2020-09-29
Le rogne scolastiche di Arcuri: il suo gel non serve contro il virus
Non soltanto i dubbi sugli affidamenti e la consegna dei banchi. Il Dipartimento di prevenzione del Friuli verbalizza che il disinfettante distribuito a un istituto non ha azione anti Covid. La responsabilità è del presideA Domenico Arcuri non è piaciuta l’analisi ai raggi X che La Verità ha compiuto sulla gara per oltre 2.400.000 banchi monoposto e «sedute innovative». Il commissario straordinario ha affidato al suo ufficio stampa una precisazione, in cui ci contesta di aver scritto che la Nexus è stata affidataria di un lotto: «Il rapporto contrattuale con la Nexus non è mai stato perfezionato e l’azienda è stata esclusa dalla negoziazione dopo le verifiche previste dalla legge, che sono state puntualmente fatte dalla struttura del commissario». Sarà, ma nel documento pubblicato sul sito della presidenza del Consiglio, la «struttura del commissario» dichiara «di aver affidato, in data 12 agosto 2020, [...] la fornitura di banchi scolastici e sedute attrezzate [...] ai seguenti operatori presenti nella graduatoria fornita dalla commissione». E nel «lotto A», insieme a Rti Mobilferro, Beton, Quadrifoglio e Nautilus sa, include la Nexus. Per l’appunto. Si legge esattamente il verbo «aver affidato». D’altro canto, La Verità ha sempre dato conto della versione dell’entourage di Arcuri: il contratto con l’azienda laziale - quella con 4.000 euro di capitale, un solo dipendente, suo socio principale, entrato in cassa integrazione a marzo - non è mai stato perfezionato. Dopodiché, suona surreale che la struttura commissariale sostenga che la Nexus non sia «mai stata presa in considerazione». Esiste un contratto, con la firma digitale di Arcuri, datato 26 agosto, con cui le vengono commissionati 180.000 banchi, per un corrispettivo di euro 44.604.000. Sì, quell’accordo non è stato perfezionato, è stato cestinato, s’è estinto. Ma uno che non viene preso in considerazione, non entra nella «graduatoria fornita dalla commissione», né arriva a un passo dallo stipulare un contratto con un commissario di governo. Qualche dubbio sussiste pure sulle «verifiche fatte puntualmente»: se quel documento, infatti, porta la data del 26 agosto, vuol dire che fino a quel punto nessuno si era accorto delle anomalie. Curioso concetto di puntualità: dal 12 al 26 del mese scorso, cioè nell’arco di due settimane, la squadra di Arcuri non s’era resa conto di ciò che noi, meno competenti, abbiamo scoperto in un pomeriggio.L’ad di Invitalia ha però ragione su una cosa. La ditta Aurora, sulla quale ci accusa di non aver avuto «la pazienza di consultare la semplice visura camerale», non è quella, omonima, di Miglianico, nel Chietino. Quest’ultima produce macchinari agricoli, lamiere. Quella vincitrice del bando, che non è abruzzese bensì friulana, tra le altre cose, in effetti, si occupa anche di «mobili per la didattica». Il punto qui non è la «pazienza», ma semplicemente l’ampio numero di aziende omonime e il fatto che, tra esse, la più gettonata sia quella di Miglianico. Nei documenti resi pubblici sabato sera, in fondo, non c’erano elementi che precisassero l’identità dell’impresa in questione. Anzi, dobbiamo segnalare che ieri, dal sito della presidenza del Consiglio, era impossibile consultarli di nuovo: cliccando, compariva la classica schermata «404. Pagina non trovata». Proprio come molte scuole ancora non trovano i famigerati banchi.Per Arcuri, nel frattempo, si apre un altro fronte. Friulioggi, infatti, ha dato conto della protesta della preside della primaria di Fiumicello (Udine). Alessia Cicconi, sui social, ha scritto: «A seguito della positività di un mio alunno, ho ricevuto la visita del Dipartimento di prevenzione che mi ha verbalizzato che il gel utilizzato dalla scuola non ha attività virucida e quindi non ha nessuna azione anti Covid. Peccato che sia il gel che mi ha inviato il commissario straordinario». Peggio: «Le dottoresse mi hanno detto che da adesso sarà mia responsabilità che non ho un gel adatto alla prevenzione perché loro me lo hanno verbalizzato». La struttura del commissario, in risposta, ha garantito che «tutti i gel igienizzanti distribuiti, 602.718 fino al 25 settembre, sono autorizzati o registrati dal ministero della Salute». E ha annunciato l’invio di una comunicazione, siglata dallo stesso Arcuri e da Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità, «a tutti i dirigenti scolastici italiani per rassicurarli sulla conformità dei gel igienizzanti ricevuti». Magari, oltre a lamentarsi con chi osa «mettere in discussione l’efficacia di uno sforzo che nessun altro Paese sta ponendo in essere», il commissario straordinario faccia una telefonata al Dipartimento friulano, che avrebbe certificato la non conformità dei suoi gel. Se poi il suo cruccio è di non aver ricevuto i dovuti riconoscimenti, consideri pure che certe aspettative, forse eccessive, le ha alimentate lui stesso. Era lui che, in audizione alla Camera e poi in tv su La 7, garantiva l’installazione dei banchi entro l’8 settembre. È sempre lui, ora, a lodare uno «sforzo» che non avrebbe eguali all’estero. Se è così bravo, è logico che da lui si pretenda un risultato all’altezza. Finora, per dire, ha consegnato 300.000 banchi, il 12,5% del totale. Ce la farà a mantenere l’ennesima promessa entro il 31 ottobre, al ritmo di 61.764 monoposto al giorno? A risentirci tra un mese...