2020-12-14
«Il governo è come la Torre di Pisa»
Il giornalista Carlo Rossella: «Giuseppe Conte pende ma non cade, ha imparato in fretta a muoversi come i politici di professione. Ora s'inventano un'altra task force, ma non si vede nulla di militaresco, soltanto molta improvvisazione».La sua passione è quella di sempre: era e resta l'informazione. Estera, soprattutto. «I vecchi, cioè gli anziani», scherza bonario, quando a fare 80 gli mancano ancora due anni, «devono informarsi per capire dove va il mondo». Legge di tutto e guarda soprattutto la Bbc. Gli interessa sapere dove vanno la Russia, gli Usa, la Gran Bretagna e ancor più la Cina, «che galoppa mentre gli altri vanno al trotto e - altro che Via della seta - noi non lo abbiamo ancora capito, ma dovremmo rendercene conto ed essere più presenti». Carlo Rossella ha dismesso i panni da presidente di Medusa Film soltanto da qualche mese, li indossava dal 2007. Giornalista di lungo corso, è stato il direttore di Tg5 e Tg1, Panorama e la Stampa. Prendiamo appuntamento per un'intervista con lui con anticipo, prima del voto sulla riforma del Mes, quando ancora l'esecutivo sembrava essere in bilico. Gli chiediamo di parlare della situazione politica in Italia. Acconsente a sentirci telefonicamente dopo l'Aula e ci saluta con uno «Speriamo che gli diano un bel calcio nel culo, a questo governo, e soprattutto al suo primo ministro». Ma così non è stato.Giuseppe Conte mangerà quindi il panettone a Natale.«E pure la colomba a Pasqua, mi sa. Questo governo è come la Torre di Pisa: pende pende ma non viene giù. Conte è un personaggio che si muove come un politico di professione, pur senza esserlo per niente. Ha una certa abilità in questo, devo ammetterlo. Soprattutto a maneggiare il potere: sembra non ne sia interessato, ma altroché… La malizia in politica conta più di altre qualità».Qual è la strategia vincente che utilizza per non cadere?«Si mostra con astuzia come se fosse il migliore tra i peggiori».Dal Colle han fatto sapere che lo scioglimento della legislatura non era un'ipotesi tanto peregrina, anzi, in caso di mancato accordo nella maggioranza nella scorsa settimana. Le indiscrezioni sui desiderata veri o presunti di Sergio Mattarella pensa che abbiano aiutato a far marciare (quasi) tutti compatti?«A quanto ho letto nei retroscena dei giornali in questi giorni, a Mattarella il modo di comportarsi di questa classe politica piace ben poco, almeno da un anno a questa parte direi. Pare che scioglierebbe volentieri le Camere per andare a elezioni anticipate. Non so se questa sia notizia vera, ma in realtà è l'unica cosa da fare». Tornare al voto?«Ma certo. Qui succede qualcosa che in Francia, o in Inghilterra non accadrebbe mai: siamo in stallo e governati da un premier che non è stato eletto dal popolo. Le elezioni sono la via d'uscita a una situazione che non va bene e che si spiega, appunto, semplicemente: il Parlamento ha votato questo primo ministro, ma non basta. Ci vuole il consenso popolare per essere a capo di un Paese».E con il Covid come la mettiamo?«È un dramma terribile. Ecco, solo su quello devo dire che il governo ha fatto quel che ha potuto. Il nostro Paese è rimasto inchiodato dal virus, non eravamo organizzati. Ci ha sorpreso, ma penso che ora ci stiamo comportando molto bene per davvero. I divieti e le chiusure sono necessari, non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca. Resto convinto che se avessimo avuto un'estate diversa ci saremmo forse potuti evitare migliaia di morti. Non si parla dei morti, qui da noi». Come ha fatto invece Angela Merkel, che qualche giorno fa si è commossa? Sappiamo che lei ne è un estimatore.«Vero, e ribadisco: donna straordinaria. Le confesso che vederla piangere ha commosso anche me. Perché la sua era la commozione del potere per un dramma. In Italia non piange nessuno, mi auguro qualcuno pianga, prima o poi».Giro pagina ma non vado molto in là. Capitolo «soldi che dovrebbero arrivare dall'Europa». C'è la cabina di regia per il Recovery fund da approntare, e Conte sembra voler controllare. «Guardi, le uniche cabine che mi piacciono sono quelle sulle spiagge del mar Adriatico. La regìa va bene negli studi televisivi o al cinema, che c'entra con il Paese? Così, anche quanto si utilizzano termini come “task force" mi viene solo da ridere. Evoca venti di guerra, ma io non vedo in questi al governo qualcosa di militaresco. Le parole sono un escamotage per far sembrare qualcosa quanto invece non è. Comunque: a mio parere non siamo in condizioni di aver bisogno di un controllo esterno, la Troika non arriverà come in Grecia. La personalità internazionale ci resta ancora. Dovremmo essere in grado di far quel che più conviene al bene del Paese, senza cedere, nei limiti del possibile ovviamente. La cosa però che mi preoccupa davvero è che spero i soldi li spendano bene e che non li rubino. Perché questo è un Paese dove i soldi fanno gola, da sempre. Il passato lo dimostra. Un controllo rigoroso serve, e io lo darei in mano ai magistrati».A dei giudici in generale?