2020-08-07
L’Emilia che ha «resistito» alla Lega copia il Carroccio su rom e badanti
La Regione rossa applica, giustamente, severe regole di ingresso per chi arriva dall'Est Europa. E a Bologna giro di vite sui nomadi. Per compensare, però, addio alla polizia stradale di Casalecchio.C'era una volta l'Emilia Romagna che resiste, la Stalingrado su cui si era infranto il blitzkrieg salviniano. C'era una volta il mascellone buono di Stefano Bonaccini e la rivoluzione gentile della vicepresidente Elly Schlein. C'era tutto questo, e c'è ancora, ma il risultato lo sapete qual è? Tampone a tutte le badanti dell'Est Europa, perché pare che i migranti portino il Covid, e rom sgomberati. Insomma, la sinistra-sinistra, che batte la Lega non vergognandosi della sua storia, alla fine si comporta proprio come la Lega. O quasi, perché ovviamente si tratta di di provvedimenti estemporanei e pieni di falle, fatti un po' alla chetichella, quasi vergognandosene. La contraddizione, però, è lampante. Chiedere, per conferma, alle circa 61.000 badanti che lavorano nella Regione. O, quanto meno, a quelle che in questi giorni rientreranno dai loro Paesi natii. Bonaccini sta mettendo a punto un sistema di tamponi a tappeto per tutte. «Un passo necessario», spiegano dall'assessorato regionale alla Salute, guidato da Raffaele Donini, secondo quanto riportato dal Resto del Carlino, «dettato anche dalla consapevolezza che la percentuale dei positivi negli ultimi 30 giorni relativa ai rientri dall'estero è pari a circa l'11%». Tra di loro, sottolinea la Regione, «ci sono naturalmente anche le assistenti familiari». Intendiamoci: è tutto sacrosanto e, ovviamente, chiunque capirebbe che non si tratta di un provvedimento su base etnica, quanto piuttosto legato a una situazione contingente di emergenza legata a certi Paesi e alla mobilità delle persone. Resta il fatto che sentir sciorinare percentuali così e veder stabilire con tanta tranquillità una correlazione tra immigrazione e pandemia fa impressione. Basta immaginarsi le medesime politiche messe in campo da una Regione a guida salviniana o meloniana, per capire di cosa stiamo parlando. Il piano dell'Emilia Romagna prevede che le badanti debbano dichiarare alle aziende sanitarie di riferimento il loro ingresso in Italia. Fatta questa comunicazione, all'arrivo nel nostro Paese scatterà il tampone naso-faringeo. Se il test darà esito positivo, scatterà l'isolamento nelle strutture alberghiere messe a disposizione dalle aziende sanitarie locali o il ricovero ospedaliero, in base alle condizioni cliniche della persona. Se il tampone sarà negativo, rimarrà l'obbligo di isolamento domiciliare per 14 giorni. Eppure, anche per misure così banali, lo psicodramma a sinistra sembra dietro l'angolo. Se Bonaccini o la Schlein si guardano bene dal parlarne nei loro social, in compenso Beppe Boni, condirettore del Resto del Carlino, si avventura in un'imbarazzata excusatio non petita e, parlando delle badanti, commenta: «Nessuno ce l'ha con loro, anzi. Guai a chi le tocca. Però di questi tempi con il consistente flusso da e per i Paesi dell'Est da cui proviene la maggioranza di esse possono rappresentare un problema. Un problema Covid. Il nodo non sono le signore medesime, ma l'incertezza delle misure di sicurezza nei loro Paesi d'origine e l'assenza di una rete di controlli sanitari al rientro in Italia dopo le vacanze a casa». Quel che non è chiaro è perché, magicamente, questi stessi argomenti diventino espressione del più becero razzismo a se utilizzati per criticare i continui sbarchi sulle nostre coste: un africano giunto a Lampedusa dopo mille traversie e passato per le mani di qualche organizzazione di scafisti dovrebbe destare meno preoccupazioni di una madre di famiglia rumena andata a trovare i parenti a Bucarest? Ma non è tutto. Nella Bologna del sindaco dem Virginio Merola, in questi stessi giorni, hanno deciso di dare una stretta sulle aree rom. Dopo tre mesi di morosità partirà la diffida, dopo altri tre mesi di mancati pagamenti scatterà il procedimento di decadenza della concessione e «l'allontanamento degli occupanti». Ovviamente le nuove regole stabilite dal Comune sono piene delle classiche supercazzole progressiste, dalle «microaree familiari» al «patto di convivenza» che ciascun capofamiglia sottoscriverà con il Comune e l'azienda per i servizi abitativi. E infatti la Lega attacca: «Si può entrare tramite matrimonio, quindi quelle aree sono destinate a diventare macro», tuonano Lucia Borgonzoni e Francesca Scarano, rispettivamente senatrice e capogruppo in Comune del Carroccio. E aggiungono: «L'allontanamento per morosità ci sembra una presa in giro: nei campi ci saranno i minorenni, i nuclei non si sposteranno». Giusto, anche se sentir parlare di «allontanamento degli occupanti» rom nella capitale dell'Italia rossa, fa comunque un certo effetto. Ma non troverete maggiori info sul profilo Twitter di Merola, dove invece si parla dei portici di Bologna, di Patrick Zaky, di bus elettrici e delle stragi nere. Insomma, un'ostentazione di riferimenti militanti. La linea dura con i rom si tiene, ma non si dice. Ad ogni modo, niente paura: l'Emilia Romagna non si sta convertendo alle politiche «legge e ordine»: «Chiude la polizia stradale di Casalecchio di Reno, a Bologna, nonostante le promesse del Pd e della Lamorgese. Il governo apre i centri per immigrati e chiude le sedi della Polizia», protestava ieri il leader della Lega Matteo Salvini. L'onore della Regione rossa, alla fine, è salvo.
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