2019-12-07
Le telefonate del sindaco Carletti per promuovere il sistema Bibbiano
Nelle carte di «Angeli e demoni» le conversazioni tra gli assistenti sociali e l'amministratore del Pd. Che voleva chiedere pure un appuntamento al vescovo per celebrare i metodi utilizzati da Claudio Foti e soci.Ora c'è chi vorrebbe santificarlo. Ma nelle carte giudiziarie che hanno raccontato la storiaccia di Bibbiano ci sono le valutazioni di un giudice, il gip del Tribunale di Reggio Emilia Luca Ramponi, che restano una delle pietre angolari su cui poggia l'inchiesta «Angeli e demoni». Quelle carte, in poche righe smantellano i tentativi di difesa d'ufficio del sindaco pd di Bibbiano Andrea Carletti: «Non è vero che l'indagato non sapesse nulla, piuttosto sapeva e coprì politicamente l'iniziativa amministrativa illegittima, compartecipando nella agevolazione fattiva della stessa anche a fronte di specifiche richieste di altri componenti dell'organo di indirizzo politico». E quando sono emerse le irregolarità riguardanti il sistema di gestione dei minori, il suo ruolo, secondo il giudice, «si è estrinsecato per dare pieno sostegno agli altri indagati». Le telefonate con Federica Anghinolfi, responsabile del Servizio sociale integrato dell'Unione dei Comuni della Val d'Enza e protagonista dell'inchiesta, stando alle accuse, dimostrerebbero la tesi delle irregolarità nell'assegnazione del servizio alla Hansel e Gretel, la Onlus piemontese del guru Claudio Foti. Poi c'è un altro tassello da considerare, già presente nell'ordinanza di custodia cautelare riguardante Carletti. I vari protagonisti del caso Bibbiano avevano in mente di mettere in piedi una vera e propria comunità per minori, che avrebbe dovuto gestire bambini e ragazzi provenienti non solo dalla provincia reggiana, ma da tutto il Nord Italia. Nelle carte dell'inchiesta troviamo conversazioni registrate proprio su questo tema. Ecco qualche esempio. In una telefonata con Marcello Cassini, legale rappresentante della società cooperativa «Si può fare» di Fornovo Val di Taro, Federica Anghinolfi annuncia di aver cercato anche una sede per il nuovo progetto: «Loro hanno cercato sta benedetta casa su a Bibbiano e ne avevano trovata una in affitto, ma per come è articolata non si riesce a suddividere», dice l'assistente sociale. È Cassini a tirare dentro il sindaco dentro il sindaco. I carabinieri annotano: «Marcello dice di aver già avvisato Carletti di questa cosa, in quanto quest'ultimo gli aveva detto di conoscere una grande casa in cui i proprietari volevano fare un caseificio». E, come era ovvio immaginare, la parte tecnica sarebbe stata affidata a Foti e alle sue terapie. «Noi ci siamo», dice Marcello alla Anghinolfi. E aggiunge: «Io adesso ho chiamato Claudio (Foti) oggi ma non l'ho trovato... dopo mi richiamerà o lo richiamo domani mattina... volevo comunicargli che... prima che lo venisse a sapere da fuori che noi ci siamo lo stesso... non è che siccome apriamo la comunità non ci siamo...». Il nuovo grande progetto aveva già un nome: «Rompere il silenzio». Secondo gli investigatori, era proprio Carletti a fare pressione perché «voleva farlo in Val d'Enza». E ovviamente voleva affidarlo a Foti e ai suoi collaboratori. Al sindaco di Bibbiano, a quanto pare, quel progetto piaceva così tanto da mobilitarsi per cercare una sede. Non è tutto. Carletti, nelle telefonate registrate, appare davvero entusiasta dei metodi di Hansel e Gretel. Lo dimostra una chiamata La telefonata tra la Anghinolfi e Carletti. I due si sentono dopo un convegno (che si è tenuto il 10 ottobre 2018). Si intitolava «Rinascere dal trauma: il progetto La Cura», una sorta di gigantesca celebrazione del modello Bibbiano. La Anghinolfi sostiene che il pubblico abbia gradito e dice a Carletti: «Secondo me è arrivato un messaggio molto chiaro, anche di natura scientifica». Carletti ci mette il cappello: «Io l'ho ribadito apposta in fondo...». I due sono contenti. Anche perché hanno appena incassato un bel risultato: l'interesse che avrebbe manifestato addirittura il vescovo tramite un suo «emissario». È Carletti a sostenerlo: «Anche il discorso del vescovo, secondo me, ha un valore incredibile». Il sindaco riferisce dal Anghinolfi che proprio dai vertici della curia si aspettava delle perplessità. E invece, stando al suo racconto, avrebbe ottenuto approvazione «anche davanti alla stampa». Dopo quel successo non restava che una cosa da fare: «prendere contatto con il suo segretario (del vescovo, ndr) per fissare un appuntamento». Insomma, secondo gli investigatori, questa telefonata dimostrerebbe quanto Carletti fosse legato ad Anghinolfi e soci, e quanto li sostenesse. Secondo il gip reggiano «il suo ruolo di copertura si è anche estrinsecato facendo valere espressamente la propria competenza e il proprio peso politico per superare le perplessità di altri componenti della giunta dell'Unione proprio con riguardo alle modalità di affidamento del servizio di psicoterapia e della sua retribuzione di fatto». E qui c'è un'altra intercettazione a rendere le trame più chiare. I due interlocutori sono Foti e Francesco Monopoli (uno degli assistenti sociali al centro dell'inchiesta «Angeli e demoni»). I due parlano già della retta che avrebbero fissato per la comunità che Carletti voleva a Bibbiano: «Ho provato a sondare per il discorso della retta», dice Monopoli, «e... fra i 250 e i 260 euro... è un po' un discorso di lana caprina... nel senso che fino a 250 nessuno dice niente». Ma perché è importante questa intercettazione? In sostanza sembra dimostrare che, prima ancora di indire qualsiasi procedura a evidenza pubblica, era già stato deciso che la psicoterapia sarebbe stata affidata a Foti. L'incarico formale sarebbe arrivato attraverso la coop di Romina Sani. E più bimbi i servizi sociali gli avrebbero mandato, più grande sarebbe stato il business. È stato l'ex sindaco di Gattatico (Re) Gianni Maiola a confermare agli investigatori i metodi di Carletti. Le sue sommarie informazioni, allegate a un parere negativo inviato dal pm per opporsi alla richiesta di scarcerazione, segnalano che «per un verso la gratuità del servizio non era emersa nella discussione di giunta e che vi era una precisa consapevolezza della onerosità del servizio, tanto che egli pose il problema e segnalò le proprie perplessità, e sia Carletti che Anghinolfi e Campani rassicurarono gli altri componenti della giunta dell'esistenza di un formale affidamento ad Hansel e Gretel». Questo dicono le carte. Forse, prima di pretendere scuse, il Pd dovrebbe aspettare un po'.