2024-09-16
L’elisir di giovinezza si nasconde in un grappolo d’uva
Mangiarne i chicchi contrasta l’invecchiamento e tiene a bada il colesterolo. Grazie al contenuto di acqua e fibre, purifica l’intestino e il fegato e fortifica il sistema immunitario. Ed è pure un valido aiuto nel trattamento dei fattori di rischio dell’aterosclerosi, tra cui l’ipertensione, al punto da contribuire a ridurre la mortalità legata ai disturbi cardiovascolari. Dulcis in fundo, agisce sulla mobilità delle articolazioni e rinforza le ossa.Se dovessimo usare una di queste espressioni anglofone che tanto vanno di moda, potremmo affermare che siamo nel Vitis vinifera time: da luglio a dicembre, infatti, è la stagione dell’uva da tavola e a settembre si vendemmia l’uva da vino. L’uva è il frutto della vite, pianta il cui nome botanico è Vitis vinifera. Ci sono anche altre specie del genere Vitis. Per la precisione, il bel grappolo che vediamo anche raffigurato nella pittura parietale denominata Grappoli d’uva, appunto, dell’anno 50 d.C. circa nel triclinium della casa II di Pompei, è un’infruttescenza, cioè un’aggregazione di frutti, composta da un raspo (anche detto graspo o rachide) al quale sono attaccati gli acini. Gli acini, che chiamiamo anche chicchi, sono le bacche e possono avere forma ovale oppure più stretta e oblunga come nel caso dell’uva cosiddetta pizzutella, con acini lunghi e appuntiti (pizzuti). Il colore degli acini è verdino, giallino, giallo dorato nell’uva bianca, rosa o rosso nell’uva rossa, viola, violaceo-blu nell’uva detta nera, che poi a ben guardare è blu. Il raspo è l’asse principale del grappolo, dal quale partono i racimoli a cui si attaccano i pedicelli sui quali prima compaiono i fiori, poi gli acini, che contengono anche i semi. No, non chiamateli mai «ossi dell’uva»! Chiamateli magari vinaccioli: sappiate che di solito sono uno o due, ma possono anche arrivare a quattro per acino, e notate che sono piriformi, cioè a forma di (micro) pere. E sappiate anche che quando vedete in qualche negozio alimentare o erboristeria molto forniti l’olio di vinaccioli, be’ si tratta dell’olio estratto dai semi di uva. Una curiosità simpatica dell’uva è che nelle varietà normali i suoi pigmenti sono presenti solo nel metacarpo, la parte di polpa interna tra endocarpo ed esocarpo, mentre nelle varietà cosiddette tintorie tutto il mesocarpo è pigmentato. La vite, che proprio in questo mese «subisce» la vendemmia per poi diventare vino, è un bell’arbusto, col tronco contorto, la corteccia sfilacciata, grandi e resistenti foglie (che si usano anche per preparare gli involtini di foglie di vite) e poi i tipici viticci, anche detti cirri, piccoli organi di sostegno tramite i quali la vite si eleva e si espande, aggrappandosi ai sostegni che di solito sono i filari, ma che possono anche essere muri o altri alberi o piante, se cresce selvatica. La vite più antica d’Europa, e forse del mondo, si trova a Prissiano, località tra Bolzano e Merano in Alto Adige. Dalla veneranda età di ben 600 anni, anche se non è davvero la più antica può vantare sicuramente un bel primato. Sebbene si possa naturalmente mangiare anche l’uva da vino e lo si faccia in vendemmia, di solito si mangia l’uva da tavola, che è una coltivazione con una resa diversa in fase di vendita: per riempire una bottiglia di vino da 0,75 l ci vogliono circa 1,2 kg di uva, mentre il peso di 1,2 kg raccolto dalla vite di uva da tavola è lo stesso fornito al cliente, scarto zero. Perché mangiare uva? Come spiega sul suo sito il Crea, Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria, un team di ricercatori del Crea Viticoltura ed Enologia, sede di Turi, in collaborazione con studiosi dell’Università di Bari, ha realizzato una ricerca per valutare il legame fra l’assunzione prolungata di uva e i processi di coagulazione e fibrinolisi, che potrebbero portare all’insorgenza dei disturbi cardiovascolari. Ne è emerso che gli effetti salutari derivanti dall’assunzione dell’uva da tavola fresca potrebbero contribuire a proteggere l’organismo dall’insorgenza delle malattie cardiovascolari. Tali effetti antitrombotici, inoltre, persistono anche dopo l’interruzione dell’assunzione. Per la ricerca è stata