2019-05-02
Nascono le polizze per difendersi dallo stalking online. Un giro d'affari da 100 milioni
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Anche il mondo delle polizze assicurative si sta adattando ai problemi della vita digitale. Così, insieme alle più comuni polizze sulla vita, sulla salute in Italia sono iniziati ad arrivare prodotti che proteggono da cyber bullismo, furto e diffusione di dati personali in rete, frodi informatiche o revenge porn. Il costo va dai 500 ai 1.000 euro all'anno.Si tratta di un mercato piccolo, ma già in grande crescita. Oggi il giro d'affari italiano di questi prodotti, secondo le stime di Facile.it, si aggira intorno ai 100 milioni di euro. Difficile stimare un costo preciso, le variabili sono molte. In linea di massima il costo medio si può aggirare tra i 500 e i 1.000 euro all'anno. Un recente studio internazionale di Swiss Re ha evidenziato come, entro il 2025, il valore del mercato globale delle assicurazioni personali contro i cyber risk potrebbe addirittura superare i tre miliardi di euro; dati che non devono sorprendere se si considera che le vittime del cyber crimine, solo in Italia e solo nel 2017, sono state 16 milioni (fonte: Norton cyber security insights report 2018). Ma cosa coprono e come funzionano queste polizze? Nei casi in cui l'intestatario della polizza, o uno dei membri della sua famiglia, sia vittima di cyber bullismo, diffusione illecita di materiale personale, diffamazione o minacce online, l'assicurazione interviene assistendo il cliente nei processi in sede civile e penale o in via stragiudiziale al fine di ottenere la rimozione dei contenuti lesivi pubblicati e per richiedere l'eventuale risarcimento danni. Se l'azione intrapresa non porta a risultati concreti in tempi rapidi, alcune compagnie supportano l'assicurato con un team di esperti che si attiverà per inondare la rete con nuovi contenuti volti a disperdere e minimizzare la visibilità dei materiali lesivi pubblicati, mettendo in atto il cosiddetto flooding.Alcune polizze contemplano anche la tutela in caso di cyber stalking; attenzione però perché può capitare che queste coperture siano valide solo se a commettere l'illecito è una persona esterna al nucleo familiare; se invece lo stalker o il cyber criminale è un membro stretto della famiglia, ma anche un ex marito o un ex fidanzato, allora la polizza potrebbe non intervenire.Oltre alla copertura delle spese legali alcune polizze offrono anche un supporto di natura medica, andando a sostenere, nei limiti del massimale, le eventuali spese per cure psicologiche laddove la vittima manifesti disturbo post traumatico da stress.Questo tipo di polizze offre strumenti sviluppati per prevenire e ridurre al minimo i rischi online; si tratta di programmi specifici che proteggono l'assicurato, ad esempio, da virus e malware, da attacchi informatici da parte di hacker, dal phishing (un tipo di truffa effettuata su Internet attraverso la quale un malintenzionato cerca di ingannare la vittima convincendola a fornire informazioni personali fingendosi un ente affidabile in una comunicazione digitale) e dall'intercettazione dei tasti premuti sulla tastiera, tecnica spesso utilizzata dai male intenzionati che vogliono rubare le credenziali di accesso ai siti. Alcune compagnie assicurative si spingono persino oltre e, attraverso l'uso di programmi estremamente sofisticati, analizzano il web, e in particolar modo il dark web, con l'obiettivo di individuare eventuali usi fraudolenti dei dati personali dell'assicurato, avvisandolo in caso di possibili situazioni a rischio.Uno dei rischi più frequenti in rete è legato agli acquisti online; in questo caso la polizza Cyber risk offre un supporto nella risoluzione di controversie relative a inadempienze contrattuali. Attenzione però alla lista di beni che non sono coperti, perché in alcuni casi è molto lunga: tra le categorie di prodotti normalmente esclusi ci sono, tra gli altri, oggetti preziosi, oggetti intangibili con valore monetario (ad esempio azioni, obbligazioni o titoli) e prodotti digitali scaricati online. Sono escluse, anche, le controversie legate ad aste online e all'acquisto online di prodotti usati. Inoltre, è bene considerare che in alcuni casi la polizza è valida solo se il valore dell'oggetto acquistato è superiore ad un certo importo, normalmente tra i 200 e i 400 euro.Al momento i prodotti di questo tipo sono ancora pochi, ma si tratta di un mercato che si sta popolando con grande velocità e dove alcune grandi firme del mercato hanno già piazzato le loro offerte. Ecco cosa offre oggi il mercato italiano.C'è ad esempio Axa Nuova Protezione Casa, opzione Vita Digitale. In questo caso si offre l'assistenza legale necessaria per difendere i propri interessi e quelli del nucleo familiare in relazione ai rischi su internet. Genertel offre la polizza Multirischi abitazione - Casa, opzione assistenza Cyber Risk e Tutela Aggressioni. In questo caso si offre la prevenzione dall'appropriazione e il monitoraggio dei propri dati sensibili con assistenza in caso di uso fraudolento, insieme ad assistenza informatica e recupero dei dati da hard disk e smartphone.Unicredit offre la polizza My Care Famiglia, opzione Cyber Risk. Anche in questo caso viene offerta consulenza tecnica e legale per la cancellazione dei contenuti in caso di danneggiamento della reputazione e cyber-bullismo. Simili anche i prodotti di Generali, polizza Sei a Casa, opzione Connected Family e di Arag, polizza Multioption V1, opzione Web@ctive. Quest'ultima assicura l'intestatario della polizza e il convivente per spese processuali, legali e peritali (fino a 20.000 euro) e per l'assistenza di un interprete.
