2019-03-27
«L’Arena» cattolica ma non troppo attacca i difensori della famiglia
Il quotidiano, che pure fa riferimento a nomi cittadini influenti e storicamente legati alla Chiesa, non cessa di criticare l'assise di questo weekend, con toni e argomenti che ricordano la peggiore propaganda liberal.Ieri Il Manifesto, che si definisce quotidiano comunista, ha titolato Non è l'Arena l'inserto di quattro pagine contro il Congresso delle famiglie. Non perde occasione per dare spazio ai nemici del Forum anche L'Arena, con la piccola differenza che il giornale veronese è in mano a famiglie che si vantano di essere cattoliche. Eppure, da settimane, il più antico quotidiano delle Tre Venezie (il primo numero uscì il 12 ottobre 1866) pubblica con grande risalto interventi di condanna dell'evento in programma tra le mura scaligere dal 29 al 31 marzo. Due giorni fa, in prima pagina campeggiava il titolo: «Famiglia, attacco da don Vinco». Il catenaccio spiegava che il monsignore sta valutando «se restituire il premio che mi ha dato il sindaco», perché non condivide la manifestazione. Il prelato in questione, che per il giornale «si è sempre confrontato con situazioni di marginalità e sofferenza: malati di Aids, tossicodipendenti, immigrati, soggetti alla tratta, anziani soli» (notare bene che nell'elenco stilato dall'Arena gli anziani, i nostri vecchi, sono in fondo alla classifica dei bisognosi e aventi diritto), a fine gennaio aveva ricevuto la pergamena che lo inserisce tra i nove «Veronesi 2018». Riconoscimento attribuito a medici, atleti, sacerdoti e volontari per i risultati raggiunti nella ricerca, nello sport, nel sociale. Sparare titoloniL'articolo nelle pagine interne proponeva in realtà un'intervista probabilmente pronta da giorni, ma aggiornata con un paio di domande in apertura che dovevano giustificare la presa di distanza del prete dal Forum delle famiglie. A dispetto del titolo, monsignor Carlo Vinco, parroco del Tempio Votivo di Verona (chiesa ubicata nel piazzale di fronte alla stazione ferroviaria di Porta Nuova, trafficatissimo da viaggiatori, ma anche da spacciatori di droga, clandestini e prostitute), non dichiara affatto di voler restituire il premio. Incalzato dall'intervistatore, si limita a dire che sta «seguendo gli sviluppi» e definisce il convegno «pretestuoso, scandaloso, assurdo». Per quale motivo? Non è dato sapere. Il sacerdote non porta una sola argomentazione a sostegno di quei tre aggettivi di condanna. Né il giornalista lo interpella perché li motivi. Evidentemente, all'Arena bastavano per sparare il titolone in tutta pagina e spacciare ai suoi lettori un'intera pagina come «forte presa di distanza» dal World congress of Families (Wcf). Pagina peraltro rifilata anche al giornale gemello, Il Giornale di Vicenza.I veronesi si chiederanno quale autorevolezza possa mai avere il cittadino Carlo Vinco per lanciare dal pulpito strali così pesanti. In un'intervista a Telepace, l'emittente che diffonde le udienze e le celebrazioni del Papa, poco tempo fa il monsignore raccontò di aver vissuto in pieno il Sessantotto: «Anni straordinari sul piano civile e religioso», li definì. Fiero di essere stato «in alcune periferie», suo malgrado anche quando dovette partire nel 1979 per il servizio militare dove «ero l'unico laureato su 90 commilitoni, molti dei quali altoatesini».Frequentatore di emarginati, ma ben piazzato anche nei board che contano, monsignor Vinco è da 14 anni presidente della Fondazione Pia Opera Ciccarelli, nutrito gruppo di residenze per anziani, persone non autosufficienti o parzialmente autonome. Se vogliono accoglienza, gli ospiti non convenzionati devono pagare rette molte elevate, dai 112 euro giornalieri del Centro Cherubina Manzoni di Minerbe, nel Veronese, ai 158 del Berto Barbarani, residenza nel capoluogo scaligero. Fanno la bellezza di 4.470 euro al mese, servizio religioso incluso per la celebrazione della messa o con «ministri di altre confessioni», informa solerte la Pia Opera. Il sacerdote che storce il naso parlando del congresso delle famiglie è stato anche cooptato tra i consiglieri della Fondazione Cariverona, fra i principali azionisti di Unicredit. Il patrimonio netto della Fondazione a fine 2017 ammontava a 1.812 milioni di euro e il gettone di presenza per i consiglieri varia dai 200 ai 350 euro per