2023-02-08
L’autogol del pm di Prisma: «Odio la Juve»
Ciro Santoriello ha indagato nell’inchiesta sulle plusvalenze dei bianconeri: in rete è rimbalzato il video di un suo intervento del 2019 dove si dichiara «tifosissimo del Napoli» e contro la Vecchia signora. Tifosi scatenati sui social, il ministro Andrea Abodi: «Chieste verifiche». Murray Rosen, membro dei Gunners, guida la commissione sui presunti bilanci gonfiati. Lo speciale contiene due articoli. Andare per convegni si conferma un’attività inutilmente pericolosa, specie se di mestiere si fa il magistrato. Da ieri circola su Internet la registrazione di un incontro pubblico del 2019 in cui il pm torinese Ciro Santoriello si vanta di «odiare la Juventus» e l’accusa di «latrocini in campo». Un’autorete dal passato per una delle tre toghe che dal 2021 sta conducendo l’inchiesta della Procura di Torino sui presunti bilanci falsi del club bianconero, tra plusvalenze artificiali e «manovra stipendi». Inutile dire che per la Costituzione (articolo 111), il giudice dev’essere «terzo e imparziale».La Juventus per ora tace, ma tra i tifosi è scoppiata la polemica, ovviamente con tanto di presunti complotti. Mentre Luigi Chiappero, uno dei legali della società degli Agnelli-Elkann, difende Santoriello: «Un magistrato colto che non ha mai confuso il calcio con il diritto». In passato, nel 2017, lo stesso pm aveva chiesto l’archiviazione per una denuncia del Bologna contro la Juventus e Andrea Agnelli. Santoriello, nato a Latina ma di famiglia napoletana, è un pm esperto di bilanci e reati finanziari e in passato ha condotto anche un’inchiesta in ambito sportivo come quella sul fallimento dell’Auxilium, squadra di basket torinese. Il 14 giugno del 2019 viene invitato a Milano a partecipare a una tavola rotonda dal titolo «Il modello organizzativo e le società calcistiche: la prevenzione degli illeciti tra giustizia penale e giustizia sportiva». Gli organizzatori dell’incontro sono gli studi legali Fornari e Gassani, insieme a Pwc Tls Avvocati e commercialisti. Al termine della propria relazione, la toga duetta con un avvocato, afferma di essere «tifosissimo del Napoli» e aggiunge quello che non deve aggiungere: «Odio la Juventus».Dalla sala, dove si ridacchia, qualcuno gli chiede: «Qual è più importante delle due?». E Santoriello risponde: «Come tifoso è importante il Napoli, come pm sono anti-juventino, cioè contro i latrocini in campo, eppure mi è toccato scrivere le archiviazioni». In sostanza, il pm che aspetta di incontrare Cristiano Ronaldo per farsi raccontare i segreti della «manovra stipendi» al tempo del Covid, con tono scherzoso ha ricordato quello che oggi è il suo principale argomento a difesa, forse l’unico. Ovvero che nel 2017 archiviò la Juventus, pur «odiandola». Nel 2015, il patron del Bologna, Giuseppe Gazzoni Frascara, aveva denunciato che la società bianconera non aveva messo a bilancio le cifre per eventuali indennizzi da pagare per Calciopoli. Nel 2017, Santoriello chiede l’archiviazione spiegando: «È tutt’altro che corretto sostenere che in sede penale sia già stata accertata in maniera indiscussa e definitiva la responsabilità civile della Juventus per gli illeciti di frode sportiva commessi dai suoi dirigenti». E spiegò che non erano necessari accantonamenti.Non è un caso che ieri Chiappero, che difende la Juve anche nell’inchiesta Prisma, abbia subito commentato: «Santoriello? Un magistrato colto che non ha mai confuso il calcio con il diritto. A tal proposito, ricorderei come fu proprio lui ad archiviare tutte le accuse in un procedimento del passato aperto sui conti della società bianconera». Ma, ovviamente, le parole di un legale juventino non bastano a chiudere il caso. Le immagini «incriminate» del pm hanno scatenato su tutti i social la rabbia e la comprensibile ironia dei tifosi bianconeri, che si sono visti togliere 15 punti in classifica per via delle carte che la Procura di Torino ha spedito in Federcalcio.Procura, va detto, che sull’inchiesta Prisma schiera anche il procuratore aggiunto Marco Gianoglio e il pm Mario Bendoni. Già lunedì notte, il ministro dello Sport, Andrea Abodi, aveva reagito via Twitter: «Ho visto, ascoltato e segnalato, nel rispetto dei ruoli, per le opportune verifiche e valutazioni. Per ora penso sia corretto che mi fermi qui». Non ha spiegato, il ministro, a chi avrebbe segnalato il video. Al momento la dirigenza della Juventus tace, ma Lapo Elkann ha battuto un colpo, anch’egli su Twitter, con un laconico «Interessante…», a corredo del video incriminato.Duro il commento del penalista ed ex deputato Maurizio Paniz, presidente dello Juventus club Parlamento, che chiede le dimissioni di Santoriello dall’inchiesta e vuole che il Csm apra un fascicolo. Il pm, per Paniz, «non avrebbe mai dovuto assumere questo incarico a fronte delle affermazioni fatte». Simona Loizzo, deputato della Lega, afferma che è necessario «togliere l’inchiesta Prisma a Santoriello perché le sue dichiarazioni lo rendono