Trecento Comuni e la Regione Sicilia evadono i contributi dei dipendenti

A Brolo, per dire, l'estate è stata piena di iniziative. L'assessore al Turismo, Maurizio Caruso se ne compiace assai sul sito ufficiale del Comune: c'è stata la Sagra dell'Oro Verde, il Carnevale Estivo con i carri e i fuochi d'artificio, l'Expo del Gelato, il Brolo Running By Night, la finale di Biliardo, le Frecce Tricolori, la gara di Pignateddi, la maccheronata, il Maracaibo beach, la Festa di Sottogrotte con il pane consatu, e il dibattito su «Arancino o Arancina?», terribile dilemma concluso con una grande abbuffata all'insegna de «l'importante è che sia buono». Peccato solo che in questo tripudio festoso di grassi e divertimenti, il Comune si sia dimenticato, un'altra volta, di pagare i contributi Inps per i suoi dipendenti. Che cosa ci volete fare? Pagare i contributi è così noioso. Volete mettere con i Pignateddi?

A oggi i contributi Inps non versati dal Comune di Brolo ammontano a 780.811 euro: non pochi per un Comune di poco più di 5mila abitanti e con 124 dipendenti comunali. In pratica si tratta 6.296 euro per ogni dipendente comunale. E, comunque, 78 volte più dei contributi Inps che ogni cittadino comune ha diritto a non versare prima di finire direttamente davanti al giudice. Proprio così: se un'azienda o un commerciante non paga contributi Inps dei suoi dipendenti per una cifra appena superiore ai 10.000 euro, basta anche 10.000 euro e un centesimo, scatta la denuncia penale. Il Comune di Brolo invece non ha pagato contributi per oltre 780.000 euro e nessuno dice nulla. O, almeno, nessuno ha detto nulla fino a oggi. Com'è possibile?

È possibile perché quello di Brolo, purtroppo, non è un caso isolato in Sicilia. Su 390 Comuni dell'isola ben 293, cioè 3 su 4, risultano evasori dei contributi Inps per i loro dipendenti. E su 293 ben 51 superano la fatidica soglia dei 10mila euro, quella per cui, se la giustizia fosse uguale per tutti, dovrebbe scattare la denuncia penale. Alcuni di questi Comuni hanno debiti record con l'istituto di previdenza: 657.000 euro ad Aci Catena, 603.000 euro a Campobello di Mazara, 231.000 ad Augusta, 147.000 euro ad Adrano, 121.000 euro a Comiso. Nella lista nera, per altro, non poteva non comparire anche Catania, la città guidata da Enzo Bianco, ex ministro dell'Interno e pezzo grosso dell'Anci, uomo immagine della sinistra della legalità, che già figura in testa alle classifiche per le tasse non pagate: 19 milioni di euro non versati al fisco. A cui oggi si aggiungono, per l'appunto, i 205.078 euro non versati all'Inps. Quando si dice dare l'esempio.

In totale i contributi previdenziali evasi dai Comuni siciliani ammontano a 4.619.284 euro. A cui si assommano i 27.841.138 euro mai versati all'Inps dalla Regione Sicilia. In tutto, dunque, sono oltre 30 milioni di euro di buco. A questo punto, immagino, molti di voi lasceranno cadere l'indignazione, e si consoleranno: sarà un problema per i dipendenti pubblici dell'isola che si troveranno con meno contributi versati. Errore: è un problema nostro che glieli dobbiamo pagare tutti fino all'ultimo centesimo. Se un'azienda privata, infatti, non paga l'Inps per il lavoratore, è il lavoratore a rimetterci. Se invece a non pagare l'Inps è un ente pubblico, l'Inps interviene e supplisce. Risultato: i dipendenti del Comune di Brolo, di Catania, degli altri 291 municipi e della Regione Sicilia possono stare tranquilli. Voi, cari lettori, un po' meno. Perché quei 30 milioni saranno tolti, inevitabilmente, dalle vostre tasche.

Il meccanismo della truffa, infatti, è tutto qui: i Comuni ricevono i soldi delle nostre tasse per pagare i loro dipendenti, contributi compresi. Se una parte di questi soldi, impegnati in bilancio a questo scopo, vengono invece dirottati altrove, noi dobbiamo pagare di nuovo. Cioè, in pratica, dobbiamo pagare quei dipendenti due volte. Non è bello, si capisce. Anche perché ci viene un sospetto: come sono stati utilizzati i soldi con cui i Comuni dovevano pagare i contributi? Per finanziare i Pignateddi? Il pane consatu? L'Expo del gelato?

