2018-12-27
La Siae di Nastasi distribuisce soldi alla Treccani del suo ex capo Bray
Per portare libri nelle carceri 250.000 euro: nel board tutti favorevoli eccetto la Cgil. Uno stanziamento da 250.000 euro da Siae a Treccani, per far entrare cento libri nelle carceri minorili italiane. È l'ultimo finanziamento che va a toccare le corde di un possibile conflitto di interessi, tra i due enti, la società statale che tutela il diritto d'autore e la nostra casa editrice nazionale. Si direbbe un investimento meritevole, perché permetterà ai giovani carcerati di poter usufruire di libri e audiolibri all'interno degli istituti penitenziari. Non a caso ha ricevuto il patrocinio della presidenza della Repubblica e ha ottenuto nella commissione per assegnare il progetto tutti voti favorevole, unica astenuta è stato il sindacato della Cgil. Del resto si tratta dei fondi della sezione Olaf, ovvero quelli che vengono accantonati grazie alle reprografie. Ogni dicembre si può fare domanda per ottenere il finanziamento di un progetto. Siae corrisponde agli autori ed editori i diritti incassati per la fotocopiatura dei volumi o fascicoli di periodici effettuata presso copisterie, biblioteche pubbliche ed universitarie, ecc. L'ente presieduto dal maestro Mogol, per legge, ha il «compito di incassare e ripartire agli autori ed editori i compensi, in base agli accordi stipulati ad hoc con le associazioni rappresentative delle parti interessate (autori, editori ed utilizzatori»). E la ripartizione «avviene entro il mese di dicembre dell'anno successivo in base ad un sistema di campionamento le cui operazioni di rilevazione e di elaborazione dati sono state affidate, dietro compenso, alle associazioni rappresentative degli autori ed editori». Ma una parte di questi soldi resta nelle casse Siae e viene stanziata per opere meritevoli, come appunto quella per le aiutare i ragazzi nelle carceri. Caso vuole che a dirigere le operazioni siano però sempre gli stessi, perché a condurre il progetto Centolibri è Massimo Bray, ex ministro dei Beni Culturali con Enrico Letta, attuale direttore generale di Treccani. E che in Siae ci sia a rispondergli il vicepresidente Salvatore Nastasi, già capo di gabinetto del ministero dei Beni Culturali durante il governo di Matteo Renzi. Nastasi, come già raccontato dalla Verità, è anche consigliere di amministrazione di Editalia, acquisita proprio quest'anno dall'Istituto Treccani, quello dell'Enciclopedia italiana. Nel board di Editalia, oltre all'ex direttore generale del Mibact, c'è anche lo stesso Bray. Il progetto «carceri», è degno di lode, solo che non si può non rilevare l'autoreferenzialità. Nulla di paragonabile rispetto a quanto su queste colonne è stato già segnalato, cioè le erogazioni che chiamano conflitto di interessi tra Siae e Mogol. La Società autori ed editori finanzia con 75.000 euro il dramma «La Capinera», opera del suo presidente, il quale deve anche certificare che il suo istituto, il Cet, versi i diritti all'ente. Da tempo e almeno fino allo scorso anno, la scuola riceve fondi e collaborazioni dalla Siae, con la promozione di decine di borse di studio. In ogni caso, il Cet è tenuto a versare alla Siae i relativi diritti d'autore. Ma chi sorveglia chi, dal momento che Mogol deve appunto controllare i patrocini e i finanziamenti per la sua stessa scuola di canto?Sarà forse per tutti questi punti che il Parlamento sta facendo ribollire una legge che vorrebbe riorganizzare l'ente una volta per tutte. Secondo la proposta dei 5 stelle, la Siae dovrebbe essere trasformata in organo pubblico di controllo e vigilanza.
Sehrii Kuznietsov (Getty Images)