2022-09-20
Letta contro Dio, patria e famiglia attacca Meloni, ma infanga Mazzini
Enrico Letta (Imagoeconomica)
Il dem accusa di maschilismo la leader di Fdi e associa al «patriarcato» i valori decantati dal padre dell’Italia. Che aveva previsto la deriva cara alla sinistra: l’insistenza sui diritti individuali a scapito di doveri e comunità.a Elly Schlein, quindi - per adeguarsi all’ambiente - gli è toccato improvvisare una imitazione di Michela Murgia, e il risultato è stato deludente anche rispetto ai suoi standard non proprio altissimi.Come al solito, al centro dei pensieri di Letta c’era Giorgia Meloni, che è il vero fulcro della campagna elettorale del Pd. In studio si discuteva dei diritti delle donne, e il segretario dem se n’è uscito con questa dichiarazione, che poi ha ribadito persino su Twitter: «Chi dice 3 parole - Dio, Patria, Famiglia - ne intende una sola: patriarcato. Meloni guida Fdi perché non contesta ma esalta un modello maschilista e reazionario di società. Femminile non significa femminista».Che un uomo a capo di un partito dominato da maschi dia lezioni di femminismo a un altro partito che invece è presieduto da una donna è già abbastanza grottesco. Ma a superare clamorosamente il limite della decenza è la sconfortante analisi lettiana della triade «Dio, Patria, Famiglia». Qui le possibilità sono due: o Letta è ignorante oppure è in disgustosa malafede, e non sappiamo dire che sia peggio.Comunque stiano le cose, ci permettiamo una rapida citazione utile a chiarirgli le idee. «La donna e l’uomo sono due note senza le quali l’accordo umano non è possibile. […] Abbiate dunque la donna siccome compagna e partecipe, non solamente delle vostre gioie e o dei vostri dolori, ma delle vostre aspirazioni, dei vostri pensieri, dei vostri studi e dei vostri tentativi di miglioramento sociale. Abbiatela eguale nella vita civile e politica. Siate le due ali dell’anima umana verso l’ideale che dobbiamo raggiungere». Sono parole scritte - intorno alla metà dell’Ottocento - da un uomo chiamato Giuseppe Mazzini. Sono contenute in un volumetto che egli fece pubblicare col titolo I doveri dell’uomo, un testo che si fonda sui tre pilastri che Letta tanto detesta: Dio, Patria e Famiglia.Mazzini, uno dei padri - forse il più nobile - dell’Italia unita, è stato un fervente apostolo dell’emancipazione femminile, ha lavorato a contatto con donne italiane e straniere tanto da dar forma a quello che si può definire «femminismo mazziniano» (leggere per credere il recente tomo curato da Livia Gazzetta così intitolato). Ed è stato - al contempo e senza contraddizione alcuna - il cantore della succitata triade.Egli scriveva che la famiglia va difesa a tutti i costi, respingendo «ogni assalto che potesse venirle mosso da incauti che, irritati nel vederla sovente nido d’egoismo e di spirito di casta, credono che il rimedio al male sia nel sopprimerla». Per Mazzini, la famiglia è «la patria del core». Essa è il luogo in cui si perpetua la tradizione proprio perché «la Famiglia ha in sé un elemento di bene raro a trovarsi altrove, la durata. Gli affetti in essa vi si estendono intorno lenti, inavvertiti, ma tenaci e durevoli, siccome l’ellera intorno alla pianta». Tale durata della famiglia la rende il fondamento della nazione, la prima cellula di una comunità più ampia. Mazzini, il cui riferimento a Dio è costante praticamente in tutte le opere, vedeva appunto la famiglia come la culla dell’educazione. Ed è attraverso l’educazione che si possono formare gli italiani di domani: «Chi non amerà la famiglia che assumendosi parte dell’educazione del mondo e riguardandosi come germe e primo nucleo della Nazione, mormorerà al fanciullo, tra il bacio materno e la carezza del padre, il primo insegnamento del cittadino?». Padre e madre, ben distinti nelle loro funzioni, sono dunque i primi educatori dei cittadini. E Mazzini, dal canto suo, si è sempre trovato molto a suo agio nel ruolo paterno, di genitore di una nazione intera.Tra i suoi figli più ingrati ci sono oggi gli esponenti del Partito democratico, che continuano a inveire contro i concetti di Dio, Patria e Famiglia senza nemmeno sapere da dove provengano. Prima fu Monica Cirinnà ad esibire in piazza un cartello con su scritto «Dio, Patria, Famiglia = vita di merda», oggi Letta ritorna sul luogo del delitto. Costoro, poveracci, pensano così di opporsi a un inesistente patriarcato, o ritengono di agire da progressisti illuminati opponendosi al presunto bigottismo delle destre.Ma proprio negli scritti mazziniani sono contenute argomentazioni in grado di annichilirli. Come vedete, volutamente non chiamiamo in causa la religione, perché qui non si tratta di una questione di fede, bensì di una faccenda squisitamente politica. Se si osteggiano e si cancellano Dio, Patria e Famiglia - opera portata avanti con convinzione dagli odierni liberal - si ottiene esattamente ciò che Mazzini aveva previsto: l’abuso dei diritti individuali.Non a caso, il padre della patria preferiva insistere sui doveri, da cui - come ebbe a spiegare Giovanni Gentile - egli faceva derivare i diritti (e non viceversa). Quando ciascuno rivendica con rabbia i propri diritti, spiegava Mazzini, si crea uno stato di guerra di tutti contro tutti. «In questa guerra continua, gli uomini s’educarono all’egoismo, e all’avidità dei beni materiali esclusivamente. La libertà di credenza ruppe ogni comunione di fede. La libertà di educazione generò l’anarchia morale». È esattamente quello che si sta verificando da qualche anno a questa parte, con le minoranze (sessuali, etniche e religiose) che si combattono sul «mercato dei diritti» in cerca di riconoscimento. Mazzini aveva prefigurato lo sfaldamento comunitario in cui ci troviamo immersi: «Gli uomini», scriveva, «senza vincolo comune, senza unità di credenza religiosa e di scopo, chiamati a godere e non altro, tentarono ognuno la propria vita, non badando se camminando su quella non calpestassero le teste de’ loro fratelli, fratelli di nome e nemici di fatto. A questo siamo oggi, grazie alla teoria dei diritti». Ecco allora che ai diritti Mazzini antepone i doveri. La sua è una ascetica dell’uomo d’azione, un votarsi interamente - per gratitudine verso il Padre, i genitori, e dunque verso la patria - al sacrificio di sé, eliminando ogni tentazione narcisistica.Uomini e donne si realizzano soltanto se partecipano in egual misura alla costruzione e alla difesa della comunità, ed è la comunità a garantire - successivamente - la libertà di ciascuno. Eliminare Dio, Patria e Famiglia significa lasciare spazio a egoismo, speculazione e solitudine. Concetti che, in effetti, ben sintetizzano il programma del Pd.