incompatibile». In serata è arrivato anche il comunicato congiunto dei fan club ufficiali bianconeri: «Ci chiediamo se siano lecite e moralmente accettabili tali esternazioni. Il clima che si è di nuovo venuto a creare intorno alla Juventus non è dei più sereni. È giunto il momento che qualcuno faccia un passo indietro».In attesa di vedere che sviluppi avrà la vicenda, va ricordato che i codici richiedono ai magistrati di «non avere una causa pendente o grave inimicizia con una delle parti o con i difensori». In questo caso, andrà appurato se quelle parole contro l’imputato Juve rappresentino un caso concreto di grave inimicizia. E ieri è finito nell’occhio del ciclone anche Vincenzo Cesaro, membro del Collegio di garanzia del Coni, che potrebbe presto occuparsi della penalizzazione della Juventus. Cesaro, il suo autogol l’ha segnato su Facebook ad aprile del 2021 attaccando pesantemente la famiglia Agnelli dalle origini ai tempi nostri. Aveva definito il tentativo di Andrea Agnelli di dar vita alla Superlega «una pagina squallida», non senza accusare la famiglia torinese di essere da sempre «imprenditorialmente incapace» e «assistita dallo Stato». Poi aveva proposto di insegnare nelle scuole d’Italia la «vera» storia degli Agnelli «per far comprendere ai ragazzi che il futuro devono costruirlo con senso del dovere e facendosi il mazzo tanto, non come questi bambini viziati». Di bambini, qui, però ce ne sono un po’ troppi.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/lautogol-pm-odio-la-juve-2659387142.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="un-giudice-dellarsenal-per-il-manchester-city" data-post-id="2659387142" data-published-at="1675853188" data-use-pagination="False"> Un giudice dell’Arsenal per il Manchester City C’è un «caso Juventus», in tutto e per tutto, anche in Inghilterra. È quello che ha investito il Manchester City, accusato di non aver rispettato il «financial fair play» dal 2009 al 2018. Ma non c’è solo la similitudine dell’inchiesta che potrebbe portare, proprio come accaduto per i bianconeri, a una pesante decurtazione di punti o, addirittura, all’espulsione dei Citizens dal campionato. Nelle ultime ore, a completare il parallelo con Torino, è emersa una vicenda che sta spaccando l’opinione pubblica inglese.La Premier league, il massimo campionato inglese, sta organizzando la commissione indipendente che sarà chiamata a giudicare nel merito la vicenda. E il presidente della corte sarà un membro dell’Arsenal, storica squadra di Londra e capolista in Premier con due punti (e una partita in meno) di vantaggio proprio sul Manchester City. Si chiama Murray Rosen il giudice chiamato a selezionare le persone che, insieme a lui, supervisioneranno le prove che potrebbero costare carissimo al City, campioni in carica. Il legame con l’Arsenal è scritto nero su bianco nella sua biografia, pubblicata online su un sito web di avvocati: «Ha partecipato allo sport per tutta la vita, è un membro del Marylebone cricket club e dell’Arsenal Fc, e gioca ancora regolarmente a tennis e ping pong».Come si è precipitata a sottolineare la stessa Premier league, i Gunners non avranno alcun coinvolgimento nella vicenda: «Le commissioni sono indipendenti dalla Premier league e dai club membri. I membri della commissione saranno nominati dal presidente indipendente del pannello giudiziario della Premier league. Il procedimento dinanzi alla commissione sarà, in conformità con la regola W.82 della Premier, riservato e ascoltato in privato». Il club, di proprietà dello sceicco Al Mansour, è stato accusato di non aver fornito «una visione veritiera e corretta della situazione finanziaria del club», di non aver «incluso tutti i dettagli» sulla remunerazione di giocatori e allenatori, di non aver rispettato le regole della «correttezza finanziaria» e non aver collaborato a un’indagine sulla Premier league che si è conclusa dopo più di quattro anni. Alle incertezze sul destino della squadra, si aggiungono quelle legate alla permanenza o meno di Pep Guardiola. L’allenatore, stando a quanto riportato dal Sun, sarebbe pronto a lasciare il club ancor prima che si abbatta la scure delle sanzioni. Anni fa, agli albori delle prime inchieste sul rispetto del fair play finanziario da parte del City, Guardiola ammonì il club con queste parole: «Ho chiesto alla mia gente di rispondere alle mie domande sui sospetti che circolano, ci siamo guardati e ho creduto al 100% alle spiegazioni che mi sono state date e quindi li difenderò. Se mi mentite il giorno dopo me ne vado e non sarete più miei amici, io voglio rappresentare un club che fa le cose giuste». Il rischio di abbandono è sempre più concreto.
«Murdaugh: Morte in famiglia» (Disney+)
In Murdaugh: Morte in famiglia, Patricia Arquette guida il racconto di una saga reale di potere e tragedia. La serie Disney+ ricostruisce il crollo della famiglia che per generazioni ha dominato la giustizia nel Sud Carolina, fino all’omicidio e al processo mediatico.