2025-06-08
Ti opponi all’immigrazione di massa? A Londra sei un potenziale terrorista
Il premier britannico Keir Starmer (Ansa)
Il programma Uk di prevenzione del radicalismo scheda i cittadini preoccupati dalla scarsa integrazione dei musulmani. Ma intanto il governo laburista si vanta: «Con noi +51% di arresti tra i lavoratori clandestini».Più che oltre la Manica, siamo oltre l’immaginazione: nel Regno Unito si rischia di finire schedati come potenziali terroristi di destra anche solo manifestando preoccupazione per l’immigrazione di massa. Lo ha scoperto il Telegraph, spulciando le istruzioni fornite da un corso online per i funzionari delle forze dell’ordine, che viene gestito dalla piattaforma governativa «Prevent». Un programma che si occupa, appunto, di impedire che «persone fragili vengano attratte» dalle sirene della violenza ideologica.Le linee guida britanniche non sono semplicemente il sintomo di una nevrosi politica; hanno delle conseguenze concrete. I dati di chi dovesse essere individuato dal sistema di sorveglianza, infatti, potrebbero essere conservati negli archivi della polizia e dei servizi segreti, sia interni (MI5) sia esteri (MI6), per un periodo di almeno sei anni.Lo specchietto che si trova sul sito di «Prevent» ha del surreale. Tra le tesi che alimenterebbero il «terrorismo di estrema destra», viene fatto rientrare il «nazionalismo culturale», che non è una riedizione in salsa inglese dell’imperialismo del Reich, bensì la convinzione che la «cultura occidentale» - indicata tra virgolette, manco fosse l’invenzione di un fanatico - sia «minacciata dall’immigrazione di massa e da una mancanza d’integrazione da parte di alcuni gruppi etnici e culturali». Sarà un’opinione discutibile, ma è abbastanza rispettabile e diffusa da rendere forse la maggioranza della popolazione, non solo nel Regno Unito, a rischio di radicalizzazione.Non a caso, mentre mette all’indice la gente che osa manifestare disagio per gli sbarchi fuori controllo, o per il rifiuto soprattutto dei musulmani di adeguarsi alle abitudini o persino alle leggi nazionali, il governo laburista di Keir Starmer si vanta dei propri risultati nella lotta all’invasione, incalzato dalla crescita del partito sovranista di Nigel Farage, Reform Uk. Stando ai dati del ministero dell’Interno di Londra, riportati da Sky news, da quando a Downing Street è arrivato il leader della sinistra, gli arresti di migranti che lavorano illegalmente nel Paese sono aumentati del 51%. Dal 5 luglio 2024, che era solo il giorno dopo la vittoria elettorale del Labour, fino al 31 maggio 2025, sono stati catturati 6.410 clandestini, a fronte di 9.000 controlli in ristoranti, bar e cantieri, che spesso impiegano manodopera fantasma. A loro volta, le ispezioni sono cresciute del 48% rispetto all’era dei Tories. Intanto, Emmanuel Macron, sottoposto alle pressioni di Londra, è stato costretto a prendere dei provvedimenti per limitare il transito dei migranti da Calais a Dover. Il messaggio del governo britannico è chiaro: saremo progressisti, saremo stati sostenitori della società «multiculti», ma ora che i tempi sono cambiati, siamo diventati bravissimi a usare il pugno duro.La schizofrenia non è sfuggita agli osservatori. Toby Young, membro della Camera dei Lord e fondatore della Free speech union, associazione che si batte per la libertà d’espressione, in una lettera al ministro dell’Interno, Yvette Cooper, ha sottolineato che, in base ai criteri di «Prevent», persino il premier Starmer sarebbe un «nazionalista culturale»: appena un mese fa, presentando una stretta sull’immigrazione, il capo del governo aveva paventato il pericolo che il Regno Unito diventasse «un’isola di stranieri». Anche il re dei buonisti, Tony Blair, nel 2019 ammoniva i nuovi arrivati: «C’è un dovere di integrarsi, di accettare le regole, le leggi e le norme della nostra società».Il cortocircuito illustra bene la cifra dell’Inghilterra laburista. Dove l’inquilino di Downing Street si prepara a tagliare i fondi ai disabili pur di finanziare il riarmo, mentre promette di proteggere i confini per tamponare l’emorragia di consensi a beneficio di Farage. Ma dove si può anche essere sbattuti in cella per un post sui social, nel quale si denuncia l’antisemitismo montante. Il mese scorso è capitato, ironia della sorte, a un agente in pensione, tale Julian Foulkes, poi risarcito per l’abuso subìto con 20.000 sterline. L’uomo si era visto piombare i poliziotti in casa, ai quali era apparso particolarmente sospetto: nella sua biblioteca spiccavano i saggi di Douglas Murray, commentatore politico conservatore, critico dell’islam e omosessuale. Libri proibiti nella patria del free speech, in cui è servita una sentenza dell’Alta corte per stabilire che una donna è una donna, ossia un’umana che la natura ha dotato di vagina. Scommettiamo che, su questo, anche i musulmani concorderebbero.