Dopo un triennio di sussidi alle rinnovabili (90 miliardi all’anno), fatti con la scommessa di abbassare le bollette, ce le ritroviamo più care perché gli Stati stanno riducendo i maxi aiuti disposti per la crisi ucraina. E ci toccherà pure pagare i disastri del green.
Dopo un triennio di sussidi alle rinnovabili (90 miliardi all’anno), fatti con la scommessa di abbassare le bollette, ce le ritroviamo più care perché gli Stati stanno riducendo i maxi aiuti disposti per la crisi ucraina. E ci toccherà pure pagare i disastri del green.Dopo i festeggiamenti per aver abbattuto la domanda di gas causando un crollo della produzione industriale, la Commissione europea insiste e, attraverso Eurostat, comunica che i prezzi dell’energia elettrica e del gas per le famiglie «si stanno stabilizzando». Peccato che tale stabilizzazione sia in realtà un aumento.Il grottesco comunicato di Eurostat sull’andamento dei prezzi di elettricità e gas per le famiglie fa riferimento al primo semestre del 2023 e, dopo aver detto che «i prezzi dell’elettricità e del gas si stanno stabilizzando», afferma che «i prezzi medi dell’elettricità per uso domestico nell’Ue hanno continuato a mostrare un aumento rispetto allo stesso periodo del 2022, da 25,3 euro per 100 kWh a 28,9 euro per 100 kWh. Anche i prezzi medi del gas sono aumentati rispetto allo stesso periodo del 2022, passando da 8,6 euro per 100 kWh a 11,9 euro per 100 kWh nella prima metà del 2023. Si tratta dei prezzi più alti registrati da Eurostat». Si tratta del prezzo «tutto compreso», cioè inclusi gli oneri di trasporto, quelli di sistema, imposte e tasse. Come si può parlare di una stabilizzazione quando invece siamo in presenza di un aumento? Dopo il preambolo trionfale, Eurostat svela l’arcano: molti Paesi hanno ritirato o ridotto le misure di sostegno alle famiglie, che hanno contenuto parzialmente i rincari. «Di conseguenza, i prezzi finali al cliente, tasse incluse, sono leggermente più alti rispetto al periodo di riferimento precedente».Osservando i dati emerge che i prezzi della sola energia sono leggermente scesi, in media, nei Paesi europei, ma nel primo semestre 2023 molti Stati hanno cancellato i sussidi. Così l’energia elettrica è aumentata per 22 dei 27 Paesi dell’Unione, rispetto al primo semestre 2022. L’aumento più notevole, tanto da essere decisamente fuori scala, si è verificato in Olanda, dove il governo non solo ha tolto tutti i contributi alle famiglie, ma ha anche raddoppiato le tasse sull’elettricità alle famiglie. Il risultato è stato uno stratosferico +953%, con un valore di 47,4 € per 100 kWh. Aumenti significativi, anche se certo meno violenti, si sono avuti Lituania (+88%), Romania (+77%) e Lettonia (+74%). È sceso invece il prezzo in Spagna (-41%) e Danimarca (-16%). Lievi cali anche in Portogallo (-6%) e Malta (-3%). L’Italia fa segnare un +21%, da 31,15 a 37,82 euro per 100 kWh. L’energia elettrica più cara è quella olandese, seguita da quella belga. Seguono poi Romania, Germania, Danimarca e l’Italia, al sesto posto. Polonia e Ungheria hanno l’energia meno cara dei 27, assieme a Malta e Bulgaria, con un prezzo che è la metà di quello italiano.Per quanto riguarda il gas, i prezzi nel primo semestre 2023 sono aumentati rispetto all’identico periodo del 2022 in 20 dei 24 membri dell’Ue che segnalano i prezzi. I prezzi del gas sono aumentati maggiormente in Lettonia (+139%), Romania (+134%), Austria (+103%), Paesi Bassi (+99%) e Irlanda (+73%). All’estremo opposto, Estonia, Croazia e Italia hanno registrato diminuzioni comprese tra -0,6% e -0,5%, mentre in Lituania il prezzo è rimasto invariato.In Italia nel primo semestre, il prezzo è stato di 9,81 euro per 100 kWh, effetto degli aiuti che ancora nel primo semestre erano in bolletta. Il gas più caro per le famiglie è risultato quello olandese (24,81 euro per 100 kWh, quasi tre volte il prezzo italiano).Mentre le famiglie annaspano tra bollette alte e sussidi che vengono a mancare, il rapporto sullo stato dell’Unione energetica pubblicato dalla Commissione pochi giorni fa regala un altro dato interessante. Nel documento la Commissione dice infatti che nel 2022 l’importo totale delle sovvenzioni energetiche nell’Ue è stato di 390 miliardi di euro, rispetto ai 216 del 2021. Complessivamente, 247 dei 390 miliardi sono andati al sostegno alla domanda di energia, tramite abbassamento di tasse e imposte, trasferimenti diretti e sostegno ai redditi.Dei 390 miliardi, i sussidi temporanei del 2022 per la crisi energetica sono stati pari a 195 miliardi di euro. Di questi, le famiglie hanno ricevuto 93 miliardi, mentre poco più di 100 miliardi sono andati alle aziende (31 miliardi ai trasporti e 70 circa a vari settori industriali). Il governo italiano ha sussidiato per 48 miliardi, pari a quasi il 5% del Pil.Le sovvenzioni versate alle energie rinnovabili in tutta l’Unione nel 2022 sono state pari ad 87 miliardi di euro nel 2022. Furono 88 miliardi di euro nel 2020 e 86 miliardi di euro nel 2021. Si tratta soprattutto di incentivi in forma di tariffe a premio o contratti per differenza. In altre parole, i sussidi garantiscono ai produttori da fonte rinnovabile interessati un prezzo minimo necessario a consentire loro il ritorno sull’investimento.Dunque i sussidi alle fonti rinnovabili sono costanti e ragionevolmente cresceranno nei prossimi anni, visti i piani di decarbonizzazione. Il paradosso però è che a fronte di tanta spesa ci si attenderebbe anche un costo minore dell’energia in bolletta, che invece non è all’orizzonte. Anzi, ci sono casi, come quello di Siemens Energy, in cui aziende del settore avranno bisogno dello Stato per andare avanti. Dopo i sussidi, i salvataggi. Pubblici.
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Dalle carte di Clean 2 emerge che i carabinieri «infedeli» vicini all’ex procuratore Mario Venditti avrebbero indirizzato secondo il proprio tornaconto alcune operazioni legate a cantieri pubblici. Una riguarda il Policlinico San Matteo.
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