2022-06-25
Lavrov all’attacco: «Nato e Ue come Hitler»
Il ministro degli Esteri russo: «Costruiscono una coalizione per farci la guerra». Berlino: «Mosca usa la fame come arma». Replica Dmitry Medvedev: «Non dimentichino il nazismo». Intanto la Turchia annuncia l’accordo per sbloccare il grano: «Consenso sui corridoi».A quattro mesi dall’inizio del conflitto in Ucraina occorrono soluzioni urgenti all’incombente crisi alimentare globale: questo era l’obiettivo del vertice del G7 sulla sicurezza alimentare che si è tenuto ieri a Berlino. Al centro dei colloqui la crisi alimentare e quella dei fertilizzanti, causate entrambe dal conflitto scoppiato dopo l’invasione russa dell’Ucraina. Nel comunicato diffuso al termine della riunione dei ministri del G7 si legge che questi invitano Mosca «a fermare i suoi attacchi e minacce e ad aprire i porti ucraini del Mar Nero per le esportazioni alimentari». Inoltre c’è «il sostegno agli sforzi delle Nazioni unite per riaprire urgentemente una rotta del grano nel Mar Nero e al piano d’azione della Commissione europea per le rotte di solidarietà Ue-Ucraina per il trasporto di grano su strada, ferrovia e nave». Nella conferenza stampa tenutasi prima del vertice, il ministro degli Esteri tedesco, Annalena Baerbock, ha ricordato che «la situazione dovuta alla scarsità del grano è terribilmente drammatica. La crisi della fame incombe come un’onda minacciosa per la vita. Alcune delle cause non sono nuove: i conflitti regionali, soprattutto in Afghanistan, il governo talebano, la siccità, le conseguenze della crisi climatica e della pandemia di Covid. Ma è stata la guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina a trasformare un’onda in uno tsunami». Baerbock ha poi aggiunto: «La Russia usa la fame consapevolmente come un’arma di guerra. La narrativa russa secondo la quale la crisi alimentare dipenderebbe dalle sanzioni è completamente falsa e noi dobbiamo occuparci dei problemi creati da altri». A lei ha subito replicato dal suo canale Telegram l’ex presidente russo e attuale vicesegretario del Consiglio di sicurezza nazionale, Dmitry Medvedev: «Il ministro Baerbock ha affermato che la Russia sta usando la fame come un’arma. È sorprendente ovviamente sentire questo da funzionari il cui Paese ha tenuto Leningrado sotto assedio per 900 giorni, dove quasi 700.000 persone sono morte di fame».Presente alla conferenza di Berlino, il segretario di Stato americano, Antony Blinken, ha accusato Mosca per la crisi alimentare mondiale «provocata da una scelta politica della Russia». Inoltre Blinken ha sottolineato che «le sanzioni non riguardano i prodotti alimentari, non i fertilizzanti, i trasporti marittimi, questo blocco è ingiustificato. Non solo, la Russia si rifiuta di esportare prodotti agricoli per motivi politici ma stiamo cercando di trovare una soluzione diplomatica». Il ministro dell’Agricoltura tedesco, Cem Oezdemir, ha ricordato che «la fame colpirà da 8 a 13 milioni di persone nel mondo. L’alimentazione è un diritto umano. E noi dobbiamo fare tutto il possibile umanamente perché questo diritto umano sia rispettato».Ieri ha anche parlato il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, che dall’Azerbaigian, dove ha incontrato il suo omologo azero, Jeyhun Bayramov, ha dichiarato: «L’Ue e la Nato stanno mettendo insieme una coalizione per fare una guerra alla Russia. Anche Adolf Hitler allo scoppio della seconda guerra mondiale riunì un numero significativo di Paesi europei sotto le sue insegne per una guerra contro l’Unione sovietica. Terremo d’occhio da vicino la situazione», ha concluso Lavrov. Mentre a Berlino si discuteva di sicurezza alimentare, da Istanbul il ministro della Difesa turco, Hulusi Akar , ha fatto sapere attraverso Hurriyet che sarebbe stato trovato un accordo che dovrebbe sbloccare l’esportazione di grano dai porti dell’Ucraina: «È stato raggiunto un consenso generale sulla creazione di un centro per le operazioni e la gestione sicura e ininterrotta di questa attività da parte di soldati turchi, russi e ucraini insieme, oltre che con l’Onu e nei prossimi giorni ci potrebbero essere sviluppi positivi e si potranno adottare misure concrete». Sarebbe una bellissima notizia, tuttavia, prima di farsi prendere dall’euforia è meglio essere molto cauti con gli annunci che arrivano dalla Turchia, visto che non sarebbe la prima volta che dichiarazioni fatte da Recep Tayyip Erdogan o dai suoi ministri vengono smentite dalle parti. Intervenuto sull’agenzia Tass, Vladimir Putin ha dato la sua versione dei fatti: «L’Occidente sta creando artificialmente un’atmosfera di isteria in merito alle esportazioni di grano dall’Ucraina che la Russia non sta impedendo e noi siamo pronti a rispettare i nostri obblighi sulle forniture di energia e fertilizzanti». Il presidente russo ha nuovamente affermato che l’aumento dell’inflazione nei Paesi occidentali «è il risultato di politiche macroeconomiche spericolate da parte dei loro governi».Sul fronte interno, invece, in serata si è appreso che la band punk pop rave Little Big, che era stata scelta per rappresentare la Russia a Eurovision due anni fa, ha lasciato il Paese dopo aver postato sul Web una canzone contro la guerra. Lo ha detto al sito indipendente Meduza il cantante, Ilya Prusikin: «Siamo così disgustati dalla propaganda di guerra russa che abbiamo deciso di buttare tutto e lasciare il Paese». Sul suo sito, la band ha detto di essersi trasferita a Los Angeles e ha postato il video di una canzone presentata come «manifesto contro la guerra».
Dario Franceschini (Imagoeconomica)
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