2022-04-05
L’assegno unico è una piccola batosta per le famiglie che hanno una casa
Al via lo strumento che riguarda 7 milioni di lavoratori. Sono spariti i precedenti benefici e bonus. Non conta più il reddito ma l’Isee. Minori benefici anche di 900 euro. Paradosso, ci guadagnano i redditi alti.L’assegno unico e universale penalizza tutte quelle famiglie che hanno una casa di proprietà o dei risparmi liquidi sul conto corrente. Da marzo è dunque partito questo strumento che riguarda 7 milioni di lavoratori, anche se solo poco più di 4 milioni hanno presentato istanza. Ma il termine ultimo per richiedere gli arretrati è il 30 giugno e quindi c’è ancora tempo, anche se nel frattempo le busta paga sono più leggere, dato che da marzo sono spariti tutti i benefici riconosciuti per il bonus mamma, per l’assegno ai nuclei familiari, i vari assegni di natalità e le detrazioni per i figli fino a 21 anni. L’assegno unico mensile che però stanno ricevendo molti genitori è una spiacevole sorpresa, dato che l’accredito Inps è nettamente inferiore rispetto a quanto si era abituati a ricevere con le varie agevolazioni separate. Una differenza che è legata al metodo di calcolo che si è deciso di usare. Se prima infatti per stabilire la quantità di benefici fiscali familiari si prendeva in considerazione il reddito, adesso si usa l’Isee. Esaminando l’indicatore della situazione economica equivalente si vanno dunque a considerare non solo il reddito del nucleo ma anche gli immobili della coppia, le aree fabbricabili (magari ricevute in eredità) e i risparmi lasciati in liquidità sul conto corrente. Il risultato finale è che a parità di situazione reddituale se una famiglia ha una casa di proprietà e dunque un Isee più alto si vedrà ridotto l’importo mensile dell’assegno unico. Pensiamo per esempio a una famiglia che ha un Isee di 38.500 euro, un reddito totale da lavori dipendenti di 51.150 euro e due figli maggiori di tre anni. Prima, tra detrazioni e vari assegni, il nucleo andava a percepire 2.211, 72 euro l’anno (184,31 euro al mese). Adesso con l’assegno unico la situazione cambia. L’importo mensile scende infatti a 118,60 euro (-788,52 euro l’anno). Se si prende invece in considerazione un altro nucleo che presenta la stessa situazione reddituale e familiare di quella di prima con l’unica differenza di un Isee di 23.850 euro, si nota che l’assegno unico percepito mensilmente è di 299,60 euro mentre prima era di soli 184,31 euro. La differenza è fatta proprio dagli immobili posseduti. Il centro studi dei Consulenti del lavoro ha infatti spiegato come basta avere anche una sola casa di proprietà per vedere la propria situazione economica, come negli esempi fatti, totalmente capovolta. E se si pensa che l’Italia è il paese del mattone, si capisce che la scelta di usare l’Isee come indicatore va a penalizzare diverse famiglie italiane. Ma non solo, perché per capire in concreto quanto le famiglie stanno iniziando a perdere ogni mese, il centro studi dei Consulenti del lavoro ha esaminato diverse casistiche, oltre a quella appena descritta. C’è il caso dei nuclei che hanno dei redditi da lavoro dipendente «medio- alti» con un Isee superiore ai 40.000 euro. In questo caso l’erogazione di un assegno unico con valore fisso a 50 euro per figlio va a determinare per i beneficiari un sostegno economico nettamente inferiore rispetto a quanto percepito in precedenza. E dunque, prendiamo una famiglia dove padre e madre sono due lavoratori dipendenti che hanno rispettivamente un reddito di 35.000 e 18.000 euro l’anno, sono spostati e hanno due figli con più di tre anni. Il loro Isee risulta essere superiore ai 40.000 euro l’anno. Prima dell’assegno unico universale questa famiglia percepiva come detrazioni per i figli 1.442 euro l’anno. In aggiunta a queste andavano a percepire anche 704 euro per l’assegno nucleo familiare. Il totale annuo dei benefici arrivava dunque a 2.146,16 euro, cioè 178,85 euro al mese. Con la novità dell’assegno unico a partire dal 1° marzo l’incasso sarà di 1.200 euro l’anno, cioè 100 euro al mese. Significa dunque che rispetto a prima si andranno a perdere ben 78,85 euro al mese (-946,15 euro l’anno). La situazione si capovolge invece se si prendono in considerazioni tutte quelle famiglie che non presentano l’Isee con redditi elevati. Prima questi non avevano quasi nessun sostegno, adesso invece hanno accesso ad un contributo base che garantisce un’entrata mensile costante. L’assegno unico universale livella infatti tutte le famiglie tra chi ha un Isee inferiore ai 40.000 e chi superiore. Se si supera tale soglia si ha diritto alla cifra minima di 50 euro per ciascun figlio minore. La misura spetta anche se non si presenta l’Isee. E dunque vediamo nei numeri come cambia la situazione di una famiglia che presenta un reddito complessivo, da lavoratori dipendenti, di 168.800 euro con due figli maggiori di tre anni. Prima percepivano in totale benefici fiscali per 468 euro (39 euro al mese). Adesso con l’assegno unico universale, anche se non presentano l’Isee avranno diritto a 1.200 euro l’anno (100 euro al mese). In questo caso si ha un guadagno di ben 732 euro l’anno. Aspetto assurdo se si pensa che famiglie con redditi (e Isee) nettamente più bassi si trovano a ricevere meno soldi, rispetto a chi invece non necessita dell’aiuto dello Stato per crescere i figli, date le disponibilità economiche che hanno.