei mutui, di tasse, bollette elettriche e del gas, versamenti dei contributi previdenziali. Qui non ci fermiamo a piangere, ma l'emergenza è totale».Dov'è l'epicentro del caos?«Bellunese, valle Agordina, che vuol dire grandi località sciistiche. Alleghe, Arabba, Marmolada, la stessa Cortina. Tutti vogliono dare una mano, ma una mano la si dà anche andando a farsi una sciata o andando a prendere un caffè in quelle zone meravigliose e ferite».Allarghiamo l'orizzonte politico, il giorno dell'autonomia si avvicina o no?«Tutto ciò che doveva essere concordato è stato fatto, siamo pronti per la firma. Il ministro Erika Stefani è stata strepitosa. Non abbiamo una priorità, le 23 materie da gestire in proprio le vogliamo tutte. Il 60% dei veneti ha votato per l'autonomia, gli altri si sono fermati perché avevamo raggiunto il quorum. E il 98% di chi è andato alle urne ha barrato il sì. Tutti la vogliono, non vedo margini né altri esiti».Non teme il solito balletto perditempo che anestetizza le riforme?«Salvini è sempre stato coerente, il Movimento 5 stelle conosce le volontà dei cittadini a tal punto da avere sostenuto il referendum del 2017. In più dell'autonomia parla il contratto di governo, è stata inserita anche nel Def. Immagino che su questa partita si discuta solo di particolari. Non dare l'autonomia a questo punto significherebbe una cosa sola: prendere in giro i cittadini. Non se lo può permettere nessuno».È cominciata un'altra sfida, quella per le Olimpiadi invernali del 2026. Un problema in più o un'oppportunità?«Sono felicissimo, anche perché sono stato io il materiale presentatore della candidatura. Non entro nel gioco come pecora nera. Spero che il governo ci sostenga, stiamo parlando di una visibilità pazzesca a livello mondiale e di un miliardo di finanziamenti esteri. Dobbiamo competere con Calgary e Stoccolma, ma Cortina e Milano possono farcela».Però vi siete persi per strada Torino, vale a dire i 5 stelle.«Torino ha giocato una partita tutta sua, che di fatto ha alimentato solo le rassegne stampa internazionali. In quei giorni avevamo dato un'impressione di spaccatura, invece in queste faccende bisogna andare compatti».Sinceramente, meglio giocare a due che a tre?«L'importante è stare tutti sul pezzo. Torino non ha voluto accettare il tridente e per me ha sbagliato».In Veneto domina il centrodestra, ma a Roma Forza Italia è all'opposizione. Non teme scossoni sul territorio?«In Regione abbiamo un ottimo rapporto con Forza Italia, sono alleati solidi, insieme stiamo amministrando bene. Io peraltro sono una persona corretta e non cambio formazione durante la partita. I cittadini che ci hanno scelti così meritano rispetto».Da qui come si vedono e si giudicano le continue fibrillazioni romane sull'economia?«Dal punto di vista economico, questo è un Land della Germania e il tema non può essere considerato marginale. Devo dire che non percepisco il governo negativamente, anzi. Ho un ottimo rapporto con tanti ministri, sono convinto che stiano rispondendo alle esigenze del Paese. Questo non significa assenza di dibattito, che esiste nelle migliori famiglie. La trasparenza è un valore».Dibattito non significa polemica continua.«Sono in carica neppure da sei mesi, hanno il sacrosanto diritto di dire: lasciateci lavorare. E non mi pare che un'opposizione così disunita e priva di idee ottenga risultati, faccia presa sul Paese. È un governo con i piedi per terra, capace di rispondere alle sollecitazioni della maggioranza dei cittadini. Percepisco segnali favorevoli».Su quale tema i veneti si sentono in sintonia con l'esecutivo?«Un governo che ha un ministro dell'Interno capace di cambiare totalmente l'approccio nei confronti dell'immigrazione clandestina non può che piacere alla mia gente. Anzi...».Anzi?«Non mi risulta che gli italiani, tutti gli italiani, volessero qualcosa di diverso. Ma adesso devo proprio dirle una cosa».Prego presidente.«Parole finite. Siamo in ginocchio, vogliamo provare a rialzarci».
Il presidente di Assoprevidenza Sergio Corbello (Imagoeconomica)
Il presidente di Assoprevidenza Sergio Corbello: «Dopo il 2022 il settore si è rilanciato con più iscritti e rendimenti elevati, ma pesano precariato, scarsa educazione finanziaria e milioni di posizioni ferme o con montanti troppo bassi».
Donald Trump (Ansa)
- Il tycoon prende le distanze dai raid di Tel Aviv a Doha per difendere i suoi piani in Medio Oriente. Incontro dei leader arabi in Qatar per reagire all’attacco: si rischia un blocco anti Israele. Intanto Netanyahu bombarda lo Yemen: «Agiamo come gli Usa dopo l’11 settembre».
- Altro «attacco» filmato sulla Flotilla. Secondo gli attivisti, l’Idf li avrebbe colpiti con un ordigno simile a una lanterna.
Lo speciale contiene due articoli.
Via Monte Napoleone all'angolo con via Pietro Verri, strade del Quadrilatero (Ansa)
Sarà attiva da lunedì prossimo, multe fino a 332 euro. «Ma il traffico non diminuisce».
Beppe Sala e Manfredi Catella
Entra nel vivo il (primo) processo sui presunti abusi edilizi per la Torre in via Stresa. Il consulente dei pm: «Ristrutturazione fittizia, deroghe illegali e oneri fuori mercato».