2021-02-20
Le Regioni vogliono uscire dallo stallo dei vaccini mancanti. Ma Roma le rallenta
I governatori a caccia del siero trattati come degli sprovveduti. I Nas hanno acquisito documenti da Domenico Arcuri, Aifa e Veneto.I militari del Nas dell'Umbria stanno acquisito documentazione presso l'Agenzia italiana del farmaco (Aifa), la struttura commissariale di Domenico Arcuri e la Regione Veneta. Il procuratore di Perugia, Raffaele Cantone, vuole capire come sta funzionando il mercato parallelo dei vaccini, dopo aver aperto un fascicolo sul presunto truffatore che ha provato a vendere dosi Astrazeneca alla Regione Umbria. L'uomo è ora indagato per tentata truffa, quindi possiamo essere solo soddisfatti di come l'Arma si sia mossa rapidamente dopo le segnalazioni fatte alla magistratura. Anche la Procura di Roma indaga su presunti intermediari. Detto questo, ha qualche logica mettere in dubbio l'operato dei governatori come si sta cercando di fare, facendoli passare per degli sprovveduti nelle mani di loschi intermediari? «Sono stato io a chiedere di scrivere ai Nas. L'ho fatto il 12 febbraio attraverso il direttore generale della Sanità del Veneto, Luciano Flor», ha precisato ieri il presidente del Veneto, Luca Zaia, comunicando che il dottor Flor era stato sentito a Treviso dai Nas, su delega della Procura di Perugia, proprio per collaborare e far chiarezza. Da settimane il Doge sta dicendo che ci sono trattative in corso per l'acquisto di 27 milioni di dosi extra di vaccino Pfizer Biontech, da persone «che hanno titolo a venderlo e che hanno nomi e cognomi anche italiani». Il governatore non si occupa dei negoziati, delegati a Luciano Flor, ma sulla questione si è più volte espresso con decisione. Vuole trasparenza, chiede a Pfizer se ci sono altri venditori sul mercato o se «tutto quello che non è distribuito dall'Europa non è vaccino». Nel qual caso, però, le aziende «dovrebbero spiegare com'è che la Germania ha comprato milioni di dosi per conto suo, evidentemente trovandole sul mercato: si trattava forse di fiale adulterate, o qualcuno gliele ha vendute». Comunque serve una risposta chiara, ufficiale, che «ci toglierebbe anche dall'imbarazzo di stare qui a perdere tempo», ha fatto sapere. L'operato di Zaia è nel pieno rispetto della legge. Per acquistare vaccini anti Covid le Regioni sono legate all'autorizzazione nazionale, per questo il presidente ha chiesto all'Aifa di poter procedere nelle trattative e, dopo essere stato dirottato sullo staff di Arcuri, gli è stato detto di fornire i numeri dei lotti dei vaccini proposti dagli emissari. I codici ancora non sono stati comunicati a Palazzo Balbi, l'attesa non è piacevole e la mancanza di farmaci sta rallentando pesantemente la campagna vaccinazioni. Dopo il Veneto, anche i governatori di Lombardia, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Trentino Alto Adige, Marche, Campania vogliono approvvigionarsi di dosi aggiuntive di vaccini già autorizzati dall'Ema, l'Agenzia europea del farmaco. Sulla provenienza sono i primi a voler certezze, che però la Commissione europea non riesce a dare e tantomeno le Big pharma, trincerate dietro contratti super segretati. Per questo le Regioni procedono con molta cautela. Non stanno negoziando sul dark web, ma con intermediari dai quali trattano per altri acquisti nel mondo della sanità. «Se poi verrà accertato che il commercio avviene in legalità ed estrema sicurezza, si deciderà se acquistarli», ha più volte assicurato Zaia, che ieri si è augurato che da parte dei Nas «la verifica sia profonda e decisiva». Dunque massima prudenza, ma senza restare inerti ad aspettare da Arcuri farmaci salvavita che non arrivano a sufficienza. Forse entro il 10 marzo si conoscerà il contratto siglato dalla Pfizer con l'Ue e che il tribunale di Roma, su istanza del Codacons, ha chiesto alla società farmaceutica di depositare. Sarà possibile capire le condizioni imposte dalla società e la presenza di eventuali clausole vessatorie, così pure fare definitivamente chiarezza sul divieto per uno Stato membro di negoziare un accordo preliminare di acquisto a livello bilaterale, in base dell'articolo 7 del contratto della Commissione europea. È valido soltanto rispetto alle case farmaceutiche o anche rispetto a intermediari terzi? Il presidente, Ursula von der Leyen, si limita a mettere in guardia sugli acquisti paralleli: «Ci sono zero garanzie su questi vaccini ed è estremamente rischioso acquistare un prodotto di questo tipo. Non si ha idea del viaggio che ha fatto e se la catena del freddo sia stata rispettata. Vediamo un numero crescente di frodi e tentativi di frode», spiega, come se i governatori fosse disposti a comprare farmaci contraffatti. «Stiamo ascoltando segnalazioni di truffatori che si offrono di vendere vaccini ai governi di tutta l'Ue», avverte pure Ville Itälä, direttore generale dell'Ufficio europeo per la lotta antifrode (Olaf). Benissimo, allertiamo Nas e magistratura, ma non scivoliamo nel grottesco pensando che i nostri amministratori ci vogliano iniettare acqua sporca o di peggio. «In mezzo a questo “mare magnum", è possibile che ci siano dei tarocchi. Ricordo le Regioni che attendevano le mascherine e hanno ricevuto scatole vuote, o in cui non sono mai arrivati i respiratori. Questo non è accaduto in Veneto», ha tenuto a precisare Zaia. «Le aziende che hanno fatto guai altrove, qui sono state filtrate immediatamente». Poi il giusto sfogo, in una campagna diventata accusatoria nei confronti di governatori che si muovono senza aspettare le gocce distribuite da Arcuri. «Se io fossi un procuratore, di fronte a una Regione che, ricevendo un'offerta da 27 milioni di dosi, non fa nulla, continuando a fare morire la gente, io indagherei», ha detto il presidente leghista. «Abbiamo 5 milioni di veneti che possono e vogliono farsi vaccinare». Del resto, Draghi ha detto che vuole accelerare sulle vaccinazioni. Se non si comprano più vaccini, come si fa?