2023-06-20
Legge Natura, oggi si cerca l’intesa
Il ministro Gilberto Pichetto Fratin (Ansa)
Vertice per trovare un compromesso sul regolamento che vuol ripristinare flora e fauna. L’ipotesi è quella di concedere esenzioni. Ma c’è pure il nodo dei fondi.Regolamento sul ripristino della natura. Obiettivo: trovare una sintesi. È per questo che oggi alle 10 si riuniranno i ministri dell’Ambiente europei, per l’Italia parteciperà il ministro Gilberto Pichetto Fratin. L’obiettivo della legge simbolo del green deal europeo è quello di ripristinare gli habitat e le specie vegetali e animali danneggiate dall’uomo e dal clima. Gli obiettivi stabiliti sono giuridicamente vincolanti e il testo emesso dalla Commissione ha creato più di qualche tensione. Sostanzialmente secondo Ppe, conservatori e in generale l’area di centrodestra la legge metterà a rischio le catene di approvvigionamento dell’Europa intera mandando sul lastrico moltissime attività. Inevitabile poi un ulteriore innalzamento dei prezzi nonché il rischio di ostacolare la diffusione delle energie rinnovabili o delle miniere necessarie per l’approvvigionamento delle materie prime strategiche. La sinistra invece sostiene con forza che il ripristino della natura sarebbe compatibile con le attività economiche. Tesi che non convince quasi nessuno. Oggi, infatti, sul tavolo dei ministri europei si discuterà un nuovo testo di compromesso. Una versione che ha l’ambizione di ammorbidire i punti più nevralgici e discussi del testo. Nella nuova proposta di testo esaminata dalla Verità, si aggiungono una serie di emendamenti per far sì che gli Stati, possano esentare alcune zone dagli obblighi fissati dalla legge. Per quanto riguarda il ripristino degli habitat l’inadempimento è giustificato se è causato da: cause di forza maggiore comprese le calamità naturali; trasformazioni inevitabili degli habitat direttamente causate dai cambiamenti climatici; un piano o un progetto di rilevante interesse pubblico per il quale non esiste un’alternativa non meno dannosa (in questo caso rientrerebbero gli impianti di produzione stoccaggio e distribuzione di energia rinnovabile); azione o inerzia dei Paesi terzi per i quali lo Stato membro interessato si trovi non responsabile. A questo si aggiunge un emendamento all’articolo 5 per quanto riguarda la difesa nazionale. Il nuovo testo prevede una deroga generale nelle aree utilizzate con lo scopo della difesa nazionale se gli obblighi previsti sono ritenuti incompatibili. Ampia preoccupazione è data anche dalla questione finanziaria: chi pagherà per tutto questo? A tal proposito nel testo che oggi verrà esaminato dal Consiglio si evidenzia che «è necessario trovare un equilibrio tra le varie necessità, assicurando la fornitura dei fondi necessari evitando di pregiudicare futuri negoziati su diversi strumenti legislativi dell’Ue». Con questa premessa nel testo è stato aggiunto un emendamento all’articolo 18 che chiede alla Commissione di presentare entro 12 mesi dall’entrata in vigore della legge una relazione, dopo consultazione con gli Stati membri, che contenga proposte per adeguate misure aggiuntive, comprese misure finanziarie per colmare le lacune, e ferme restando le prerogative dei legislatori per l'adozione della finanziaria post 2027.Insomma, il messaggio che sta inviando il Consiglio (ma anche il Parlamento) alla Commissione è chiaro. I socialisti se vogliono portare a casa la legge dovranno fare un passo indietro. Ora resta da capire se questo messaggio verrà recepito dal vicepresidente della Commissione Frans Timmermans e i suoi che nelle scorse settimane, come riportato da La Verità, sono stati accusati di fare pressioni indebite sugli eurodeputati non allineati all’agenda green.
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Cesare Parodi (Imagoeconomica)