
Le bevande vegetali sono un’altra cosa. Chi ha problemi con il prodotto della mucca ha molte altre scelte a disposizione: tutte di origine animale.Dobbiamo fare attenzione a utilizzare la parola latte. Chiamare latte la bevanda composta di soia e acqua (o noce e acqua o avena e acqua) non si può. Con sentenza del 14 giugno 2017 la Corte di giustizia europea si è pronunciata su una questione proposta dal tribunale distrettuale di Treviri, in Germania, che chiedeva se la denominazione «latte» e altre che i regolamenti europei riservano unicamente ai prodotti lattiero-caseari, si potessero usare per denominare, in sede di commercializzazione o nella pubblicità, prodotti puramente vegetali.La Corte ha detto di no, ribadendo che denominazioni come «latte», ma anche «crema di latte o panna», «burro», «formaggio» e «yogurt» non possono essere legittimamente utilizzate per designare un prodotto puramente vegetale poiché sono riservate esclusivamente a prodotti di origine animale. Questo vale anche se accanto a tali denominazioni si specificasse l’origine vegetale del prodotto in questione, per esempio «latte di noci». Ci sono pochissime eccezioni: in Italia si può parlare di Latte di mandorla, Burro di cacao, Latte di cocco, Fagiolini al burro. Certo, ci sono state anche reazioni stizzite a questa sentenza, ma i fatti parlano chiaro: i produttori di bevande vegetali vogliono chiamare queste bevande latte per suggerirne l’uso al posto del latte di origine animale? Non possono farlo. Un produttore potrebbe anche inventare il gin da vendere all’alcolista per fare colazione, ma certamente non può pretendere di chiamarlo «latte superalcolico» o «latte per alcolisti» e porlo nel reparto latte del supermercato trovandosi facilitata la concorrenza al latte animale, non credete?Le bevande vegetali che volevano usare la denominazione commerciale che solo il latte animale può usare sono narrate come «alternative al latte animale» e certamente lo sono nel senso che alcune persone che prima bevevano latte animale a un certo punto si mettono a fare il cappuccino con la bevanda di soia o equivalenti vegetali. Ma c’è un fatto che tutta la battaglia (commerciale prima che culturale) delle bevande vegetali e in generale del veganesimo e vegetarianesimo ha rimosso dal dibattito pubblico. Si è sempre detto che le alternative al latte vaccino sono soltanto vegetali. Il rimosso è che latti alternativi a quello vaccino, ma che sono anche latti veri, esistono eccome, però se ne parla poco. Sono anch’essi di origine animale, ma sono diversi dal latte vaccino e possono essere la soluzione per chi presenta problemi di qualunque natura col latte vaccino oppure cerca semplicemente un gusto diverso da quello del latte vaccino. Sono il latte di capra, il latte di pecora, il latte d’asina, il latte di bufala.le differenze Il latte di capra, detto anche caprino, è il liquido che origina dalla ghiandola mammaria della capra. In 100 grammi di latte di capra troviamo 76 calorie: il 57% proviene dai lipidi, il 23% dai carboidrati, il 20% dalle proteine. Se guardiamo dal punto di vista della composizione, 100 g di latte caprino sono fatti di circa 87 g di acqua, 4 g di proteine e poi 4,8 g di lipidi, fra cui 3,32 g di grassi saturi, 1,36 g di grassi monoinsaturi e 0,16 g di grassi polinsaturi, 10 mg di colesterolo, 4,7 g di 4,7 g di zuccheri solubili. Fra le vitamine e i minerali, 100 grammi di latte di capra contengono: 86 µg di vitamina A (retinolo equivalenti), 0,11 mg di riboflavina, 0,3 mg di niacina, 0,05 mg di tiamina, 1 mg di vitamina C , 16 µg di selenio, 40 mg di sodio, 106 mg di fosforo, 180 mg di potassio, 141 mg di calcio, 13 mg di magnesio, 0,31 mg di zinco, 0,1 mg di ferro.Il latte di capra contiene