2025-03-31
Cara Lahbib, ci dia il kit di sopravvivenza all’Ue
Cara Hadja Lahbib, cara commissaria europea alla Preparazione e alla gestione delle crisi, le scrivo questa cartolina per ringraziarla dell’imperdibile video con cui ci ha illustrato il kit di sopravvivenza per resistere 72 ore in caso di attacco militare. Soprattutto la ringrazio per averci ricordato di prendere le carte da gioco: all’acqua e al cibo in scatola forse ci sarei arrivato da solo, ai farmaci e agli occhiali pure, con un po’ di sforzo potevo pure ricordarmi di mettere nello zaino torcia elettrica e coltellino svizzero.Ma le carte da gioco, ecco, quelle no. A quelle proprio non ci sarei arrivato senza il suo aiuto. E quindi volevo ringraziarla di cuore perché lei mi ha sollevato lo spirito: l’Ue ci sta portando alla catastrofe bellica, ma adesso so che sarà più dolce morire sotto le bombe, calando la briscola di coppe. Del resto è proprio il mandato che Ursula von der Leyen le ha assegnato chiamandola al governo dell’Ue: lei, infatti, deve sviluppare la «cultura della preparazione». E che cosa c’è di meglio che prepararsi all’Armageddon con un po’ di leggerezza? Da rubamazzetto a bombe a mazzetti, in fondo il passo è breve. E lei per tirarci su il morale, durante una conferenza stampa, ha aggiunto che per sviluppare la cultura della preparazione di fronte all’imminente rischio di guerra è importante anche avere in casa gli ingredienti per la pasta alla puttanesca. L’ha detto davvero. E noi, di fronte a questa sua soave simpatia, abbiamo subito pensato: capperi! Che, per l’appunto, sono ingredienti essenziali per finire il mondo alla puttanesca. Belga di origini algerine, 45 anni, lei è diventata commissaria europea in quota rosa. Mancavano donne, insomma. E Ursula è stata costretta a prendere quel che c’era. La sua esperienza politica infatti è piuttosto limitata: appena due anni da ministro degli esteri del Belgio. Prima aveva sempre lavorato in tv. Conduttrice di spettacoli leggeri, compreso il concorso Regina Elisabetta, è poi diventata inviata in Medio Oriente e conduttrice del tg. Mansione che ha svolto sempre con la stessa leggerezza con cui ora fa il commissario: in rete c’è ancora un video del 2001 in cui lei fu presa da una folle ridarella mentre leggeva le notizie del giorno, al punto da dover sospendere l’edizione. Evidentemente le è sempre piaciuto ridere sulle disgrazie del mondo. La leggerezza peraltro la accompagna anche nelle sue posizioni, che nessuno ha mai capito bene. Militante socialista, entra in politica con la destra. Dichiara: «Non sono né socialista né liberale», e subito dopo prende la tessera liberale. Di famiglia musulmana convinta, si dice attratta dal buddismo. Si taglia i capelli in Parlamento per solidarietà alle donne perseguitate in Iran, ma invita in Belgio il «macellaio di Teheran» al punto da beccarsi una mozione di sfiducia. Vuole sanzionare l’Ungheria per la mancanza di democrazia ma non esita a stringere la mano al ministro del Qatar, poi accusato di corruzione. Ha chiesto il visto russo per andare in Crimea e poi s’è schierata ventre a terra con l’Ucraina. Dicevano i vecchi: cuor leggero ciel l’aiuta. Speriamo bene. Nel frattempo, speriamo esista un kit per sopravvivere 72 ore ai commissari europei. Magari giocando ad asino. O, meglio, ad asina.