2020-11-05
«La soluzione migliore sarebbe affidare le chiusure alle Regioni»
Francesco Acquaroli (Ansa)
Il neo presidente delle Marche Francesco Acquaroli: «Si è persa un'opportunità Polemica ipocrita sull'autonomia».Francesco Acquaroli, presidente neoeletto della Regione Marche, che cos'è successo in una giornata così caotica?«Dal governo io non ho ricevuto nessuna comunicazione ufficiale (ieri, ndr). Quello che so, l'ho appreso da notizie di stampa. Tra un impegno e l'altro ho cercato di aggiornarmi».Vuol dire che il governo decide di rinviare l'applicazione di un provvedimento così importante senza dirvi nulla?«È ora di cena e di ufficiale non ho ancora niente. Ai nostri uffici non è arrivato nulla».Molti hanno accusato le Regioni di volere fare lo scaricabarile sullo Stato. «Penso che le istituzioni dovrebbero sempre collaborare in maniera proficua perché insieme dovrebbero fare l'interesse dei cittadini. Le Regioni hanno un ruolo fondamentale in un quadro dove il governo dovrebbe dare delle certezze».Ieri invece è stato il caos.«Le scelte si possono fare in base a un'organizzazione territoriale oppure centrale per tutto il Paese. Sono legittime entrambe. Nel primo caso, è evidente che dev'essere tutto delegato alla Regione, in modo tale che ogni realtà con i propri tecnici possa valutare e intervenire nella maniera più appropriata».È la strada che lei preferisce?«Di sicuro ogni Regione ha la conoscenza dei numeri, delle dinamiche dei territori, le possibilità di fare fronte concretamente all'emergenza. Sono convinto che sarebbe stata l'opportunità migliore».Invece è finita che il governo ha accentrato su di sé la gestione della crisi.«L'importante è che lo faccia garantendo certezze. Il rischio è di prendere provvedimenti troppo generali, e magari si lascia aperta una parte di territorio che andrebbe chiusa e viceversa. A me piace essere sempre responsabile e collaborativo, ma occorre certezza. Regole certe e ruoli certi. Viceversa c'è una confusione impressionante che non aiuta nessuno e che crea un caos di cui nessuno sente il bisogno».Non c'è anche una questione di soldi?«Ma è chiaro che c'è anche questo. Per esempio, non si può delegare alle Regioni la chiusura delle scuole senza assegnare anche le risorse per pagare i congedi ai genitori che devono restare a casa. È un tema importantissimo. Se ci viene chiesto di assumerci delle responsabilità grandi allora deve esserci garantita anche una copertura finanziaria adeguata. Non è che i bilanci delle Regioni possono prevedere spese aggiuntive, soprattutto in un momento in cui la sanità richiede risorse sempre maggiori».Che cosa risponde a chi rimprovera le Regioni perché chiedono l'autonomia e poi non se la vogliono prendere?«È una polemica assolutamente fuori luogo. La nostra posizione è sempre stata chiara: federalismo e presidenzialismo devono procedere di pari passo. L'autonomia non è un capriccio. È una richiesta per rendere più efficienti le risorse e ottimizzare i servizi in modo da realizzare economie sul territorio e generare risorse da reinvestire. Ripeto, è una polemica ipocrita».Andrea Crisanti ha detto che le Regioni potrebbero arrivare al punto di truccare i numeri del contagio.«E come potremmo riuscire a farlo?».Per esempio, dice lui, ritardando certi ricoveri per fare apparire una situazione diversa da quella reale.«Se una personalità così importante e autorevole come il professor Crisanti ha questa certezza, dovrebbe andare da un procuratore e presentare una denuncia. Se sono parole in libertà, si produce una delegittimazione di un sistema pubblico che, soprattutto in questo momento, è una cosa che non possiamo accettare. Però vorrei aggiungere una considerazione».Dica.«Oggi ognuno di noi, e in particolare chi ha ruoli pubblici e istituzionali, dovrebbe cercare di rendere più coese le istituzioni senza delegittimarle, per non provocare conseguenze peggiori. Poi succede che, anche quando si decidono chiusure anche legittime, la gente non ci crede più, perde fiducia. E la fiducia è un bene che va preservato. Delegittimare le istituzioni, se non è a ragion veduta, è una cosa preoccupante. Non va bene».Oggi che cosa succederà nelle Marche? Molti negozi hanno chiuso senza nemmeno sapere se avrebbero riaperto.«Ci diranno lo scenario nel quale siamo stati collocati e ci comporteremo di conseguenza. Continueremo a tutelare l'economia, il lavoro e anche le libertà individuali delle persone. Ma davanti a tutto tuteleremo sempre la salute e la sicurezza dei nostri cittadini, in particolare di quelli più deboli».