utilizzata, per la prima volta, uva da tavola fresca e non derivati. È stata scelta la varietà Autumn royal, a bacca nera, proprio per le sue caratteristiche: moderato contenuto di zuccheri, elevato contenuto di composti polifenolici e in particolare di antociani, elevata attività antiossidante. Sono stati reclutati 30 volontari sani: 20 hanno assunto una dieta arricchita d’uva (5g/kg di peso, al giorno, quindi 350 g di uva al giorno per una persona di 70 kg) per tre settimane; 10 hanno seguito la loro dieta abituale ma senza uva. Le analisi del sangue, all’inizio, alla fine e dopo un mese dal termine dell’assunzione hanno dimostrato innanzitutto che non si è verificato alcun aumento della glicemia né del profilo lipidico, sfatando così un falso mito. Inoltre, l’assunzione prolungata di uva ha mostrato anche un effetto anticoagulante, perché aumentando la capacità fibrinolitica del plasma riduce i meccanismi di formazione dei trombi ed esalta quelli deputati alla loro rimozione. Ricca di sali minerali (potassio, ferro, fosforo, calcio, manganese, magnesio, iodio, silicio, cloro, arsenico), vitamine A, B, C e polifenoli, l’uva ha infatti proprietà ricostituenti e antiossidanti, perché combatte i radicali liberi responsabili del deterioramento dei tessuti e del Dna. Con il suo contenuto di acqua e fibre, inoltre, permette di purificare l’intestino e il fegato. Ma non solo. Se assunta nella dieta alle dosi sopra riportate, la sua composizione la rende particolarmente indicata come valido ausilio nel trattamento dei principali fattori di rischio dell’aterosclerosi come l’ipertensione, il diabete, l’iperlipidemia e lo stress ossidativo, al punto da poter contribuire a ridurre la mortalità legata ai disturbi cardiovascolari. L’uva ha quindi effetto antiossidante e antinfiammatorio, abbassa il colesterolo, contrasta l’invecchiamento e avrebbe anche effetto antitumorale. Abbiamo detto falso mito degli zuccheri e dei grassi dell’uva. L’uva infatti ha un basso indice glicemico e il suo consumo permette di controllare l’insulina. Vediamone intanto in dettaglio le caratteristiche nutrizionali: 100 g di uva presentano 61 calorie, determinate da acqua (80,3 g), zuccheri (15,6 g secondo le varietà e il livello di maturazione), fibra (1,5 g), proteine (0,5 g) e lipidi (0,1 g). A livello di ventaglio vitaminico-minerale, abbiamo 6 mg di vitamina C, antiossidante, che favorisce la produzione di collagene utile anche per la mobilità articolare, fortifica il sistema immunitario (assumendo vitamina C si guarisce prima dai malanni stagionali da raffreddamento). Poi, 0,03 mg di vitamina B1, 0,03 mg di vitamina B2, 0,4 mg di vitamina B3, tutte utili al corretto funzionamento del sistema nervoso, 4 µg di vitamina A (retinolo equivalente) che aiuta lo sviluppo e poi il buon mantenimento di ossa e denti, 15-20 µg di vitamina K, che serve per la sintesi epatica della protrombina e in generale la coagulazione del sangue e poi fa bene alle ossa (una carenza importante può condurre all’osteoporosi). Tra i sali minerali dei bei chicchi, 192 g di potassio e 1 mg di sodio, dal cui equilibrio - che deve essere di 5:1, qui ampiamente rispettato - dipende anche una buona pressione arteriosa; 27 mg di calcio, del quale concentriamo il 99% nelle ossa in forma di carbonato e quindi è utilissimo alla salute delle ossa e dei denti; 4 mg di fosforo (salute di ossa e denti e trasformazione del cibo in energia); 0,4 mg di ferro (ossigenazione di tessuti e organi); 0,27 mg di rame (metabolismo energetico, produzione di globuli rossi, ossa e tessuti connettivi); 0,12 g di zinco (corretto funzionamento degli ormoni della tiroide, sessuali, della crescita e dell’insulina). L’uva è inoltre fonte di stilbeni (come il resveratrolo, usato anche in cosmetica per i suoi notevoli effetti antiossidanti, antinfiammatori e rafforzativi del sistema immunitario), flavanoli (ad esempio le catechine), favonoli (come quercetina e kempferolo), acidi fenolici (come l’acido caffeico) e carotenoidi (betacarotene, luteina e zeaxantina). Fate attenzione e non mangiate uva se assumete anticoagulanti, antiaggreganti e farmaci metabolizzati dal citocromo P450.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.