2021-10-04
La Lamorgese scopre lo stop ai rave. Magari impara a frenare gli sbarchi
Alla periferia di Roma centinaia di sballati si danno appuntamento. Intervengono le forze dell'ordine a disperderli, non come a Viterbo. Un cambio di linea che sarebbe utile anche nei confronti dei migranti.Esistono soltanto due spiegazioni possibili, entrambe ampiamente al di fuori della razionalità. La prima è che Luciana Lamorgese abbia capito male. La seconda è che abbia invece trovato l'uovo di Colombo. Prima i fatti, però. A Roma, in un campo situato nei pressi del Grande raccordo anulare all'altezza di Spinaceto, nella zona sud della Capitale, è andato in scena un rave. Centinaia i partecipanti, solito corredo di casse, musica ipnotica, fattonismo assortito. Ebbene ieri, nelle prime ore del mattino, sono intervenuti con una ambiziosa operazione Digos, Polizia scientifica, Carabinieri del nucleo informativo del gruppo di Ostia e Polizia stradale. I fricchettoni danzanti sono stati fermati, identificati e prontamente sgomberati. Gli organizzatori del sabba elettronico sono stati individuati (e la loro posizione è al vaglio degli inquirenti), la musica spenta e i partecipanti spediti ordinatamente e gentilmente alle loro abitazioni (più o meno di fortuna). Come apprendiamo dai comunicati ufficiali, «tutta l'area è stata ripulita e messa in sicurezza». Fantastico, e tanti complimenti alle forze dell'ordine: azione rapida, indolore e soprattutto sacrosanta. Ovviamente, però, a nessuno sfugge la clamorosa differenza con quanto accaduto soltanto poche settimane fa a Viterbo. Alla fine di agosto, in un altro campo di proprietà di un malcapitato imprenditore, è andato in scena un altro rave. Migliaia i partecipanti, abbondante e accessibile la droga - disponibile in varie forme, prezzi e misure - e ugualmente illegale l'evento. In quel caso, però, gli scoppiati danzerecci sono stati lasciati liberi di dilagare per una settimana. Alla fine, il bilancio è stato atroce: morti, contagiati, feriti, poveri cani lasciati a crepare sotto il sole, terreni devastati. Un flagello, in pratica. Come La Verità ha raccontato nel dettaglio, i raver giunsero indisturbati sul posto, addirittura «scortati» dall'autorità costituita. Si lasciò che si accampassero, che andassero fuori di testa e che facessero per giorni i loro porci comodi. Lo Stato, semplicemente, non intervenne, anzi lasciò correre, anzi acconsentì allo sfascio. Ci fu chi sostenne che sgomberare non si poteva, perché troppo complicato. Si parlamentò a lungo con i fattoni, in una umiliante trattativa Stato-matti. Alla fine, gli improbabili danzatori furono dispersi (peraltro in gran parte nei paeselli vicini) non prima di aver ultimato i festeggiamenti. Apprendiamo, poco più di un mese dopo, che invece scacciare gli scoppiati si può, e senza nemmeno eccessiva fatica. Che cosa è cambiato, da agosto a ottobre? E qui entrano in gioco le ipotesi. La prima: il ministro dell'Interno si è sbagliato. Come noto, pochi giorni fa, proprio a Spinaceto, Giorgia Meloni e Matteo Salvini si sono incontrati e abbracciati, rinsaldando l'alleanza di centrodestra. Forse la Lamorgese ha pensato che i raver fossero in realtà dei perfidi sovranisti rimasti sul posto a celebrare la ritrovata concordia fra i capi, dunque ha pensato di farli colpire con implacabile severità. Benché suggestiva, però, tale ipotesi appare leggermente improbabile. Ecco allora la seconda: il ministro ha scoperto che fermare i rave si può, e non è nemmeno così difficile, basta lasciare che gli agenti facciano il loro lavoro. Dopo il funambolico fallimento di Viterbo, la Lamorgese avrebbe fatto bene a dimettersi, ma poiché ha attentamente evitato di farlo, ci limitiamo a prendere atto con piacere della sua crescita spirituale: ha compreso che, da ministro, può fare il ministro. Ci auguriamo che adesso allarghi leggermente il raggio d'azione. Dopo aver appreso che si possono fermare i rave, potrebbe persino scoprire che si può per lo meno rallentare lo sbarco dei migranti. Nelle ultime ore, solo a Lampedusa, ne sono arrivate diverse centinaia, come ormai consuetudine da un anno almeno. Finora il Viminale sua materia non ha dato segni di vita. Ma ora, dopo lo stupefacente risveglio di Roma, potrebbe decidere di darsi una mossa. Se ha bisogno di una esperienza da cui imparare, la Lamorgese può sempre convocare Salvini, che da mesi le chiede un vertice per discutere dell'argomento alla presenza di Mario Draghi. Se il ministro dovesse continuare a nicchiare, per convincerlo a fermare gli arrivi si potrebbe tentare con un trucco. Spieghiamo: spesso sulle navi delle Ong abbiamo visto i clandestini ballare poco prima dell'approdo in Italia. Si potrebbe suggerire alla Lamorgese che sui barconi siano in corso dei rave. Chissà, magari si convincerebbe a intervenire, visto che ormai ha compreso come si fa.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)
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