2025-11-22
Il grido del padre: «I nostri figli sono sani e noi vivevamo felici»
La famiglia della casa nel bosco (Ansa). Nel riquadro, i genitori dei bambini
L’uomo smentisce la Procura: «Stanno con i bimbi dei nostri amici, socializzano eccome. Vogliamo poter scegliere ciò che fa per noi».Le accuse che gli muovono sono pesantissime. «In considerazione delle gravi e pregiudizievoli violazioni dei diritti dei figli all’integrità fisica e psichica, all’assistenza materiale e morale, alla vita di relazione e alla riservatezza, i genitori vanno sospesi dalla responsabilità genitoriale», si legge nelle carte del tribunale dell’Aquila. «È inoltre necessario ordinare l’allontanamento dei minori dall’abitazione familiare, in considerazione del pericolo per l’integrità fisica derivante dalla condizione abitativa, nonché dal rifiuto da parte dei genitori di consentire le verifiche e i trattamenti sanitari obbligatori per legge». Nathan Trevallion e sua moglie Catherine sono ritenuti dall’istituzione giudiziaria cattivi genitori, tanto che i loro tre bambini gli sono stati tolti e portati in una casa famiglia, dove la mamma li ha potuti raggiungere e il padre li ha potuti incontrare per qualche minuto ieri. Scrive ancora il tribunale che è «confermato il provvedimento di affidamento esclusivo al servizio sociale adottato in fase cautelare. Il servizio sociale è inoltre incaricato di disciplinare la frequentazione tra genitori e figli, con modalità idonee a prevenire il rischio di sottrazione».Nathan, assieme al suo avvocato Giovanni Angelucci, ha deciso di fare ricorso. Ma intanto cerca di attutire una botta che è stata forte. Lui voleva solo tenere i suoi figli in mezzo alla natura e per questo si è trasferito a Palmoli, provincia di Chieti, in un vecchio casolare. «L’unica cosa che voglio dire è che questa è un’ingiustizia», sospira Nathan parlando con la Verità nel suo curioso miscuglio di italiano e inglese. «Hanno fatto veramente una brutta cosa a una famiglia che viveva felice, in salute in mezzo alla natura e in armonia con la terra. È una cosa incredibile quella che ci hanno fatto: perché devi togliere i bambini a una famiglia se non sono maltrattati né malnutriti, se sono educati, sani e stanno bene? Perché devono agire per distruggere una famiglia così? Per noi è una decisione bruttissima».Prima gli hanno sospeso la potestà genitoriale, ora gli hanno tolto i figli. «Ho visto i miei bambini questa mattina per dieci minuti, perché non mi lasciano stare con loro tanto tempo. Ho portato vestiti e giochi, un po’ di frutta, ho dato un abbraccio ai miei figli, ho dato un abbraccio e un bacio a mia moglie e poi mi hanno detto che dovevo andare via».L’accusa principale che gli muovono e di non far socializzare i bambini. «Va peraltro evidenziato che l’ordinanza cautelare non è fondata sul pericolo di lesione del diritto dei minori all’istruzione, ma sul pericolo di lesione del diritto alla vita di relazione», si legge nelle carte, «produttiva di gravi conseguenze psichiche ed educative a carico del minore. La deprivazione del confronto tra pari in età da scuola elementare (circa 6-11 anni) può avere effetti significativi sullo sviluppo del bambino, che si manifestano sia in ambito scolastico che non scolastico. Il gruppo dei pari è un contesto fondamentale di socializzazione e di sviluppo cognitivo/emotivo, che offre opportunità uniche rispetto all’interazione con gli adulti». Nathan non ci sta. «No, no, no, questo non è vero», ripete. «Loro hanno amici, li teniamo vicini a tanti bambini, fanno socializzazione con altri, semplicemente socializzano con bambini dei nostri amici, con le persone che conosciamo, con cui condividiamo lo stesso pensiero e la stessa filosofia di vita. Io come essere umano ho tutto il diritto di scegliere come i miei figli debbano vivere e con chi farli socializzare. Cerchiamo libertà, vogliamo scegliere la vita che fa per noi, il modo di vivere che è migliore per noi, per la nostra famiglia. Non vogliamo altro, non abbiamo niente contro le altre persone, semplicemente abbiamo fatto la scelta di vita che noi riteniamo migliore per noi. Abbiamo una vita sanissima, senza l’inquinamento della città, senza i problemi della scuola. Oggi come oggi i bambini hanno tanti problemi psicologici, c’è ansia, c’è depressione, c’è violenza, ci sono tanti altri problemi e noi stiamo evitando quei problemi. Abbiamo visto con i nostri occhi, soprattutto in Asia, come vivono bene le famiglie e come crescono migliori i bambini con una vita libera. Noi abbiamo fatto la scelta di vivere così».Vogliono solo essere liberi, ma la loro libertà a qualcuno non piace.
Friedrich Merz, Emmanuel Macron, Volodymyr Zelensky e Keir Starmer (Ansa)