2022-01-25
L’inflazione e il lockdown (di fatto) impediscono la ripresa economica
L’aumento dei prezzi unito alle assurde regole sul salvacondotto sanitario frenano le attività commerciali. Mentre calano i consumi e torna a salire lo spread, si rivedono al ribasso le stime di crescita del nostro Pil.La spia è sempre più rossa: lo spread è a 144 punti, tre in più di venerdì, col rendimento del Btp che sfiora l’1,45% e annuncia salassi per le casse dello Stato. A confermare che l’economia sta andando sulle montagne russe (da dove arriva il gas!) è che Milano è la peggiore Borsa d’Europa. Ha perso ieri il 4% in attesa di un possibile rialzo dei tassi da parte della Fed e sui timori delle tensioni geopolitiche ed energetiche. Se questi sono i dati macro a preoccupare sono gli andamenti di tutti i giorni in un Paese che è praticamente in lockdown e dove la ripresa si è già fermata. Nell’hotellerie sono partite le prime trecento lettere di licenziamento, ma è solo un timido inizio. Gli alberghi italiani sono sull’orlo del fallimento generalizzato, i mancati sostegni e il non prolungamento della cassa integrazione minacciano oltre 200.000 occupati, e stanno diventando terreno di caccia speculativa dei fondi esteri. Esempio di queste ore l’acquisto - per la cifra di 90 milioni di euro - di tutto il Sestriere da parte del fondo Icon inglese (a proposito, ma la Brexit non doveva essere una catastrofe per la Gran Bretagna?) e ogni giorno un pezzo d’Italia passa di mano. È il combinato disposto del caro bollette, dell’inflazione e del Paese stretto nella morsa della burocrazia sanitaria che si farà ancora più esosa dal primo di febbraio mentre tutto il resto d’Europa si prepara a ripartire e la pandemia dà evidenti segni di «stanchezza». L’economia si sta avviando su un binario morto e il rischio della stagflazione (prezzi su, consumi giù) è sempre più reale. La Confesercenti nazionale con la sua presidente Patrizia De Luise ha stimato che mancano circa 7 miliardi di consumi del periodo natalizio e che ormai è necessario prevedere dei ristori non basati sul fatturato, ma sui giorni di quarantena che ogni azienda deve sopportare. Il ricorso allo smart working massiccio ha svuotato di nuovo le città e la necessità di usare la carta verde per andare nei negozi, di fatto, uccide il commercio introducendo anche elementi di concorrenza sleale. Basta fare un esempio: si può andare al supermercato senza salvacondotto e comprarsi una camicia, ma non si può entrare in un negozio di abbigliamento. A pesare ulteriormente sui consumi sarà l’inflazione. Secondo la Confcommercio si andrà ben presto oltre il 4% e «questa condizione inflazionistica è destinata a permanere almeno fino all’estate, con inevitabili riflessi negativi sul potere d’acquisto delle famiglie e della loro ricchezza finanziaria detenuta in forma liquida, frenando la ripresa dei consumi». Le prime anticipazioni del rapporto Coop (è un maxi-sondaggio) confermano che ci aspettano tempi grami. Il 63% del campione teme che l’inflazione non calerà e il 64% (erano possibili risposte multiple) è convinto che il caro prezzi intaccherà lo stile di vita perciò il 45% taglierà la spesa. Con buona pace di Christine Lagarde, presidente della Bce, che continua da Francoforte a sostenere che l’inflazione avrà decorso temporaneo perché è in larghissima parte legata al caro energia. Sostiene la Lagarde che la fiammata inflazionistica ha un’origine nell’offerta e siccome non cresce la domanda i prezzi scenderanno. È una giustificazione che non convince e appare «strumentale» a evitare di dover mettere mano ai tassi. L’Eurotower teme rialzando i tassi di frenare la crescita che si è fatta sempre più incerta e non vuole creare allarme sui conti degli Stati, Italia in testa, più indebitati. Ma sa anche che la tanta liquidità in circolazione è essa stessa fonte d’inflazione. Ed è comunque difficile credere che la bolletta energetica si raffreddi in fretta, non solo per le tensioni in Ucraina con Ursula Von der Leyen, presidente della Commissione europea, incapace di mettere in campo una qualsiasi iniziativa, che invoca però nuove sanzioni alla Russai da cui l’Europa compra il 40% del gas. Quello dell’energia è un mercato imperfetto perché esiste un oligopolio (Gazprom russa) a cui si è aggiunta una barriera creata proprio dalla Von der Leyen col famoso Green deal. L’Europa dichiara che vuole rinunciare al gas e gli oligopolisti usano per farcela pagare la leva del prezzo visto che hanno oltretutto un ottimo cliente: la Cina. La dimostrazione sono le quotazione di ieri, col petrolio di nuovo vicino ai 90 dollari e il gas in rialzo ulteriore del 2%. In Italia significa che diversi comparti industriali stanno già fermando gli impianti. Ragione per cui Confindustria, ma anche la Banca d’Italia, ha rivisto al ribasso le stime di crescita del nostro Pil. Siamo già a un punto in meno da quanto previsto dall’Istat e dal Governo. Bankitalia si ferma al 3,8% Confindustria prevede uno stop dello 0,8% per il primo trimestre. Ma non conta perché finché c’è Covid c’è (Roberto) Speranza.
Attività all'aria aperta in Val di Fassa (Gaia Panozzo)
Gabriele D'Annunzio (Getty Images)
Lo spettacolo Gabriele d’Annunzio, una vita inimitabile, con Edoardo Sylos Labini e le musiche di Sergio Colicchio, ha debuttato su RaiPlay il 10 settembre e approda su RaiTre il 12, ripercorrendo le tappe della vita del Vate, tra arte, politica e passioni.
Il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida (Ansa)