seduta.La proprietàInsomma, monsignor Vinco appartiene alla cerchia dei rispettabili per la Società Athesis, editrice dell'Arena anche del Giornale di Vicenza, di Bresciaoggi, delle emittenti Telearena e Radio Verona. Presieduta da Gian Luigi Rana, figlio di Giovanni, re dei tortellini industriali, la Athesis, oltre alle associazioni industriali di Verona e Vicenza, ha tra i soci forti i figli del defunto Arrigo Armellini, che era figlio spirituale di don Luigi Pedrollo, primo collaboratore e prosecutore dell'opera di San Giovanni Calabria. Per don Pedrollo è stata aperta la causa di beatificazione. Nel consiglio di amministrazione di Athesis siede pure Giordano Veronesi (colosso dei mangimi e dei marchi Aia, Negroni, Montorsi), autorevole rappresentante di una famiglia di tradizioni cattoliche. In precedenza, a governare la casa editrice c'era Giulio Pedrollo, ora uscito da Athesis e diventato vicepresidente della Confindustria nazionale. Giulio è figlio di Silvano, imprenditore molto vicino al Vaticano, il quale aveva come zio il già ricordato don Luigi Pedrollo. I soci Athesis sono mascherati in varie finanziarie. In una di queste figura anche la Cattolica assicurazioni guidata da Paolo Bedoni (presidente, già capo della Coldiretti nazionale) e Alberto Minali (amministratore delegato), l'unica società cooperativa di settore quotata alla Borsa di Milano.Eppure, le radici cattoliche delle famiglie che controllano l'informazione a Verona sembrano non contare nulla in questa pressante campagna dell'Arena contro il Wcf. Ogni giorno esce un affondo, poco importa se a lanciarlo è un altro parroco, monsignor Ezio Falavegna della centralissima parrocchia dei Santi Apostoli, per il quale «è amareggiante che sia stato politicizzato» il tema della famiglia, anche se conferma che celebrerà messa in inglese per gli ospiti del congresso. O se perfino nella rubrica Edicola e caffè, al pensionato che protesta per la mancanza di posti auto in città per i residenti, viene posta la domanda: «Congresso delle famiglie, è scontro di idee. Secondo lei?». Il poveretto nemmeno sapeva come controbattere e svicola con un «da parte mia non credo si debba discriminare o giudicare nessuno perché nella vita non si sa mai cosa possa succedere», che la dice lunga su quanto ne sapesse del Forum in questione. O se l'attacco viene più volte ripetuto dal professor Riccardo Panattoni, direttore del dipartimento di scienze umane dell'Università di Verona e primo firmatario del documento dei professori contro il Forum giudicato «non scientifico». Al docente di filosofia morale viene dato ampio spazio e un suo articolo domenica scorsa è stato ospitato in prima pagina, come se il docente nemico del Wcf fosse diventato un opinionista dell'Arena. Direzione e proprietari del quotidiano sembrano non ricordare che al dipartimento di scienze umane diretto da Panattoni appartiene Politesse, il Centro di ricerche su politiche e teorie della sessualità che da anni organizza seminari e convegni su gender e rivendicazioni Lgbt, con l'approvazione dell'ateneo veronese. O forse lo ricordano perfettamente, altrimenti non si capisce il titolo «Famiglia, la società è più avanti di certi politici», che lunedì, nelle pagine della Cultura, incorniciava un articolo sul quarantenne gay Luca Trapanese, tanto bravo perché ha adottato la piccola Alba abbandonata in quanto down.Parla il PapaPensate sia una toccante storia di amore per i disabili e i più indifesi? Purtroppo no, trattasi dell'ennesimo pretesto per parlare male degli organizzatori del Congresso delle famiglie e del governo: «Chi ci guida non è in sintonia con il modo di vivere della maggioranza degli italiani», dichiara Trapanese, autore del libro Nata per te. Invece di affermare che ciascuno è libero di fare quello che gli pare anche con i bambini, creando nuclei familiari che li faranno soffrire senza la figura di entrambi i genitori, forse ai lettori del quotidiano L'Arena poteva essere utile ricordare quanto papa Francesco ha detto a Loreto: «La famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna assume un'importanza e una missione essenziali». Proprio quanto si cercherà di ribadire tra pochi giorni a Verona.
(Totaleu)
Lo ha dichiarato l'europarlamentare della Lega Roberto Vannacci durante un'intervista al Parlamento europeo di Bruxelles.