2024-06-05
Lettera all’ambasciatrice albanese per gli attacchi di «Report» a Rama
Solidarietà dal centrodestra prima della visita di oggi del premier ai centri per i migranti.Una visita ai cantieri delle strutture per l’accoglienza dei migranti, dopo le polemiche sui costi e sui ritardi. Oggi il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, insieme al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, vola in Albania a tre giorni dal voto per le europee. Motivo, una visita congiunta con il primo ministro albanese, Edi Rama, a Shengjin e Gjader, le due aree selezionate dal protocollo di collaborazione in materia migratoria (dovevano essere pronte a maggio, la chiusura del cantiere è slittata, però, a novembre, ndr). Annunciando la visita lampo ieri, Meloni aveva anche rinnovato a Rama «la solidarietà dell’intero governo per gli attacchi ricevuti nelle settimane scorse». Il protocollo Italia-Albania, siglato lo scorso 6 novembre, prevede che l’Albania ospiti le due strutture di accoglienza per i migranti intercettati durante gli attraversamenti nel Mediterraneo e le attività di soccorso in mare. Nei due centri ricettivi si applicherà la giurisdizione italiana. L’accordo con il premier albanese, considerato «innovativo» dalla Meloni, è stato «benedetto» anche dalla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, che lo ha definito «un modello a cui guardare» per gli altri Paesi dell’Ue intenzionati ad affrontare seriamente il dossier migratorio.Il vertice è stato anticipato anche da una lettera di solidarietà all’ambasciatrice albanese in Italia, Anila Bitri Lani, scritta dai componenti di centrodestra del bilaterale Italia-Albania. Oggetto della missiva, gli attacchi partiti dall’Italia proprio contro l’accordo sulla gestione dei migranti stipulato tra i due Stati. «Italia e Albania hanno profondi legami da tempo immemorabile. Da undici anni l’onorevole Edi Rama è il primo ministro della Repubblica d’Albania», ed è stato «ricevuto con grandissima e reciproca cordialità da tutti i presidenti del Consiglio italiani che si sono avvicendati», appare scritto nella lettera. Che continua: «Ma quando Rama ha mostrato di voler proseguire una proficua collaborazione con l’Italia e con il suo governo, anche se non più guidato o sostenuto dal Pd, membro della stessa famiglia europea del Partito socialista albanese che Rama presiede dal 2005, sono cominciati gli attacchi. Dopo l’annuncio dell’accordo Italia-Albania sulla gestione dei migranti, il Pd ha addirittura annunciato la richiesta di espulsione del partito guidato da Edi Rama dal Pse».E poi, la bordata firmata Antonio Baldelli, Salvatore Caiata, Ciro Maschio, Mariangela Matera, Filippo Melchiorre, Giulio Terzi di Sant’Agata e Alessandro Urzì di Fratelli d’Italia, Simone Billi e Gian Marco Centinaio della Lega e Roberto Pella e Catia Polidori di Forza Italia: «Ora, nel delicato momento pre elettorale, a sei giorni dal voto, arriva un servizio televisivo di Report che dipinge il primo ministro dell’Albania come un amico di criminali e di boss. Di fronte a questo, desideriamo manifestare la nostra profonda solidarietà al popolo albanese, al suo presidente e alle sue istituzioni democratiche, che taluni non esitano a denigrare pur danneggiando l’Italia a livello internazionale. È particolarmente imbarazzante per la nostra nazione che questo avvenga attraverso il servizio pubblico televisivo pagato dai contribuenti, quel servizio pubblico che secondo alcuni sarebbe ormai asservito al governo».Per quanto riguarda i due siti albanesi ricordiamo che a Shengjin, città portuale nell’area Nord occidentale dell’Albania, verrà realizzato il centro di prima ricezione per le procedure di sbarco e identificazione. In questa sede opereranno gli agenti di Frontex, l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, che saranno impiegati nelle attività di identificazione e fotosegnalamento dei migranti. Ancora più a Nord, a Gjader, sorgerà invece l’altra struttura che funzionerà come un Centro di permanenza per i rimpatri (Cpr) dove verranno trasferite tutte le persone considerate «non vulnerabili» ovvero richiedenti asilo ma anche persone che non hanno presentato domanda di asilo.
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