2021-11-15
Daniela Santanchè: «Criminale agitare l’allarme chiusure»
La senatrice di Fdi: «I commercianti iniziano ora a riprendersi dal lockdown, basta col terrorismo psicologico. Non si può continuare a imporre l'emergenza e nel frattempo chiedere di pagare milioni di cartelle esattoriali».Daniela Santanché, adesso si parla di inasprire il green pass per salvare il Natale. La storia si ripete?«Sono le stesse parole che usavano l'anno scorso, ci trattano come criceti in una ruota. Eppure oggi tante cose sono cambiate: abbiamo i vaccini, un tasso di vaccinazione tra i più alti in Europa, provvedimenti più severi di qualsiasi altro Paese occidentale. Se il green pass, come dicono loro, era sacrosanto, perché suonare ancora l'allarme? A questo punto è ora di uscire dal pensiero unico: cosa non ha funzionato? È lecito farsi questa domanda, o è lesa maestà?».I paladini del green pass potrebbero rispondere che oggi abbiamo meno morti e meno contagiati. Senza il lasciapassare poteva andare peggio.«No, se la situazione è migliorata è merito del vaccino. Il problema è un altro: perché a distanza di mesi non hanno ancora potenziato il trasporto pubblico? Perché non hanno messo in sicurezza le scuole, eliminando le classi pollaio e intervenendo sulla aerazione meccanica nelle classi scolastiche?». Insomma il green pass è una scusa per non fare le cose che servono? «Il green pass è semplicemente la strada più comoda. Imporre divieti non costa nulla. Pensano che gli italiani siano sudditi da educare, come quei genitori che dicono soltanto “no" ai figli perché è più facile proibire che dare spiegazioni». Dunque le lacune comunicative fanno parte del problema? «Non voglio sostituirmi agli esperti, ma sicuramente c'è stato un cortocircuito sulla comunicazione rispetto al vaccino. Che sicuramente ti evita il cimitero e la terapia intensiva, ma non protegge dal contagio. Il trionfalismo che voleva dipingerci il vaccino come panacea per vincere la guerra ci ha messo sulla cattiva strada. E poi non ha funzionato il terrorismo sanitario». Terrorismo sanitario?«È vero che in questi giorni i contagi aumentano, ma dobbiamo spiegare alle persone che contagiarsi non significa ammalarsi o morire. Invece si forniscono dati senza spiegarli, alimentando inutilmente la paura della gente». Dunque l'allarme restrizioni, il rischio per alcune Regioni di tornare in zona gialla: è tutto esagerato?«Più che esagerato è criminale. Gli imprenditori, i lavoratori, i commercianti che solo adesso cominciano a riprendersi dai danni del lockdown, non hanno bisogno di una nuova dose di terrorismo psicologico per poter lavorare. Sui giornali internazionali» non vedo l'allarmismo che domina a casa nostra, nonostante nel resto d'Europa ci siano numeri molto peggiori. Siamo gli unici nel mondo a seguire questa narrazione». Se la gente ha paura, è più disposta ad accettare restrizioni?«Tutti abbiamo paura di morire. È un caso che proprio adesso, da un giorno all'altro, inizi il tam tam mediatico sulle vaccinazioni infantili? Ci sono cose che non mi tornano. Sono la prima a sostenere che i vaccini sono preziosi, ma sui bambini la comunità scientifica è ancora divisa. Beati quelli che hanno solo certezze, ma per favore rispettiamo chi coltiva dubbi».Limitare le manifestazioni nel nome dell'ordine, non è forse una scelta di destra?«Sono favorevole alle regole, ma devono valere per tutti. Vogliono farci credere che chi manifesta a favore del ddl Zan è a prova di Covid, mentre i manifestanti contro il green pass sono infetti? Così è inaccettabile. È stato pazzesco vedere gli idranti sparati sui lavoratori inginocchiati: l'avessi fatto io, oggi mi avrebbero linciata e anche arrestato. Quando i no Tav e i centri sociali mettevano a ferro e fuoco le nostre città, dov'erano i paladini dell'ordine?». Libertà di espressione e di circolazione: possiamo parlare di Costituzione sospesa? «Hanno messo la Costituzione in freezer, insieme alla democrazia. L'hanno congelata nel nome della paura. E poi accusano Fratelli d'Italia di riportare indietro le lancette della storia. Proprio loro?».Quindi non ha senso estendere lo stato d'emergenza?