«A quelli in gamba e seri. Magistrati del calibro che fu di Francesco Saverio Borrelli. Gherardo Colombo, Gian Carlo Caselli: di questi mi fido».Di quei soldi quanto abbiamo bisogno? Conte dice che dobbiamo correre per spendere 209 miliardi. «Siamo messi male, l'Italia è messa molto male. Di solito la crisi si percepisce ma non si vede. Ma ora basta guardarsi attorno: siamo circondati da disoccupati, da famiglie che fanno fatica ad arrivare a fine mese. In Meridione è un disastro».I soldi dell'Europa servono per tirarci su e magari pure una patrimoniale, idea che qualcuno ha ritirato fuori?«In passato hanno picchiato sul ceto medio, che però ha sempre pagato le tasse. Urge mobilitare la Guardia di finanza, per far pagare Pantalone, e cioè sempre i soliti noti. Lotta all'evasione: si punti sui patrimoni con una politica fiscale impositiva, seria e decisa».Ci elenca i risultati ottenuti a oggi dal governo?«Non mi sembra ce ne siano stati. Poca roba».Cambiare qualche ministro potrebbe aiutare a far meglio?«Io cambierei presidente del Consiglio. Ci vorrebbero uomini come Romano Prodi, o Silvio Berlusconi, che in più ha una grandissima esperienza imprenditoriale oltre che politica. Un altro livello. Ne esistono in Italia. Ne avremmo bisogno. Abbiamo dimenticato il nostro patrimonio di esperienza politica».Due nomi che altrimenti vedrebbe al Colle?«Berlusconi andrebbe bene al Quirinale, certo. Il punto è che bisogna passare dal Parlamento. E lì si annidano i franchi tiratori. Quelli che ascoltano e mettono in pratica gli ammonimenti delle proprie mogli: vota contro, perché al Colle ci potresti andare tu e saresti migliore. Il passaggio parlamentare è importantissimo, ma sottoposto a un fuoco non amico».Matteo Renzi nel frattempo che sta facendo secondo lei?«Devo dire che i discorsi li sa fare, quello alla Camera l'ho apprezzato davvero. Non è uno da lasciare in sala d'aspetto». Sarà lui a far cadere Conte?«Siamo nel campo delle ipotesi. Bisogna vedere se ne avrà la determinazione. Ribadisco che non è facile far venire giù questo governo, ma stiamo a vedere, mi sembra che il coraggio sia una dote che non gli manchi».E il Pd che fa?«È un partito di scettici sulla leadership di Conte. E pensare che sono gli stessi che hanno fatto governi giallo-rossi-arcobaleno. Forse è meglio che trattino con Renzi».Torniamo a Berlusconi. In queste settimane di nuovo protagonista.«Berlusconi si è comportato benissimo. Ha dimostrato di essere un vero capo di Stato. Nel dialogare con l'opposizione, nell'essere uomo della pacificazione. È il conciliatore di questo Paese, un facilitatore di alleanze. E infatti ha ricevuto i complimenti di tutti, anche dai giornali che prima scrivevano contro di lui. Ha capito la difficoltà della situazione che stiamo vivendo, uno dei pochi». Ha creduto, per un attimo, che potesse entrare in maggioranza?«Mai, ma figuriamoci. Berlusconi non sta nelle maggioranze degli altri. Sono gli altri che devono entrare in maggioranza con lui».E con Forza Italia?«La struttura del partito azzurro c'è. Ritengo Mariastella Gelmini un personaggio importante: i suoi discorsi sono angosciati - ha quel modo di appassionarsi alle cose - ma validi. Merita anche Anna Maria Bernini. E pure Mara Carfagna: è preziosa, anche se un po' in ombra e anche se non ho capito quanto si riconosca ora in Forza Italia».Come commenta Renato Brunetta che definisce un vero leader Luigi Di Maio?«Ha ragione Brunetta. Di Maio è un leader di un partito fondato da un uomo - Beppe Grillo - che ha grandi capacità, visto il seguito notevole che è riuscito a costruire. Devo ammettere che pensavo quel Movimento sarebbe andato ben più avanti, ma si sono fermati. Però come Berlusconi sono stati capaci di inventare un movimento di governo che ha ottenuto grande consenso».Non mi aspettavo il paragone. Di Salvini e Meloni infine che mi dice?«Mah. Mah. Scriva emme, a, acca. Non sono il mio genere, ecco. Ma “de gustibus non est disputandum", si dice».