2021-05-26
L’attacco incrociato di Onu e Ue contro il Made in Italy culinario
Nel mirino la dieta mediterranea. Gazebo della Lega in piazza per protestareSarà una guerra senza esclusione di colpi perché il piatto è enormemente ricco: dare da mangiare al mondo. L’Italia combatte su questo ring con un braccio legato dietro la schiena e il laccio si chiama Europa che distrugge il nostro agroalimentare con continui attacchi e prima di tutto col Nutriscore oltreché con il «latte» di piselli, il vino senza alcol, e le larve in fricassea. La scusa è salvare il pianeta, l’obbiettivo è ordinare al mondo cosa mangiare facendo profitti immensi. Va organizzata la resistenza e ieri la Lega ha varato la campagna «Mangiacomeparli» che animerà questo sabato e questa domenica le piazze d’Italia con i gazebo dove la Lega distribuirà prodotti italiani, spiegherà le battaglie che si fanno in Europa per la difesa e la valorizzazione della dieta mediterranea e lancerà una raccolta di firme a tutela del Made in Italy. Matteo Salvini, Gianmarco Centinaio, sottosegretario e già ministro all’Agricoltura, e Gianpaolo Vallardi - presidente della commissione Agricoltura del Senato - vanno alla controffensiva del Nutriscore, dicono no agli insetti nell’alimentazione - la Lega ha presentato una legge ad hoc per la valorizzazione della dieta mediterranea - e al vino dealcolato. Sulla questione del vino i produttori hanno chiesto un incontro urgente al ministro Stefano Patuanelli per mettere al riparo almeno Doc e Docg. Duro Matteo Salvini: «Vediamo se il giornalismo d’inchiesta cercherà di capire se le multinazionali finanziano qualche partito che difende le tarme e il latte falso. Noi con la raccolta firme per la difesa del Made in Italy lanciamo un’offensiva, mi auguro che venga a firmare anche Enrico Letta. Voglio vedere lui che è toscano se l’Europa gli fa il cacciucco con le tarme cosa dice. E mi auguro che tutto il mondo agricolo sia unito con noi. Il primo di giugno faremo gesti rivoluzionari: un cappuccino al banco del bar e una pizza dopo le dieci di sera, magari al chiuso se piove. Quella che stiamo conducendo è una battaglia di civiltà e non ci sono mediazioni possibili. L’Europa lo sappia. Non vogliamo prodotti di laboratorio, creati a Wuhan o lì intorno». Il presidente di Federalimentare Ivano Vacondio dal Sole 24 ore ha lanciato un fortissimo allarme: «Dietro la questione della salute umana e dell’ambiente si nasconde il tentativo di frenare la competitività del made in Italy alimentare sui mercati esteri. E non tanto per i volumi che esportiamo, quanto per la capacità di ricavare dai nostri prodotti una marginalità altissima». Tutto parte da un’iniziativa (già tentata nel 2014) dell’Onu che in autunno riunirà a New York i leader mondiali per sostenere che bisogna cambiare i modelli alimentari perché il consumo di carne è insostenibile per l’ambiente, perché la salute degli uomini e quella del pianeta dipendono da come si mangia. E secondo l’Onu si mangia male soprattutto se si pratica la dieta mediterranea «che ha troppe proteine animali». Si è accodata (o forse ha giocato d’anticipo) anche l’Europa con il programma «farm to fork» pilastro del Green deal voluto da Ursula Von der Leyen. Tutto ruota attorno al Nutriscore, la famosa etichetta a semaforo che condanna l’olio extravergine d’oliva, ma fa salvi tutti prodotti che contengono tantissima chimica e super raffinati, non a caso il primo sponsor del Nutriscore è la Nestlé. La nuova offensiva dell’Onu nasce da un rapporto della Fao - il direttore generale è il cinese Qu Dongyu - che dice: non ci sono abbastanza proteine nel mondo per tutti e la sovrapopolazione creerà un’insufficienza agricola. E giova ricordare che tra i vicedirettori generali della Fao c’è Maurizio Martina, ex ministro agricolo ed ex segretario del Pd.