
Il colosso svedese vuole cancellare i propri scivoloni d'immagine con una campagna contro la violenza domestica e il femminicidio.Da qualche giorno nelle toilette femminili dei magazzini Ikea sono apparsi cartelli di questo tenore: «Quante volte al giorno ti dice stai zitta cretina?»; «Ho sbattuto il naso sulla porta»; «Sono caduta dalle scale». Vengono esposti lì proprio per essere visibili alle sole donne vittime di maltrattamenti, quale incitamento a ribellarsi o almeno parlarne. È l'ultima trovata della campagna Ikea «Per una giusta casa» contro la violenza domestica; campagna presentata qualche tempo fa al pubblico con un video shock: una donna, osservando gli oggetti in vendita nel magazzino, immagina come potrà usarli per difendersi a casa dal manesco compagno. Di là dagli intenti, il video è apparso subito assai maldestro, anzitutto perché sembra uno scollato incrocio tra uno spot dei mobili Billy o Kallax e un truculento giallo svedese, e poi perché l'idea di suggerire che i prodotti Ikea possono alla bisogna fungere anche da armi improprie non è esente da pericoli e da critiche. Di questo passo, con l'acribia seriosa che è tipica degli scandinavi, comprando un attizzatoio Ikea, potremmo leggervi sopra: «ideale per camini e per crani».Questa battaglia altamente etica del colosso svedese fa uno stridente contrasto con i suoi recenti scivoloni d'immagine. Brucia ancora come un marchio d'infamia il licenziamento della mamma del disabile che aveva scosso con scioperi e rimostranze il nome dell'azienda; nonché il ritiro in massa di taluni suoi mobili dal mercato, in quanto pericolanti e anzi in molti casi addirittura letali. Sembra quasi che Ikea, con questa operazione in favore delle donne, abbia voluto rifarsi un po' il maquillage etico per dir così; dopotutto, come già notava Vauvenargues, non la guerra ma il commercio è la vera scuola dell'inganno.In tempi di decreto Dignità, ossia di etica che timidamente rifà capolino nel mondo del lavoro, questa diverrà forse la nuova e più avanzata strategia di marketing delle aziende: non basta più vendere con il prodotto un'amena storia al cliente, infiorettare e romanzare i profitti, ora l'azienda deve pure farsi banditrice di una causa, sfoggiare un'etica da anima bella. È la nuova forma di mission aziendale (locuzione abracadabra dei rampanti e insulsi anni pre crisi); sostituire - solo con forti dosi di pubblicità s'intende - al mero profitto un tema mediaticamente caldo e meritorio, in questo caso la violenza domestica e il femminicidio. Oggi fare acquisti sta divenendo sempre più un atto politico, le aziende iniziano a sentirne il peso sui loro bilanci e perciò fingono d'interessarsi ai casi del mondo, di parteggiare per questo o per quello. Inoltre, come nel gioco dei bussolotti, mettere bene in vista un qualche impegno di civiltà svia lo sguardo degli acquirenti da ciò che eticamente dovrebbe più interessarli in un'azienda, ovvero le condizioni dei suoi lavoratori, la qualità e l'impatto dei suoi prodotti, l'onestà dei suoi prezzi. A ciò si aggiunga che Ikea ha sempre avuto verso gli italiani l'atteggiamento supponente della maestrina che insegna comportamenti virtuosi e inauditi (l'ecologia, il riciclo, il fai da te) ad alunni zotici e in fondo irrecuperabili; quasi noi fossimo degli zulù e loro il sale dell'Europa civilizzata (quando invece storicamente è vero tutto il contrario).Comunque, dato che l'impegno etico sarà il prossimo trend nel marketing delle aziende, speriamo che qualche imprenditore italiano renda presto pan per focaccia agli svedesi. Magari ci penserà il rubicondo Oscar Farinetti che - tra i primi in Italia - ha subito inteso quanto un'etica prêt-à-porter possa far volare gli utili di un'azienda (come dimostra tra l'altro il suo indefesso impegno politico con qualsiasi partito, ancorché al governo). Eataly potrebbe esporre in Svezia, nei bagni di quegli stessi empori dove vende le scamorze dop, dei cartelli sulla gioia di vivere e banchettare, e ciò per combattere la piaga tutta scandinava dei suicidi (che assieme agli stupri e ad altri malanni sociali è lassù in cima alle statistiche europee). Chissà come prenderebbero quei compassati svedesi una simile campagna che unisce suicidi e buona tavola? Per certo, e con giustezza, direbbero che non è né il modo né la sede per affrontare tali gravi problemi; ma allora perché noi qui dovremmo invece plaudere incondizionatamente alla campagna di Ikea che unisce cassettiere e femminicidio.
Monica Marangoni (Ansa)
La giornalista Monica Marangoni affronta il tema della nudità in un saggio che tocca anche il caso delle piattaforme sessiste. «È il tempo del relativismo estetico che asseconda solo l’io e le sue voglie, persino con immagini artefatte».
Giornalista e conduttrice televisiva, laureata in Filosofia all’università Cattolica del Sacro cuore a Milano, Monica Marangoni ha condotto diversi programmi non solo in Rai. Nudo tra sacro e profano - Dall’età dell’innocenza all’epoca di Onlyfans (Cantagalli), con postfazione dello stesso editore David Cantagalli, è il suo primo saggio. Una riflessione particolarmente attuale dopo la scoperta, e la chiusura, di alcuni siti che, con l’Intelligenza artificiale, abbinano corpi nudi femminili a volti noti del mondo dell’informazione, dello sport e della politica.
Effetto Trump: dazi, tagli alla ricerca e revisione dei protocolli sanitari stanno frenando il comparto (-4%). A pesare, pure la scadenza dei brevetti. Cresce la fiducia, invece, nei processi tecnologici contro le malattie.
Il settore farmaceutico globale attraversa una fase di incertezza che si riflette sui listini. Da inizio anno il comparto mondiale segna un -4%, zavorrato anche dall’effetto cambio, mentre in Europa l’andamento complessivo resta vicino alla parità ma con forti turbolenze. Il paradosso è evidente: a fronte di una domanda sanitaria in crescita e di progressi clinici straordinari, gli investitori hanno preferito spostarsi su altri temi.
Donna, ingegnere aerospaziale dell'Esa e disabile. La tedesca Michaela Benthaus, 33 anni, prenderà parte ad una missione suborbitale sul razzo New Shepard di Blue Origin. Paraplegica dal 2018 in seguito ad un incidente in mountain bike, non ha rinunciato ai suoi obiettivi, nonostante le difficoltà della sua nuova condizione. Intervistata a Bruxelles, ha raccontato la sua esperienza con un discorso motivazionale: «Non abbandonate mai i vostri sogni, ma prendetevi il giusto tempo per realizzarli».
Luca Marinelli (Ansa)
L’antica arte partenopea del piagnisteo strategico ha in Italia interpreti di alto livello: frignano, inteneriscono e incassano.
Venghino, siori, venghino, qui si narrano le gesta di una sempiterna compagnia di ventura.
L’inossidabile categoria dei cultori del piagnisteo.
Che fa del vittimismo una posa.
Per una buona causa: la loro.





