2018-12-09
L’auto elettrica è una moda pericolosa
Questi veicoli possono essere usati soprattutto in città e solo da chi possiede un box. I Comuni danno vantaggi come i parcheggi gratis, ma così fanno il gioco della Cina.Caro direttore, no. All'auto elettrica non mi converto. Nonostante il furore ecoideologico scoppiato all'indomani del Dieselgate. Proprio non ce la faccio a unirmi al coro di chi glorifica l'auto elettrica come soluzione finale all'inquinamento, glissando sulla sua impronta ecologica, inversamente proporzionale all'immagine di cui gode. L'auto elettrica (e anche quella ibrida) necessita di batterie fatte di cobalto, litio e grafene. La cui estrazione, trasporto e lavorazione certo non sono green. Per non parlare dello smaltimento della batteria una volta esaurito il suo ciclo vitale, anche questo non a impatto energetico zero. Ancora. Vorrei che qualcuno dei paladini dell'elettrico mi spiegasse come e dove piazzare, capillarmente, in tutti gli angoli delle città, le colonnine di ricarica. Perché non tutti godono del privilegio di un box. E qualora lo abbiano, non è detto che sia dotato di presa elettrica. Infine, i costi della ricarica. Qualora tutti dovessimo convertirci, visto che l'Italia non ha scelto il nucleare, siamo proprio sicuri che il pieno alla spina sarebbe conveniente come ora? Certo, in città i vantaggi sarebbero innegabili, ma l'elettrico di fatto si limiterebbe solo a spostare il problema dell'inquinamento. Dalle città alle centrali elettriche. E anche questo proprio green non è. Opportuno chiedersi allora a chi giovi l'elettrico. All'America del diesel e dell'elettrico poco importa, visto il costo della benzina. Inevitabilmente l'elettrico interessa le batterie e dove poi piazzarle. I principali produttori sono i cinesi. Come cinesi sono i capitali che stanno massicciamente investendo su giacimenti di litio, cobalto e grafene, localizzati in Africa. Un gruppo cinese, Geely, è il primo azionista della Mercedes. Mercedes prossima a sostituire il motore termico alla Smart con l'elettrico e ibridizzare o elettrificare il resto delle vetture di listino. E sempre lo stesso gruppo possiede, oltre a Lotus, la Volvo, la cui gamma, anche qui, sarà prossimamente elettrificata. E poi c'è l'ibrido. Geniale trovata pubblicitaria che mette a posto la coscienza di tutti. Ma non risolve l'impronta ecologica delle batterie. Incide sui listini, ma non sui consumi così come vogliono farci credere. Risparmi irrisori in città, a patto di cambiare stile di guida trasformandosi in una chicane mobile. Risparmi successivamente vanificati con gli interessi se vai in autostrada. Dove il pacco batterie non viene mai sollecitato diventando un peso ulteriore che incide sui consumi. Però vuoi mettere: non paghi il parcheggio (per ora), entri nel centro storico (per ora) e tutti d'accordo. Le amministrazioni comunali guadagnano consensi elettorali e d'immagine, le case automobilistiche aumentano i listini e i produttori di batterie fatturano. Il risultato è il pensionamento prematuro del diesel e una rottamazione forzata a spese dei soliti automobilisti. Però sei green. Però sei alla moda. E soprattutto non sei più giudicato untore. Insomma, il presente e il futuro sarà votato all'evangelizzazione elettrica made in China. Per carità, tutto regolare: è l'economia bellezza. Ma di green ci vedo solo il colore dei dollari. Come sempre.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)