Tre giorni fa, il 21 settembre, con una lettera ufficiale l'amministratore di Riscossione Sicilia, Antonino Fiumefreddo ha annunciato che porterà in Procura tutti i documenti dell'evasione, «affinché si proceda nei confronti dei responsabili per i reati che saranno ravvisati». Finalmente si parla di reati: distrazione di fondi? Abuso d'ufficio? Sottrazione di beni alla riscossione? Si vedrà: di sicuro è la prima volta che viene sollevato il problema. Finora sembravano tutti contenti di partecipare al Carnevale Estivo e pure a quello invernale, senza chiedere conto di quei soldi svaniti nel nulla. O, forse, utilizzati per i fuori d'artificio al Maracaibo beach.

«Forza Italia non fa favori a Mediolanum»
Massimo Doris (Imagoeconomica)
Secondo la sinistra, Tajani sarebbe contrario alla tassa sulle banche perché Fininvest detiene il 30% del capitale della società. Ma Doris attacca: «Le critiche? Ridicole». Intanto l’utile netto cresce dell’8% nei primi nove mesi, si va verso un 2025 da record.


Nessun cortocircuito tra Forza Italia e Banca Mediolanum a proposito della tassa sugli extraprofitti. Massimo Doris, amministratore delegato del gruppo, coglie l’occasione dei conti al 30 settembre per fare chiarezza. «Le critiche sono ridicole», dice, parlando più ai mercati che alla politica. Seguendo l’esempio del padre Ennio si tiene lontano dal teatrino romano. Spiega: «L’anno scorso abbiamo pagato circa 740 milioni di dividendi complessivi, e Fininvest ha portato a casa quasi 240 milioni. Forza Italia terrebbe in piedi la polemica solo per evitare che la famiglia Berlusconi incassi qualche milione in meno? Ho qualche dubbio».

«Oggi nell’Ue non ci sono le condizioni per togliere l’unanimità in Consiglio»
Giovanni Pitruzzella (Ansa)
Il giudice della Consulta Giovanni Pitruzzella: «Non c’è un popolo europeo: la politica democratica resta ancorata alla dimensione nazionale. L’Unione deve prendere sul serio i problemi urgenti, anche quando urtano il pensiero dominante».


Due anni fa il professor Giovanni Pitruzzella, già presidente dell’Autorià garante della concorrenza e del mercato e membro della Corte di giustizia dell’Unione europea, è stato designato giudice della Corte costituzionale dal presidente della Repubblica. Ha accettato questo lungo colloquio con La Verità a margine di una lezione tenuta al convegno annuale dell’Associazione italiana dei costituzionalisti, dal titolo «Il problema della democrazia europea».

La sinistra si batte per dare gli appartamenti popolari agli stranieri senza lavoro
Ansa
Maurizio Marrone, assessore alla casa della Regione Piemonte in quota Fdi, ricorda che esiste una legge a tutela degli italiani nei bandi. Ma Avs la vuole disapplicare.


In Italia non è possibile dare più case agli italiani. Non appena qualcuno prova a farlo, subito si scatena una opposizione feroce, politici, avvocati, attivisti e media si mobilitano gridando alla discriminazione. Decisamente emblematico quello che sta avvenendo in Piemonte in queste ore. Una donna algerina sposata con un italiano si è vista negare una casa popolare perché non ha un lavoro regolare. Supportata dall’Asgi, associazione di avvocati di area sorosiana sempre in prima fila nelle battaglie pro immigrazione, la donna si è rivolta al tribunale di Torino che la ha dato ragione disapplicando la legge e ridandole la casa. Ora la palla passa alla Corte costituzionale, che dovrà decidere sulla legittimità delle norme abitative piemontesi.

Henry Winkler racconta le follie del passato in «Una storia pericolosa»
Henry Winkler (Getty Images)
In onda dal 9 novembre su History Channel, la serie condotta da Henry Winkler riscopre con ironia le stranezze e gli errori del passato: giochi pericolosi, pubblicità assurde e invenzioni folli che mostrano quanto poco, in fondo, l’uomo sia cambiato.

Il tono è lontano da quello accademico che, di norma, definisce il documentario. Non perché manchi una parte di divulgazione o il tentativo di informare chi stia seduto a guardare, ma perché Una storia pericolosa (in onda dalle 21.30 di domenica 9 novembre su History Channel, ai canali 118 e 409 di Sky) riesce a trovare una sua leggerezza: un'ironia sottile, che permetta di guardare al passato senza eccessivo spirito critico, solo con lo sguardo e il disincanto di chi, oggi, abbia consapevolezze che all'epoca non potevano esistere.

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