2023-06-17
«L’ecologia è umana ma oggi affrontiamo una deriva panteistica in cui Dio scompare»
Papa Francesco e il vescovo di Albenga-Imperia Guglielmo Borghetti (Ansa)
Il vescovo di Albenga-Imperia Guglielmo Borghetti: «Il concetto di “difesa dell’ambiente” non c’entra nulla con il linguaggio cristiano».«Non c’è ecologia senza un’adeguata antropologia». Guglielmo Borghetti, vescovo di Albenga-Imperia ricorda il messaggio centrale della Laudato Sii, l’enciclica «verde» di papa Francesco, e in questa intervista reinquadra l’ecologismo che oggi domina sulla scia dell’emergenzialismo climatico.Possiamo affermare che alla base della crisi socio-ambientale che viviamo c’è un’antropologia deviata, frutto della visione riduttiva dell’uomo propria della mentalità tecnico-scientifica? «La crisi strutturale del cambiamento d’epoca che stiamo vivendo è di natura antropologica. Nella prospettiva cristiana l’uomo si pone come un assoluto relativo all’interno della creazione - dono di Dio per un liberissimo atto d’amore - di cui Cristo è il centro. La persona ha un posto nobile, è quanto di più perfetto esiste tra gli enti creati. Con l’età moderna, quando Dio scompare come riferimento, l’uomo diventa un assoluto, un grande Prometeo che domina la natura con la tecnica. Su questi concetti fondamentali oggi c’è una distrazione di massa anche nel mondo cattolico, dove ci si allinea a quello che il Santo Padre chiama “pensiero unico”, una sua efficace espressione raramente riportata dai media».La selezione delle parole del Pontefice è un problema. Accade con la stessa Laudato Sii, non di rado piegata a un ecologismo a-cristico.«Invece l’enciclica parla di ecologia “integrale” o “umana”. Ma accade anche sul gender: il Papa più volte ha denunciato la “colonizzazione ideologica” che avviene “in guanti bianchi”, come un do ut des, ma chi mai riporta queste parole?». Torniamo all’uomo: da assoluto relativo ad assoluto. Oggi a che punto stiamo?«All’uomo “soluto”, sciolto. La prospettiva è una sorta di panteismo: il concetto di “Gaia” e l’idea di una madre Terra viva che ha la febbre riflettono questo pensiero. Mi viene in mente Giordano Bruno quando parlava dell’universo come di un grande animale che respira. Noi oggi siamo in questa terza fase. Il concetto di “difesa dell’ambiente” non c’entra nulla con il linguaggio cristiano: l’uomo è nel cosmo per custodire il Creato, quale “collaboratore alla creazione” come lo chiamava Giovanni Paolo II».Come spiegare l’ecologia integrale ai giovani, principale target della propaganda ecologista?«Mostrando che la creazione è un dono più grande di quello che noi chiamiamo semplicemente “natura” perché fa riferimento al progetto del Padre; e che è giusto rispettare questo giardino in cui siamo stati posti, ma che a far la differenza sono le motivazioni profonde con cui lo facciamo: un giovane dovrebbe essere aiutato a capire che vive in un contesto dove ha una primazia e che ciò che lo circonda gli è dato perché lui lo custodisca come il Padre glielo ha consegnato; anzi migliorandolo, ma sempre nell’ottica delle leggi naturali».Concetti non facili da passare in questo tempo post-cristiano«Vero. I nostri ragazzi non hanno riferimenti valoriali teocentrati, ma labilmente fondati sull’emozionalismo, su un buonismo indefinito. Oggi si ripete a casaccio “siamo tutti fratelli”, con un’espressione travisata dal pensiero unico; ma sono parole di San Francesco, che era lontano mille miglia sia da un ecologismo ateo che da una sorta di fraternità orizzontale, ed esprimeva invece la fratellanza in Cristo in quanto figli di Dio. Anche perché la fraternità senza paternità è in-significante. Tra i giovani c’è un analfabetismo valoriale; siamo rimasti tutti colpiti quando sono andati a spalare il fango in Emilia-Romagna, ma mi chiedo: chi evangelizza queste azioni? Chi spiega ai ragazzi perché hanno sentito questo bisogno di solidarietà? Dovremmo dar loro le categorie per comprendere perché sono corsi ad aiutare, far capire che c’è una forza che spinge l’uomo, immagine e somiglianza di Dio, e quindi fatto per essere con gli altri e per gli altri».A proposito: a quale rispetto della natura educhiamo i giovani quando gli mettiamo in mano la pillola abortiva o quando rivendichiamo la possibilità di praticare l’utero in affitto?«C’è un primato della natura della persona, che non è un oggetto, mentre oggi assistiamo alla sua reificazione, la possiamo fare e usare: è terribile. Ed è spaventoso che proprio quelle ideologie che si vantano di difendere dei presunti diritti siano quelle che poi inscenano l’uso e la produzione dell’altro. Parlare di un “diritto all’aborto” è un abominio: non si può dare il diritto di togliere la vita».Il ricorso a categorie cristiane - altruismo, accoglienza, solidarietà - per fini ideologici è diffuso.«Sono prosciugate della loro dimensione ontologica e cristologica diventando flatus vocis. I media giocano su questa impostazione di tipo affettivo; producono emozioni per commuovere e così passano sentimenti svuotati della loro radice. Mentre si vuole salvaguardare l’uomo con i suoi cosiddetti diritti, inventandone ogni giorno uno, l’uomo si autodistrugge perché diventa una sorta di idolatria naturalistica».Si dice che la scienza sia diventata la nuova religione, che ne pensa?«La scienza è importante e la Chiesa lo sa bene. Sono scienziati cattolici ad aver creato la scienza moderna e demitizzato l’universo, riconducendolo a creazione. Però è altrettanto vero che nella prospettiva di un cosmo ordinato la scienza ha un suo ruolo, che è limitato, non assoluto. Invece “la nostra epoca è ricca di scienza e povera di sapienza”, come scriveva Giovanni Paolo II». Molti sono scontenti per come la Chiesa si è comportata sia durante la pandemia che dopo, avendo sposato discriminazioni e mancato di discernimento. La Chiesa non c’è stata?«Lo sento anche tra la mia gente: “dove eravate?” mi chiedono. È un punto su cui dovremo riflettere e fare un bell’esame di coscienza. Si è evidenziato l’aspetto della rimozione della malattia, non della salute integrale: ma Gesù è venuto a darci la salvezza integrale. È ora di cominciare a parlarne e riconoscere che abbiamo esagerato nell’enfatizzare alcune cose. Ora vanno dette in modo completo altrimenti si rischia di perdere la sostanza».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.