L’assistente di Zingaretti urla, però non dà botte

L’assistente
 di Zingaretti urla, però non dà botte
ANSA

A nome e per conto di Albino Ruperti, capo di gabinetto del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, rappresento quanto segue. Negli articoli pubblicati sul vostro giornale il 18 ottobre 2018 intitolati «Il braccio destro di Zingaretti picchia chi contesta il suo capo» e «Il factotum di Zingaretti mena chi lo contesta», entrambi a firma della signora Anna Maria Fiore, sono riportate notizie non veritiere e gravemente lesive dell'immagine, dell'onore e della reputazione del mio assistito. Mi riferisco in particolare alle affermazioni ivi contenute secondo cui il signor Ruberti avrebbe «picchiato gli animalisti» e che avrebbe fatto ciò in quanto contestatori dell'onorevole Zingaretti. Il mio assistito, al contrario di quanto infondatamente riportato nella notizia ora citata, non solo non ha picchiato o menato nessuno ma, come facilmente ricavabile dalle immagini video, non ha avuto alcun contatto fisico con quello tra i manifestanti che sarebbe stato asseritamente picchiato. A conferma di ciò valga il tenore letterale dell'intero articolo, nel quale, contrariamente a quanto indicato in maniera fuorviante e subdola nel titolo, si chiarisce come l'attività contestata al Ruberti sarebbe in realtà consistita solamente nell'aver strappato alcuni volantini e nell'aver gridato ad uno dei manifestanti: e si tratta, all'evidenza, di condotte ben diverse dal picchiare qualcuno. Nel contestare il contenuto dell'articolo, si intende qui evidenziare come nella vicenda siano stati in realtà proprio gli stessi manifestanti ad aver assunto un comportamento violento, illegittimo e non giustificato laddove questi ultimi, che peraltro stavano manifestando senza alcuna autorizzazione, hanno voluto provocatoriamente interrompere il comizio in atto iniziando, dapprima, a insultare il presidente e tutto il suo staff e cercando, poi, addirittura di salire sul palco con forza: condotta, questa, che ha pertanto determinato il legittimo e doveroso intervento del personale addetto alla sicurezza. In tale contesto il mio assistito, nel tentativo di contenere le modalità eccessivamente irruente con cui si stava svolgendo la manifestazione animalista, ha cercato solo di evitare che accedessero al palco persone non autorizzate, per evidenti ragioni di sicurezza: persone che, oltretutto, miravano all'evidenza soltanto a boicottare il comizio in corso, attraverso la strumentale esposizione sul palco di materiale propagandistico oltraggioso, e non certamente a portare avanti, in maniera pacifica e dunque corretta, una protesta che, se avesse rivestito tali caratteri, avrebbe ricevuto un altrettanto pacifico e corretto riscontro da parte del mio assistito, che ha sempre avuto attenzione e rispetto per i temi ambientali.

Avvocato Francesco Paoletti

Alcaraz abbattuto. Sinner è implacabile e mette di nuovo in bacheca le Finals
Jannik Sinner (Ansa)
Il campione italiano si impone a Torino sullo spagnolo in due set: «È stato più bello dello scorso anno». E guadagna cinque milioni.

«Olé olé olé Sinner Sinner». Sarà pure «un carrarmato», un caterpillar, come l’ha definito Massimo Cacciari, ma dopo le Finals che assegnano il titolo di Maestro della stagione, forse non vanno trascurate le doti tattiche e la forza mentale che lo ha fatto reagire nella difficoltà come quelle che ieri hanno consentito a Jannik Sinner di spuntarla al termine di un match combattuto e a tratti spettacolare su Carlos Alcaraz, protagonista di un tennis «di sinistra», sempre secondo l’esegesi del tenebroso filosofo. Il risultato finale è 7-6 7-5. «Senza il team non siamo niente. È stata una partita durissima», ha commentato a caldo il nostro campione. «Per me vuol dire tanto finire così questa stagione. Vincere davanti al pubblico italiano è qualcosa di incredibile».

Il puparo dei Vip che moltiplica pani e cachet
Giuseppe Caschetto (Ansa)
Giuseppe Caschetto è il sommo agente delle star (radical) nonché regista invisibile della tv, capace di colonizzare un format con «pacchetti» di celebrità. Fazio e Gruber sono suoi clienti. Ha dato uno smacco al rivale Presta soffiandogli De Martino. «Guadagno fino al 15% sui compensi».
Dal 2000 le quotazioni fondiarie valgono oltre il 20% in meno, depurate dall’inflazione. Pac più magra, Green deal e frontiere aperte hanno fatto sparire 1,2 milioni di aziende.


«Compra la terra, non si svaluta mai», dicevano i nonni. E non solo. A livello nominale in effetti è vero: i prezzi dei terreni salgono. Se però guardiamo le quotazioni togliendo l’inflazione si nota che dal 2000 i valori sono crollati di oltre il 20%.

Gridano al fascismo inesistente per giustificare la loro intolleranza
Bill Emmott (Ansa)
Giannini su «Rep» favoleggia di un mondo parallelo di complotti neri, mentre sulla «Stampa» Emmott minimizza il video manipolato di The Donald. Quando giova ai loro obiettivi, indulgono su bavagli e odio.

S’avanza la Cosa Nera. Un orrore primordiale simile all’It evocato da Stephen King, entità oscura che stringe la città di Derry nelle sue maligne grinfie. Allo stesso modo agiscono le «tenebre della destra mondiale» descritte ieri su Repubblica da Massimo Giannini, che si è preso una vacanza dal giornalismo per dedicarsi alla narrativa horror. E ci è riuscito molto bene, sceneggiando una nuova serie televisiva: dopo Stranger Things ecco Populist Things. Una narrazione ambientata in un mondo parallelo e totalmente immaginario in cui «populisti e estremisti deridono le istituzioni democratiche, avvelenano i nostri dibattiti, traggono profitto dalla paura». Un universo alternativo e contorto in cui «gli autocrati possono spacciare le loro verità alternative a community scientemente addestrate a un analfabetismo funzionale coerente con lo spirito del tempo».

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