2025-01-05
Una delibera per la mordacchia Lgbt. La linea Schlein arriva subito a Roma
Elly Schlein e Alessandro Zan (Ansa)
Il Partito gay, con M5s e Pd, chiede nella Capitale un bando sulle «campagne omobitransfobiche». Agli attivisti però non basta: come la segretaria dem, loro evocano una finta emergenza per riesumare il liberticida ddl Zan.Se in Italia, nel 2025, la brutale e intollerabile aggressione alla coppia di gay avvenuta nel quartiere del Pigneto, a Roma, rimanesse l’unica dell’anno in corso, sarebbe già troppo. Il numero delle aggressioni conta, eccome se conta, ma quello che più preoccupa è la motivazione di quella aggressione, il movente - come direbbero i giuristi -, che è quello dell’intolleranza contro chi ha orientamenti e comportamenti sessuali che non siano quelli tra un uomo e una donna. Non occorre neanche essere liberali per detestare fino allo schifo assoluto e condannare quello che è capitato ai due giovani, Stephano e Matteo, nella Capitale, la notte di Capodanno, perché si tenevano per mano, basta essere umani. Il branco che li ha aggrediti, nonostante le loro compagne provassero a trattenerli, è un branco di bestie che più che in carcere andrebbero rinchiuse in uno zoo per animali deficienti.Detto questo, e detto convintamente, è strano questo Pd che sostiene non esserci un’emergenza sicurezza e immigrazione in città come Roma e Milano e che sostiene - contemporaneamente - che c’è un’emergenza omofobia nel Paese e che la destra non fa nulla e non dice nulla per contrastare questo fenomeno. Dati i numeri dell’uno e dell’altro fenomeno - l’allarme sicurezza, fatto di aggressioni con coltelli a persone inermi, scippi e quant’altro ha numeri molto superiori ai fatti derivanti da omofobia - c’è da decidersi: se c’è un’emergenza omofobia, in Italia, c’è anche un’emergenza immigrazione e sicurezza nelle nostre città decine di volte superiore quanto ai dati. Il 7 o il 9 di gennaio, nel Consiglio comunale di Roma, si discuterà e voterà una delibera contro l’omobitransfobia, definita «storica» dal Partito gay Lgbtq+, con il sostegno del M5S e del Pd, che prevede - in sostanza - il divieto di campagne omotransfobiche e l’esclusione di associazioni omotransfobiche dalle attività pubbliche e sanzioni di tipo amministrativo. Contro questa iniziativa si sono pronunciate varie associazioni gay - che hanno manifestato ieri, in piazza Malatesta - perché ritengono l’iniziativa del partito in Comune a Roma dannosa, in quanto non contiene gli elementi di una proposta più ampia che si ricollega al disegno di legge Zan, già bocciato dalle assemblee parlamentari e cioè un’estensione ai temi dell’educazione gender nelle scuole, adozioni gay, utero in affitto e ciò che tutti sappiamo.Elly Schlein si è buttata a pesce sulla questione dichiarando l’emergenza omotransfobica nel nostro Paese. Alessandro Rico, ieri, su questo giornale, ha spiegato bene il disegno della leader del Pd. Il fatto, comunque, non meraviglia, anzi era ampiamente prevedibile, perché ormai da tempo la segretaria che vorrebbe il campo largo si è ritagliata uno spazio in un campo stretto (non ci riferiamo all’importanza della questione, per carità), e cioè quello dei diritti civili a sfavore di quello dei diritti sociali. O meglio, pur sforzandosi di parlarne, quando entra sul terreno dell’economia e del sociale in senso più ampio, fatica a raccogliere quel consenso che era proprio della sinistra e che progressivamente è diventato terreno della destra, e quindi non perde occasione per recuperare con battaglie sui diritti, a partire da quello della diversità di genere. Se non s’attacca ai diritti civili s’attacca al tram, ma il tram è passato da tempo.Qual è il rischio che sta sotto a questo «allargamento» della questione invocato dalle associazioni gay che hanno manifestato ieri a Roma? Sta nell’articolo 4 del disegno di legge Zan, in cui si prevedevano sanzioni penali per manifestazioni e dichiarazioni considerabili omotransfobiche. E qui sorge la questione: si potrebbe, con una legge di questo tipo, discutere criticamente di adozioni gay? Si potrebbe dirsi contrari all’utero in affitto o gestazione per altri (a pagamento nei confronti di donne che lo fanno per disperazioni, in molti casi)? Le aggressioni alle coppie gay vanno represse come un atto di violenza ingiustificato e insopportabile a qualsiasi coscienza civile che abbia raggiunto un grado elementare di consapevolezza della necessità della tolleranza come chiave di volta della convivenza. Chi non rispetta questo principio e compie atti che vanno in senso inverso è fuori della società, va sanzionato pesantemente come tutte le persone che, per altri motivi, sono oggetto di violenza in questa società. Fin qui non c’è discussione perché la discussione l’ha già fatta la storia della nostra civiltà, stabilendo il diritto alle scelte soggettive nel rispetto delle libertà altrui.Ma su tutto il resto la discussione è legittima e non ci deve essere una legge che, anche minimamente, la ostacoli o addirittura la impedisca e la sanzioni. Tutto qui. Posso difendere all’estremo il diritto agli orientamenti sessuali e nello stesso tempo discutere le adozioni gay? Nella risposta a questa domanda sta il nocciuolo della questione.