proteine e vitamine che rafforzano il sistema immunitario e il metabolismo, vitamine e sali minerali dall’effetto antinfiammatorio e sali minerali che rafforzano le ossa e i denti. Facilita la digestione ma contiene anche grassi saturi e colesterolo, motivo per cui bisogna evitare di berne troppo per preservare il sistema cardiocircolatorio.Il latte di pecora è prodotto dalla ghiandola mammaria della pecora. Presenta 130 calorie (circa 20% da carboidrati, 60% da lipidi e 21% da proteine). In 100 g di latte di pecora abbiamo circa 83 g di acqua, 5 g di proteine, 7 g di lipidi di cui 4,82 g di grassi saturi, 1,45 g di grassi monoinsaturi e 0,26 g di grassi polinsaturi (fra cui 0,13 g di acido linoleico e 0,04 g di acido alfa-linoleico), 11 mg di colesterolo, 5,2 g di zuccheri solubili. In 100 g di latte di pecora troviamo 182 mg di potassio, 180 mg di calcio, 96 mg di fosforo, 30 mg di sodio, 0,5 mg di niacina, 0,25 mg di riboflavina, 53 µg di vitamina A (retinolo equivalente), 0,1 mg di ferro. Il latte di pecora ha tanti grassi, colesterolo compreso, e ha non poche calorie. Ci fa bene perché contiene proteine e vitamine che sono un propulsore per il metabolismo e vitamine e sali minerali che aiutano a fortificare ossa e denti nella fase della crescita come nella vita adulta.Il latte di asina è prodotto dalla ghiandola mammaria dell’asina, la femmina dell'asino. Si tratta di un latte che ha rivestito un ruolo quasi storico di alternativa al latte umano, perché è stato usato come sostituto del latte materno presso i bimbi che non potevano essere allattati dalla mamma. Questo perché si tratta del latte più simile a quello umano tra tutti i latti animali. Il latte d’asina è poco calorico: 46 calorie ogni 100 g, poi presenta circa 2 g di proteine, circa 2 g di grassi.Il latte d’asina è probiotico, quindi fa bene all'intestino quasi come un fermentato. Apporta anticorpi, dunque fa bene sia ai neonati, sia alla terza età.Il latte di bufala è il latte prodotto dalla ghiandola mammaria della femmina del bufalo, animali che vivono in area tropicale e sub-tropicale, in Italia la bufala è tipica del centro sud. In 100 g di latte di bufala troviamo 114 calorie: 67% da lipidi, 17% da carboidrati, 16% da proteine. Nello specifico 100 g di latte di bufala hanno 82 g di acqua, circa 4,5 g di proteine, 8,5 g di lipidi, 5 g di carboidrati disponibili che sono tutti zuccheri solubili. Rilevano, poi, 198 mg di calcio e 121 mg di fosforo.Il latte di vacca è prodotto dalla ghiandola mammaria delle vacche. È un alimento ricco e completo. 100 grammi di latte di vacca intero pastorizzato apportano 64 calorie, 21% da proteine, 51% da lipidi e 28% da carboidrati. Nello specifico, 100 grammi di latte di vacca intero presentano 87 g di acqua, 3,3 g di proteine, 3,6 g di lipidi, fra cui 2,11 g di grassi saturi, 1,1 g di grassi monoinsaturi e 0,12 g di grassi polinsaturi e 11 mg di colesterolo, inoltre 4,9 g di carboidrati, tutti e 4,9 g zuccheri solubili. Il latte vaccino è una fonte di vitamine e minerali dall’attività antiossidante (vitamine A, C, E e selenio), necessari per il buon funzionamento del metabolismo (vitamine del gruppo B e zinco), alleati della salute cardiovascolare (potassio) e di quella di ossa e denti (calcio fosforo e magnesio). Esso riduce il rischio di ipertensione e di infiammazione e modulando l'attività del sistema immunitario.intolleranze e allergieIl consumo di latte animale permette di assumere proteine di qualità elevata, acidi grassi essenziali, lattosio che aumenta la capacità di assorbire calcio e zinco e oligosaccaridi dall'effetto probiotico. Il latte vaccino è quello più consumato tra i latti animali. Tuttavia, il consumo di latte vaccino non è indicato in caso di