
Più spazi a Massimo Giletti, conferma del blocco Gruber, Formigli e Zoro. La novità è Licia Colò. Urbano Cairo soddisfatto: «La mia gestione fa utili». Urbano Cairo, nel presentare i palinsesti, ha cominciato dai numeri: «Questa è la mia settima conferenza stampa come editore di La7. Quando, nel 2013, ho preso le redini dell'emittente, non nascondo che avevo qualche preoccupazione: non era facile ribaltare una situazione endemica, che perdurava da una decina di anni. La7, allora, perdeva 100 milioni ogni dodici mesi. Oggi, ha chiuso l'anno con un utile di 400.000 euro». Poi, è passato ai conti. L'emittente, tra il 16 settembre 2018 e il 15 giugno 2019, ha raccolto il 3,9% di share nella giornata, segnando una crescita del 6% rispetto al periodo omologo della stagione precedente. Nel solo mese di maggio, è riuscita a diventare il sesto canale più visto d'Italia nelle 24 ore, posizionandosi davanti a Rete4. Il canale diretto da Sebastiano Lombardi, poi, ha preso il volo e, complice la scelta di mantenere accesa la prima serata anche nei mesi estivi, ha registrato tra 9 giugno e 9 luglio una crescita del 16,7% rispetto alla stagione precedente. Tuttavia, sorpassi e non sorpassi, il bilancio di La7 resta positivissimo. E, in quanto tale, non prevede grandi cambiamenti. Cairo in larga parte si è limitato a confermare la squadra. Massimo Giletti, pur corteggiato da altre reti («Non solo dalla Rai»), ha firmato per restare a La7 due anni ancora. «Ci sono varie ipotesi legate al suo nome», ha spiegato il patron, «Da un lato, tornerà ad occuparsi del suo Non è l'Arena, con la libertà che lo ha sempre contraddistinto e, credo, che lo ha convinto a rimanere con noi. Dall'altro lato studierà alcune serate speciali, d'onore, da realizzarsi con mezzi importanti. Poi, forse, qualcos'altro». Massimo Giletti, quota «sovranista» dell'emittente, potrebbe raddoppiare. Triplicare, addirittura. Ma su La7 sembrerebbe destinato a rimanere una minoranza. Nonostante il governo in essere, Cairo non ha fatto acquisti politici. In conferenza stampa ha rivendicato la libertà dei propri conduttori. Una libertà che avrebbe concesso loro di «porre tutte le domande», contribuendo con ciò a «rendere popolari temi che erano un tempo di élite» e ad accrescere, per conseguenza, «il livello culturale del Paese. Io scelgo professionisti di qualità», ha aggiunto, «di volti che siano sovranisti per forza non ho bisogno. Ho rinnovato per altri tre anni Propaganda Live, con Diego “Zoro" Bianchi, e prolungato il rapporto con Corrado Formigli fino al 2025», ha spiegato, annunciando poi di aver confermato - tra gli altri - Otto e Mezzo di Lilli Gruber; Omnibus, con Alessandra Sardoni e Gaia Tortora; Coffee Break, con Andrea Pancani; Tagadà di Tiziana Panella, allungato fino alle 17; Atlantide, con Adrea Purgatori, Di Martedì di Giovanni Floris; L'aria che tira e L'aria che tira oggi, condotti entrambi da Myrta Merlino, alla quale sono stati affidati anche misteriosi speciali di prima serata. Confermatissimo Enrico Mentana, col tg, gli approfondimenti di Bersaglio Mobile e le maratone. «Ha cominciato dalle mezze per arrivare alle maratone vere e proprie: dai 21 è passato ai 42 chilometri. Oggi, credo di poter dire che arriverà ai 63», ha annunciato Cairo, che tra le novità - ivi compresa un'app rinnovata perché la compagine digitale di La7 cresca - ha annunciato Licia Colò: «Condurrà Eden, un giro intorno al mondo alla scoperta di tutto quello che dovremmo fare per salvare il nostro pianeta. Tengo molto alla tematica ambientale», ha spiegato il patron di La7, collocando in quest'ottica anche la messa in onda di Chernobyl: la miniserie Sky andrà in onda in chiaro sul settimo canale della tv generalista. «Non abbiamo chiuso accordi per altri prodotti Sky, ma il dialogo è aperto. Invece, trasmetteremo Our Godfather, documentario Netflix incentrato sulla storia di Tommaso Buscetta, che sarà introdotto da Mentana», ha concluso Cairo, dicendosi aperto ad eventuali nuovi ingressi. Milena Gabanelli, Antonella Clerici, la Gialappa's Band. Cairo non ha chiuso le porte a nessuno. Unico tasto dolente, nella presentazione di un palinsesto che ha deciso di fare a meno di Miss Italia («Per noi, finisce qui»), il riconoscimento dell'attività svolta come servizio pubblico: «Facciamo 3.621 ore di informazione l'anno, credo che una piccola quota di contributi ci spetterebbe di diritto».
2025-10-31
Il Forum Economico Eurasiatico di Verona approda a Istanbul: dialogo tra Occidente e Grande Eurasia
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        Foto Pluralia
    