Gli abissi del Mar dei Caraibi lo hanno cullato per più di tre secoli, da quell’8 giugno del 1708, quando il galeone spagnolo «San José» sparì tra i flutti in pochi minuti.
Il suo relitto racchiude -secondo la storia e la cronaca- il più prezioso dei tesori in fondo al mare, tanto che negli anni il galeone si è meritato l’appellativo di «Sacro Graal dei relitti». Nel 2015, dopo decenni di ipotesi, leggende e tentativi di localizzazione partiti nel 1981, è stato individuato a circa 16 miglia nautiche (circa 30 km.) dalle coste colombiane di Cartagena ad una profondità di circa 600 metri. Nella sua stiva, oro argento e smeraldi che tre secoli fa il veliero da guerra e da trasporto avrebbe dovuto portare in Patria. Il tesoro, che ha generato una contesa tra Colombia e Spagna, ammonterebbe a svariati miliardi di dollari.
La fine del «San José» si inquadra storicamente durante la guerra di Successione spagnola, che vide fronteggiarsi Francia e Spagna da una parte e Inghilterra, Olanda e Austria dall’altra. Un conflitto per il predominio sul mondo, compreso il Nuovo continente da cui proveniva la ricchezza che aveva fatto della Spagna la più grande delle potenze. Il «San José» faceva parte di quell’Invencible Armada che dominò i mari per secoli, armato con 64 bocche da fuoco per una lunghezza dello scafo di circa 50 metri. Varato nel 1696, nel giugno del 1708 si trovava inquadrato nella «Flotta spagnola del tesoro» a Portobelo, odierna Panama. Dopo il carico di beni preziosi, avrebbe dovuto raggiungere Cuba dove una scorta francese l’attendeva per il viaggio di ritorno in Spagna, passando per Cartagena. Nello stesso periodo la flotta britannica preparò un’incursione nei Caraibi, con 4 navi da guerra al comando dell’ammiraglio Charles Wager. Si appostò alle isole Rosario, un piccolo arcipelago poco distanti dalle coste di Cartagena, coperte dalla penisola di Barù. Gli spagnoli durante le ricognizioni si accorsero della presenza del nemico, tuttavia avevano necessità di salpare dal porto di Cartagena per raggiungere rapidamente L’Avana a causa dell’avvicinarsi della stagione degli uragani. Così il comandante del «San José» José Fernandez de Santillàn decise di levare le ancore la mattina dell’8 giugno. Poco dopo la partenza le navi spagnole furono intercettate dai galeoni della Royal Navy a poca distanza da Barù, dove iniziò l’inseguimento. Il «San José» fu raggiunto dalla «Expedition», la nave ammiraglia dove si trovava il comandante della spedizione Wager. Seguì un cannoneggiamento ravvicinato dove gli inglesi ebbero la meglio sul galeone colmo di merce preziosa. Una cannonata colpì in pieno la santabarbara, la polveriera del galeone spagnolo che si incendiò venendo inghiottito dai flutti in pochi minuti. Solo una dozzina di marinai si salvarono, su un equipaggio di 600 uomini. L’ammiraglio britannico, la cui azione sarà ricordata come l’«Azione di Wager» non fu tuttavia in grado di recuperare il tesoro della nave nemica, che per tre secoli dormirà sul fondo del Mare dei Caraibi .
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