intolleranza al lattosio o di allergia al latte. L’allergia al latte vaccino è di origine immunitaria ed è una reazione nei confronti delle proteine del latte vaccino come la beta-lattoglobulina, l’alfa-lattalbulmina, la caseina. In caso di allergia al latte vaccino, non si possono consumare altri latti animali per la possibile "cross-reattività": le proteine presenti negli altri latti sono simili a quelle del latte vaccino e il sistema immunitario può reagire anche a quelle. L’allergia al latte vaccino è diffusa più presso i bambini che presso gli adulti.L’intolleranza al lattosio, invece, è una difficoltà digestiva del lattosio, uno zucchero del latte. Chi la presenta non produce l’enzima lattasi che serve a digerire il lattosio scindendolo in glucosio e galattosio. il lattosio non digerito fermenta nel colon e si sviluppano i gas, il gonfiore, il dolore e finanche nausa, vomito e diarrea. Ci sono vari livelli e tipi di intolleranza. La quantità di lattosio presente nel latte e i suoi derivati non è sempre uguale. Basti pensare che tale quantità diminuisce nello yogurt e nei formaggi freschi, fino ad essere nulla nei formaggi ben stagionati e a pasta dura, come il parmigiano. Quindi sì, è vero che esso aiuta a combattere l’osteoporosi esercitando un effetto positivo sull’assorbimento del calcio nell’intestino. Ma se si è intolleranti, si è intolleranti. Anche nel caso dell’intolleranza al lattosio, non si può consumare latte di latti animali perché anche questi altri latti contengono lattosio essendo il lattosio prodotto dalla ghiandola mammaria dei mammiferi a parte i casi di lievissima intolleranza. L’alternativa, però, non è per forza la bevanda di cereale, di legume o di seme oleoso: si possono bere i latti animali delattosati, ormai così diffusi che si trovano tranquillamente sia al supermercato sia al bar. Oppure arricchiti con Lactobacillus acidophilus, batterio che digerisce il lattosio, oppure assumere lattasi come integratore oppure scegliere quello animale con meno lattosio. Il latte vaccino ha una percentuale di lattosio del 4,5 % (che aumenta con l'aumentare della scrematura), il latte di capra 4,2, il latte di pecora 4,8, il latte di bufala 4,9, il latte di asina 6,2. Tutti i latti animali esistono anche in versione delattosata. Ricordiamoci poi che tutti questi latti, come d’altronde il latte vaccino, sono fonte di proteine nobili, che contengono tutti gli amminoacidi a disposizione, mentre le bevande di legumi, cereali, frutta secca e semi oleosi no.
(IStock)
C’è preoccupazione per la presenza di alimenti ultraprocessati nelle mense. Il presidente Prandini: «Il comparto vale 707 miliardi, quanto 20 manovre». Federico Vecchioni (BF): «Una massa di risorse private ha identificato il mondo agricolo come opportunità».
Francesca Albanese (Ansa)
La rappresentante Onu ha umiliato il sindaco di Reggio, solo perché lui aveva rivolto un pensiero anche ai rapiti israeliani. La giunta non ha fatto una piega, mentre è scattata contro il ministro sul caso Auschwitz «rispolverando» anche la Segre.
(Ansa)
Il premier congela la riforma fino alle prossime presidenziali, ma i conti pubblici richiedono altri sacrifici. Possibile tassa sui grandi patrimoni. Il Rassemblement national: «Progetto di bilancio da macelleria fiscale».
Andrea Sempio. Nel riquadro, l'avvocato Massimo Lovati (Ansa)
- Alla base della decisione, la mancata condivisione di alcune strategie difensive ma soprattutto l’esuberanza mediatica del legale, che nelle ultime settimane aveva parlato a ruota libera su Garlasco. Lui: «Sono sorpreso».
- Ieri l’udienza davanti al tribunale del Riesame. Lo sfogo dell’ex procuratore Venditti: «Mai preso soldi». Sarà la Cassazione a decidere sul conflitto tra Pavia e Brescia.