2021-06-09
La vice di Biden avvisa i migranti: «Non venite qui, tanto vi cacciamo»
Kamala Harris (Luis Vargas/Anadolu Agency via Getty Images)
Nel suo primo viaggio in Guatemala, la numero due della Casa Bianca cambia linea: «Vi aiuteremo a casa vostra». E i dem si spaccano. Dura Alexandria Ocasio Cortez: «Siamo stati noi a destabilizzare l'America Latina».Statevene a casa vostra. È questo, in estrema sintesi, il messaggio dato agli immigrati da Kamala Harris, durante il suo primo viaggio ufficiale in Guatemala. Nel corso di una conferenza stampa insieme al presidente guatemalteco, Alejandro Giammattei, la numero due della Casa Bianca ha detto di voler «aiutare i guatemaltechi a trovare la speranza a casa», aggiungendo: «Voglio essere chiara per le persone in questa regione che stanno pensando di fare quel pericoloso viaggio verso il confine tra Stati Uniti e Messico: non venite». «Gli Stati Uniti», ha proseguito, «continueranno a far rispettare le nostre leggi e a proteggere i nostri confini». Non sono poi mancati attriti con Giammattei su corruzione e flussi migratori. In una intervista domenica alla Cbs, il presidente guatemalteco aveva del resto dichiarato che la linea morbida promessa in campagna elettorale da Joe Biden sull'immigrazione avesse favorito l'aumento delle partenze e rafforzato l'attività dei trafficanti di esseri umani. Ricordiamo che il Guatemala è uno dei Paesi da cui provengono i flussi di immigrati che cercano di attraversare la frontiera statunitense: flussi che, soprattutto dallo scorso gennaio, sono significativamente aumentati, mettendo sotto pressione il confine meridionale. A marzo e aprile si è infatti registrato, secondo la Reuters, il più alto tasso di arrivi in 20 anni: tutto ciò, mentre Axios ha riferito che, il mese scorso, si sono verificati oltre 170.000 arresti alla frontiera. È in questo contesto che, a marzo, il presidente statunitense ha affidato alla Harris il compito di coordinare la risposta alla crisi: un incarico dai contorni non chiari sin da subito. I repubblicani hanno accusato il vicepresidente di non aver preso seriamente l'impegno, visto che da quando è stata incaricata non ha ancora visitato la frontiera, né si è degnata di tenere una conferenza stampa sul tema. La diretta interessata si è difesa, sostenendo che, in realtà, il suo compito non sia la gestione dei flussi, ma un lavoro diplomatico con il Centro America per cercare di disinnescarli alla radice. Per carità, sarà anche così: ma una visita al confine per capire la situazione in tutte queste settimane forse avrebbe potuto anche farla (e guarda caso ieri, in un'intervista su Nbc News, la vicepresidente ha tradito nervosismo sulla questione). È comunque in questo quadro che va inserito il suo viaggio in Guatemala e Messico. Un viaggio che sta già creando fibrillazioni. Se in Guatemala alcuni manifestanti hanno protestato contro la Harris, in Messico si sono levati malumori sulle tempistiche della visita (dato che, appena domenica scorsa, si erano tenute in loco le elezioni parlamentari). Ma le turbolenze maggiori riguardano la politica interna statunitense, con la sinistra del Partito democratico che non ha affatto apprezzato l'esortazione rivolta dalla numero due della Casa Bianca ai migranti guatemaltechi. Il commento forse più duro è arrivato dalla deputata Alexandria Ocasio Cortez, che ha tuonato: «Questo è deludente da vedere. Primo, chiedere asilo a qualsiasi confine degli Stati Uniti è un metodo di arrivo legale al 100 per cento. Secondo, gli Stati Uniti hanno passato decenni a contribuire al cambio di regime e alla destabilizzazione in America Latina. Non possiamo incendiare la casa di qualcuno e poi biasimarlo per la fuga». Tale posizione, che fa probabilmente riferimento al golpe guatemalteco del 1954, è stata sposata anche dalla deputata dem Rashida Tlaib. Secca la replica della Harris: «Dobbiamo affrontare le cause alla radice. E questo è il mio obiettivo. Punto». Insomma, si acuiscono le spaccature nel Partito democratico. E la posizione della Ocasio Cortez è significativa sotto almeno due punti di vista. Il primo è che un vicepresidente americano viene criticato dalla sinistra del suo stesso schieramento per aver detto un'ovvietà, e cioè che l'attraversamento del confine non debba avvenire in modo illegale. Il secondo aspetto risiede nel fatto che la Ocasio Cortez abbia comunque puntato il dito contro l'incoerenza del tandem Biden-Harris: un tandem che in campagna elettorale aveva ferocemente criticato la linea dura di Donald Trump in materia di immigrazione clandestina (a partire dal celebre muro) e che adesso invece - complice l'incremento degli arrivi principalmente causato dalla retorica elettorale aperturista dell'allora candidato dem - parla di salvaguardia dei confini. Non solo, già a marzo, lo stesso presidente aveva esortato gli immigrati a non venire negli Stati Uniti (nonostante a novembre si fosse detto a favore dell'«accoglienza e integrazione degli immigrati e rifugiati nelle nostre comunità»). Ma l'attuale amministrazione ha anche riaperto almeno una delle criticate strutture di accoglienza per minori che lo stesso Trump, tra le polemiche, aveva chiuso nel 2019: strutture che erano state in passato biasimate da Michelle Obama e dalla stessa Harris. Del resto, quest'ultima non è nuova alle giravolte politiche: durante le ultime primarie democratiche cercò di farsi passare per una paladina degli immigrati irregolari (come sottolineato da Politico, era infatti favorevole ad abolire lo status di reato all'attraversamento illegale delle frontiere). Tutto questo, mentre nel gennaio 2017 twittò: «Ditelo forte, ditelo chiaramente, ognuno è benvenuto qui». Peccato però che, nel 2008, da procuratrice distrettuale di San Francisco avesse tenuto una linea ben più severa in materia di immigrazione clandestina. La coerenza insomma raramente è stata il suo forte.
Ecco #DimmiLaVerità dell'11 settembre 2025. Il deputato di Azione Ettore Rosato ci parla della dine del bipolarismo italiano e del destino del centrosinistra. Per lui, «il leader è Conte, non la Schlein».