«Impongono l'emergenza solo dove gli conviene. La vedono ovunque tranne che sul fisco. Non possiamo chiedere ai cittadini di pagare cinque milioni di cartelle esattoriali mentre prolungano l'emergenza. Come dice Giorgia Meloni, se mi chiudi non mi chiedi». A proposito di soldi, qual è il punto debole della manovra? «Il Parlamento è stato completamente snobbato. Siamo di fronte a nuovo modo di governare, che inizia e finisce a Palazzo Chigi. Il Parlamento non esiste più».Non è forse il Parlamento a dover discutere la legge di bilancio entro fine anno?«Si procede con voti di fiducia, persino sul Pnrr. D'altronde Draghi è sorretto da partiti diversissimi, che hanno una visione opposta dell'economia, del lavoro, della famiglia. Dunque ogni provvedimento è un compromesso al ribasso. Il governo pone la fiducia non perché ha paura dell'opposizione, ma perché ha paura della sua stessa maggioranza. Come si può tenere insieme chi vuole la flat tax e chi si batte per il reddito di cittadinanza?».Ammetterà che nella legge di bilancio è contenuto un taglio delle tasse non da poco. «Otto miliardi: una cifra importante, ma non certo quella che occorre. Ma non sappiamo ancora dove interverrà questo taglio: sul cuneo fiscale o sull'Irpef? Non vedo sufficiente attenzione sulla ripartenza del lavoro, che è l'unico modo per rilanciare il Paese. E il lavoro non si crea per decreto, prova ne sia il fallimento del reddito di cittadinanza. I navigator hanno trovato un impiego solo per sé stessi». Il romanzo Quirinale sta per entrare nel vivo. Per il Colle, meglio un nome concordato con la sinistra? «Non dev'essere necessariamente un amico del centrodestra, ma della Costituzione. La differenza tra noi e il Pd è che loro non vogliono un arbitro, ma un giocatore della loro squadra, come abbiamo visto con gli ultimi presidenti della Repubblica. L'importante è che il Capo dello Stato abbia un mandato di sette anni: sentir dire che il nuovo inquilino del Quirinale potrebbe stare al suo posto un anno o due per poi andarsene, suona come un'anomalia. Mattarella ha già detto che non resterà? Con tutto il rispetto, non ne sono del tutto convinta». E Mario Draghi? Tanti vorrebbero restasse a Palazzo Chigi. «È sicuramente autorevole e di chiara fama. Ma non ho sentito esponenti di sinistra sbilanciarsi su di lui. Da quelle parti stanno semplicemente cercando qualcuno che possa farli governare anche senza vincere le elezioni». Avverte influenze straniere sul voto quirinalizio? «Sicuramente negli ultimi anni abbiamo ceduto moltissimo della nostra sovranità. Questo invece è un momento favorevole per la nostra nazione: Angela Merkel ha concluso il suo mandato, l'astro nascente Macron è in realtà una stella candente. Si è creato un vuoto politico, e l'Italia ha l'occasione per contare di più in Europa. L'appuntamento del Quirinale è un momento perfetto per scegliere un presidente della Repubblica in grado di esercitare una vera leadership europea». Se sale Draghi al Colle si va a votare? «Lo spero. Altri inciuci di palazzo non ne vogliamo. Perché si ha paura di dare la parola agli italiani? Perché si vaneggia di repubbliche semipresidenziali “di fatto" senza passare da una riforma costituzionale?». Su questo Fratelli d'Italia ha parlato chiaro: sì al presidenzialismo. Sì a un presidente della Repubblica votato dagli italiani, non da quattro in una stanza. Non possiamo cambiare la nostra forma di governo in maniera surrettizia. Le regole devono essere chiare». Intanto sul tavolo c'è la promessa dei leader di centrodestra di spendere il nome di Berlusconi. È ancora valida? «Berlusconi è un grande uomo, ha avuto un trattamento che non si meritava, e oggi molti lo stanno rivalutando. Credo che se ci sarà davvero la sua candidatura, il centrodestra non avrebbe difficoltà a portarla avanti». Sarebbe favorevole alle primarie per scegliere i candidati di centrodestra alle prossime politiche?«Le primarie le abbiamo messe nello statuto del partito, quindi non abbiamo nessun problema. Sicuramente le nostre sarebbero primarie autentiche, non come quelle del Pd e dei Cinque Stelle, dove il vincitore è già deciso a tavolino». E intanto Fedez lascia intendere che potrebbe candidarsi. È pronta ad affrontare il rapper alle prossime elezioni?«Francamente, preferirei Chiara Ferragni».
Il primo ministro del Pakistan Shehbaz Sharif e il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman (Getty Images)
Riyadh e Islamabad hanno firmato un patto di difesa reciproca, che include anche la deterrenza nucleare pakistana. L’intesa rafforza la cooperazione militare e ridefinisce gli equilibri regionali dopo l’attacco israeliano a Doha.
Emanuele Orsini e Dario Scannapieco