2019-09-13
Pronti, via: reddito di cittadinanza
più facile per altri 500.000 stranieri
Altro che avvocato del popolo, Giuseppe Conte è l'avvocato degli immigrati. Lo avevamo già capito dal discorso con cui si era presentato in Parlamento per chiedere la fiducia a deputati e senatori. E ne avevamo avuto una conferma il giorno in cui, dopo averla ottenuta, aveva subito riunito il consiglio dei ministri, decidendo, fra tante cose di cui l'Italia avrebbe urgente bisogno, di impugnare una legge del Friuli Venezia Giulia, ritenendo che violasse non sappiamo quale equilibrio costituzionale a danno degli extracomunitari. Ma se ancora qualcuno avesse nutrito dubbi sulle reali intenzioni del legale del popolo straniero, lo provano anche le più recenti uscite del presidente del Consiglio e le mosse di chi gli sta (...)(...) a fianco. Cominciamo da queste ultime. Come sapete il reddito di cittadinanza ha avuto un forte impatto sui conti pubblici, talmente forte che, secondo l'opposizione, non avrebbe dovuto essere varato perché ci fa indebitare ancora di più. Tuttavia, quando il governo Lega-5 stelle approvò la misura furono introdotti dei meccanismi che limitarono l'accesso al beneficio. In particolare si scelse di ridurre la platea di potenziali fruitori, evitando che centinaia di migliaia di extracomunitari da poco arrivati in Italia incassassero il sussidio. Per averne diritto infatti si stabilì che dovessero essere residenti nel nostro Paese da almeno un decennio. Non solo: per ottenere il mensile senza lavorare si stabilì che il richiedente non dovesse avere alcun patrimonio che gli consentisse di mantenersi senza l'aiuto economico dello Stato. Questa norma vale per gli italiani e a maggior ragione fu applicata anche agli stranieri.Ma la sinistra protestò, sostenendo che i poveri immigrati non fossero in grado di presentare un certificato che li dichiarasse nullatenenti nel loro Paese e la norma rischiasse di discriminarli. Che l'esenzione ad hoc degli stranieri potenzialmente potesse essere fonte di abuso (gli extracomunitari che lavorano in nero e spediscono i soldi a casa, dove magari si sono fatti la villetta, sono più di quello che ci si immagina) ovviamente non sfiorò i compagni, tutti presi dalla loro dottrina dell'accoglienza. Tuttavia, finché la Lega è rimasta al governo, la protesta non era riuscita ad avere ragione della legge. Che invece adesso, dopo il ribaltone, è messa in discussione, con il risultato che presto potrebbe essere cancellato sia il vincolo dei dieci anni di residenza, sia quello anti furbi: ovviamente un'esenzione possibile solo se si è stranieri, mentre per gli italiani l'obbligo di dimostrare di non avere case o vetture rimarrà. Ad annunciare la nuova tendenza pro immigrati, che potrebbe riguardare circa mezzo milione di extracomunitari, è stato il presidente dell'Inps, Pasquale Tridico, il quale evidentemente, fiutata l'aria che tira con nuovo governo giallorosso, ha deciso di cambiare opinione sulle clausole che regolano il diritto al reddito di cittadinanza. Risultato, non soltanto presto avremo immigrati mantenuti dallo Stato che prenderanno più di molti pensionati che pure hanno lavorato una vita, ma vedremo lievitare i conti pubblici. Già, perché se la proposta Tridico fosse approvata, come è probabile che sia visto che il presidente dell'Inps è organico al Movimento 5 stelle, dunque al partito di cui fa parte il capo del governo, il tesoretto che il precedente ministro Giovanni Tria aveva risparmiato, pensando di usarlo per evitare l'aumento dell'Iva, se ne andrebbe per tappare la falla aperta dal sussidio pro stranieri. Insomma, oltre al danno gli italiani avrebbero la beffa. Perché gli immigrati non solo beneficerebbero di una misura che si chiama reddito di cittadinanza e che dunque dovrebbe imporre che gli aventi diritto siano cittadini italiani, ovvero persone che votano e pagano le tasse in Italia. Ma oltretutto gli stessi italiani verrebbero chiamati a far fronte, con le loro tasse, al buco aperto nei conti pubblici. Tasse che, sia detto per inciso, chi non lavora non paga, evitando di contribuire a sostenere il bilancio dello Stato per mancanza di reddito. Tradotto: gli elettori rischiano di essere cornuti, mazziati e anche presi in giro da un signore che fino a ieri si era autoproclamato avvocato del popolo.Quanto al resto, cioè agli annunci di Conte, il capo del governo in queste ore non manca mai di parlare di immigrati. Dopo l'incontro con Ursula von der Leyen ha messo in giro la notizia di un accordo sulla redistribuzione dei profughi. Peccato che in quelle stesse ore la presidentessa Ue smentisse, dicendo che la conversazione con il premier italiano si era chiusa senza decisioni. Ieri invece Conte ha dato notizia di un'intesa europea per lo sbarco dei migranti della Ocean Viking. Naturalmente vedremo presto quanti extracomunitari sistemerà l'avvocato dei migranti. Per ora ci limitiamo ad osservare che a Palazzo Chigi si fanno vertici dedicati ai profughi e mai agli italiani. C'è da stupirsi dunque se dopo, i sondaggi rilevano che quasi il 60 per cento degli aventi diritto al voto reclamano le elezioni per mandare a casa Conte e compagni?
(Ansa)
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Carlo Nordio, Matteo Piantedosi, Alfredo Mantovano (Ansa)