2022-01-10
Le risposte che deve dare Draghi
Dopo giorni di silenzio, alle 18 il premier illustrerà gli ultimi decreti anti Covid. Vietato fare domande sul Quirinale. Salvini: «Non può abbandonare il lavoro in corso».Non si può dire che si sia affrettato. Per spiegare le misure adottate nel cdm convocato alle 18 del 5 gennaio scorso, Mario Draghi attenderà infatti le 18 di oggi. Cinque giorni, o se si preferisce 120 lunghissime ore: e circa la metà di questo tempo senza che nemmeno fosse disponibile il testo definitivo del decreto. Tra l’altro, Draghi dovrà spiegare non uno ma tre decreti: non solo quello del 5, ma pure quelli del 24 e del 29 dicembre. Tre decreti in 12 giorni, in un affastellarsi di nuove regole che ha confuso e spaventato gli italiani. Accanto al premier ci saranno Roberto Speranza (che da giorni imperversa in tv) e gli inevitabili Patrizio Bianchi (ministro dell’Istruzione) e Franco Locatelli (coordinatore del Cts). Sul versante di politica sanitaria, per il premier non sarà agevole spiegare come si concili un’urgenza definita impellente con il fatto che l’esibizione del super green pass nei luoghi di lavoro scatterà solo il 15 febbraio. E qui sarebbe necessaria (ma dubitiamo che avvenga) una potente autocritica del governo: sulla strategia fallimentare del green pass, sul ritardo nelle terze dosi, sul non fatto in ambito di scuola e trasporti. Sul versante giuridico, Draghi dovrà per lo meno spiegare tre cose. Primo: l’articolo 32 della Costituzione afferma che anche un’eventuale norma sull’obbligo vaccinale «non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana». Togliere lo stipendio a una persona è compatibile con questa disposizione? Secondo: è ammissibile un obbligo che non definisca preventivamente il numero e i tempi delle vaccinazioni imposte, peraltro in presenza di un vaccino che protegge ma non immunizza totalmente? Terzo: resterà il meccanismo del cosiddetto consenso informato, oppure lo Stato si farà carico in modo generalizzato degli eventuali effetti avversi?Sul versante economico, Draghi dovrà dire qualcosa sull’atteso provvedimento su ristori e indennizzi. E magari spiegare come si giustifichi il fatto che, a fronte della pesantissima sanzione per gli over 50 non vaccinati che il lavoro lo hanno (niente stipendio), per gli over 50 senza lavoro non sembri invece essere prevista la perdita di reddito di cittadinanza, Naspi o altri sussidi. Quanto alla scuola, al di là della disputa tra presidi e Regioni (che chiedono il rinvio) e ministro (che ha voluto la riapertura), resta la contraddizione evidenziata dal nostro giornale: con queste regole siamo davanti a una finta riapertura. All’asilo, la Dad scatterà con un solo alunno positivo; nella scuola primaria, con due; nella scuola secondaria, con tre. Come dire: oggi si apre e tra qualche giorno si richiude. A meno di colpi di scena, resteranno invece fuori dalla conferenza - su richiesta di Palazzo Chigi - le domande sulla corsa al Quirinale. Ma è inutile far finta di niente: ogni sillaba e ogni sorriso tirato saranno decodificati esattamente attraverso quella chiave interpretativa. E tutti cercheranno di capire se Draghi si ritenga a fine corsa come capo del governo e abbia già il trolley pronto per il Quirinale, o se invece - pur di malavoglia - si sia rassegnato a un diverso esito della partita per il Colle. E proprio di questo ha parlato ieri Matteo Salvini: «Penso che Draghi debba andare avanti a fare quello che sta facendo: non può abbandonare il lavoro in corso». E ancora: «Lavoro per una elezione veloce di un esponente di centrodestra dopo 30 anni. Sto lavorando riservatamente per una scelta rapida, condivisa e di centrodestra». Conclusione con un altro messaggio al premier: «Fossi in Draghi sarei fortemente preoccupato più che dal Quirinale dal caro energia».
Sehrii Kuznietsov (Getty Images)