La XVIII edizione del Forum Economico Eurasiatico di Verona si terrà il 30 e 31 ottobre 2025 al Çırağan Palace di Istanbul. Tema: «Nuova energia per nuove realtà economiche». Attesi relatori internazionali per rafforzare la cooperazione tra Europa ed Eurasia.
Il Forum Economico Eurasiatico di Verona si sposta quest’anno a Istanbul, dove il 30 e 31 ottobre 2025 si terrà la sua diciottesima edizione al Çırağan Palace. L’evento, promosso dall’Associazione Conoscere Eurasia in collaborazione con la Roscongress Foundation, avrà come tema Nuova energia per nuove realtà economiche e riunirà rappresentanti del mondo politico, economico e imprenditoriale da decine di Paesi.
Dopo quattordici edizioni a Verona e tre tappe internazionali — a Baku, Samarcanda e Ras al-Khaimah — il Forum prosegue il suo percorso itinerante, scegliendo la Turchia come nuova sede di confronto tra Europa e spazio eurasiatico. L’obiettivo è favorire il dialogo e le opportunità di business in un contesto geopolitico sempre più complesso, rafforzando la cooperazione tra Occidente e Grande Eurasia.
Tra le novità di questa edizione, un’area collettiva dedicata alle imprese, pensata come piattaforma di incontro tra aziende italiane, turche e russe. Lo spazio offrirà l’occasione di presentare progetti, valorizzare il made in Italy, il made in Turkey e il made in Russia, e creare nuove partnership strategiche.
La Turchia, ponte tra Est e Ovest
Con un PIL di circa 1.320 miliardi di dollari nel 2024 e una crescita stimata al +3,1% nel 2025, la Turchia è oggi la 17ª economia mondiale e membro del G20 e dell’OCSE. Il Paese ha acquisito un ruolo crescente nella sicurezza e nell’economia globale, anche grazie alla sua industria della difesa e alla posizione strategica nel Mar Nero.
I rapporti con l’Italia restano solidi: nel 2024 l’interscambio commerciale tra i due Paesi ha toccato 29,7 miliardi di euro, con un saldo positivo per l’Italia di oltre 5,5 miliardi. L’Italia è il quarto mercato di destinazione per l’export turco e il decimo mercato di sbocco per quello italiano, con oltre 430 imprese italiane già attive in Turchia.
Nove sessioni per raccontare la nuova economia globale
Il programma del Forum si aprirà con una sessione dedicata al ruolo della Turchia nell’economia mondiale e proseguirà con nove panel tematici: energia e sostenibilità, cambiamento globale, rilancio del manifatturiero, trasporti e logistica, turismo, finanza e innovazione digitale, produzione alimentare e crescita sostenibile.
I lavori si svolgeranno in italiano, inglese, russo e turco, con partecipazione gratuita previa registrazione su forumverona.com, dove sarà disponibile anche la diretta streaming. Il percorso di avvicinamento all’evento sarà raccontato dal magazine Pluralia.
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        Matteo Del Fante, ad di Poste Italiane (Ansa)
    
«Non esiste al mondo un prodotto così diffuso e delle dimensioni del risparmio postale», ha dichiarato Matteo Del Fante, amministratore delegato di Poste Italiane, a margine dell’evento «Risparmio Postale: da 150 anni la forza che fa crescere l’Italia», a cui ha presenziato anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. «Come l’ha definito il Presidente della Repubblica, si tratta di un risparmio circolare: sono 27 milioni i risparmiatori postali», ha spiegato ai giornalisti Dario Scannapieco, amministratore delegato di Cassa Depositi e Prestiti.
        Donald Trump e Xi Jinping (Ansa)
    
- Vertice distensivo in Corea del Sud, il tycoon riduce al 47% le imposte sui beni del Dragone in America. L’omologo comunista toglie le restrizioni sull’export di minerali. E si impegna ad acquistare soia. Resta il nodo sui chip. «Accordo di almeno un anno».
 - L’ambasciatore Ettore Sequi è prudente: «Clima sereno perché ai tavoli mancava Taiwan».
 






