2020-07-30
La sinistra da delirio pensa di cavarsela processando Salvini
Maria Elena Boschi (Antonio Masiello/Getty Images)
Gherardo Colombo si fa la sua Ong, per Maria Elena Boschi gli italiani infettano gli africani. Intanto però nessuno gestisce il caos migratorio. La notizia più strabiliante è che, una volta tanto, Michela Murgia ha detto una cosa vera. Lunedì la scrittrice sarda ha partecipato, a Roma, a una manifestazione indetta per chiedere la cancellazione degli accordi con la Libia e la creazione di corridoi umanitari per far arrivare in Italia i migranti (anche se esistono già). Nonostante l'evento fosse sponsorizzato da celebrità quali Roberto Saviano e Valeria Parrella, è stato un fiasco: «Ho contato non più di 250 persone», scrive la Murgia sulla Stampa. «Ricordo che un anno e mezzo fa per gli stessi motivi scendemmo in piazza Montecitorio in 5.000, pioveva a dirotto e non avevamo nemmeno un'amplificazione decente». Perché, 12 mesi dopo, questa penuria di manifestanti? L'autrice spiega che «la risposta è sin troppo facile: è cambiato il governo. Non c'è più Matteo Salvini a fare il ministro dell'Interno, l'uomo nero dei porti chiusi a cui dare politicamente dell'assassino di disperati». Quando la stessa cosa la dicevamo noi mesi e mesi fa, ci accusavano di essere odiosi zerbini del capo leghista, ma poco importa. Quel che conta è che, finalmente, qualcuno a sinistra ha avuto il coraggio di ammetterlo: «Per molti», scrive la Murgia, «chiedere salvezza e dignità per i migranti e i profughi è stato un fatto di antagonismo politico, non di diritto umanitario. Sparito l'antagonista, è sparita anche l'indignazione». Analisi perfetta. Purtroppo dalla Murgia ci si può aspettare al massimo uno sprazzo di lucidità, di più sarebbe chiedere troppo. Infatti, dopo aver accusato di ipocrisia Nicola Zingaretti e aver sentenziato che il Pd è sostanzialmente come la Lega, la scrittrice spiega che i dem hanno un solo modo per riscattarsi: votare per mandare a processo Salvini. Bellissima idea: agire da ipocriti per non far la figura degli ipocriti. Il Senato, come noto, oggi è chiamato a decidere se mandare a giudizio il verde Matteo per sequestro di persona. Negli ultimi giorni da ministro dell'Interno, il leghista si oppose all'approdo in Italia della nave dell'Ong spagnola Open arms, che trasportava 164 stranieri: da lì l'accusa di essere un sequestratore. Si tratta di una follia, ovviamente: processare un ministro perché ha fatto il ministro è semplicemente assurdo. Ma per il Pd questa sembra essere l'unica via da percorrere per frenare lo psicodramma che infiamma la sinistra italica. Il punto è che i sedicenti «buoni» stanno attraversando una mostruosa crisi d'identità e non sanno più a che santo votarsi. Nel tentativo di prendere le distanze dai sovranisti cattivi, il governo ha smesso di applicare i decreti sicurezza, consentendo a chiunque di approdare sulle nostre coste. Il risultato è il caos totale: migliaia di persone che affollano i centri, stranieri in fuga, infetti rintracciati in ogni dove. Tutto questo, però, non basta ai puri di cuore di sinistra: costoro vorrebbero ancora più ingressi, e pretendono che i decreti salviniani siano al più presto cancellati. Saviano, Murgia e compari hanno a tal proposito organizzato la manifestazione flop di lunedì. Altri intellettuali Vip hanno fatto addirittura di meglio. L'ex magistrato Gherardo Colombo, ad esempio, è diventato presidente onorario di ResQ - People Saving People, neonata Ong della «società civile». L'organizzazione intende acquistare una nave «al 100% italiana» da spedire in mare a recuperare i profughi, un po' come fa Mediterranea, l'Ong di Luca Casarini. Del resto, al giorno d'oggi, se non ti fai la tua barchetta di soccorso non sei nessuno... Capite bene quanto tutto questo possa essere imbarazzante per il Pd: viene contestato, da una parte, dai numi tutelari della sinistra che dovrebbero sostenerlo; dall'altra viene attaccato dai cittadini, dai sindaci e dagli amministratori esasperati dalla totale insipienza con cui il governo sta affrontando la questione migratoria. Persino Italia Viva, dall'alto delle sue percentuali microscopiche, si permette di dare contro ai cugini dem. Lo ha fatto ieri, tramite il Corriere della Sera, Maria Elena Boschi. Dopo essersi lamentata degli attacchi dei «leoni da tastiera», la rappresentante di Italia viva ha fatto polemica con Marco Minniti. Motivo? L'ex ministro dell'Interno ha detto che i migranti portano il Covid in Italia, e che negarlo significa fare un favore ai sovranisti. La Boschi ci ha tenuto a manifestare la sua contrarietà: «Tecnicamente», ha detto, «il coronavirus è stato esportato dagli italiani in Africa con gli aerei e non da loro con i barconi. La narrazione di Minniti spesso segue il canovaccio di quella di Salvini: è accaduto anche nel 2017-2018». Capito la Boschi? Secondo lei gli italiani non sono soltanto poco accoglienti, sono anche responsabili dei focolai nel Continente nero... Beh, allora prenda la bella barchetta su cui è andata a festeggiare giorni fa con altri colleghi di partito e vada assieme a Gherardo Colombo e alla Murgia a caccia di disperati nel Mediterraneo. Che cosa aspetta?Il punto è che questi progressisti sono tutti chiacchiere e moralina. Non riescono nemmeno ad accordarsi sulla gestione dei migranti, e cercano di uscire dal ginepraio tramite il voto su Salvini, sperando di ricompattarsi grazie all'odio per il comune nemico. C'è solo un piccolo problema: la maggioranza può pure decidere di mandare a processo il capo della Lega, ma non è certo così che risolverà le grane migratorie in cui si trova impelagata. In un solo giorno sono sbarcati in Italia 561 migranti, portando a 13.094 il totale degli stranieri giunti qui nel corso del 2020. L'anno passato erano 3.654, quasi 10.000 di meno. Gli unici da processare sono i responsabili di questo disastro.