2020-06-15
La sanatoria dei migranti è un flop. Ma la Lamorgese non vuol vederlo
Nell'intervista ad Avvenire il ministro evita di chiarire perché non chiuse le zone rosse attorno a Bergamo. E rivela che saranno regolarizzati al massimo 90.000 stranieri sui 600.000 previsti. Però dice: «Un successo».Sin dall'inizio del suo mandato, Luciana Lamorgese si è vantata di essere una che parla poco. E ciò di sicuro non è un male: di esibizionisti della parola al governo ce ne sono fin troppi. Il fatto, però, è che quando il ministro apre bocca spesso lo fa a sproposito. Ieri, per dire, ha rilasciato una lunga intervista ad Avvenire e ci saremmo aspettati che dicesse qualcosa sulla faccenda delle zone rosse, su cui nei giorni scorsi è stata sentita dai pm di Bergamo. Se non altro per fornire ai cittadini qualche delucidazione sul comportamento tenuto alla fine di febbraio. Come ha ricordato Maurizio Belpietro, il sindaco di Alzano Lombardo, Carlo Bertocchi, era pronto a chiudere il suo paese, e con lui altre sei primi cittadini di Comuni della Val Seriana. Eppure, per aver chiesto la linea dura, ricevettero un richiamo dal Viminale, tramite «una circolare della Prefettura che vietava ai sindaci di prendere misure». Ecco, sarebbe interessante che la Lamorgese ci spiegasse le ragioni di questo atteggiamento. Invece il ministro ha altri pensieri per la testa. In cima ai suoi interessi c'è la questione migratoria. Anche questo, in teoria, potrebbe essere un bene. Dopo tutto, la situazione nelle ultime settimane si è fatta difficile. Gli sbarchi sono aumentati a dismisura: all'11 giugno eravamo a 5.472 sbarchi contro i 2.144 registrati nello stesso periodo un anno fa. Il sistema dell'accoglienza è già enormemente sotto pressione. Lampedusa e la Sicilia sono allo stremo, e chissà dove verranno infilati gli altri stranieri che arrivano con i barchini (i cosiddetti sbarchi fantasma o autonomi) e quelli che ci consegneranno gentilmente le Ong che da poco hanno ripreso il largo. Su tutto ciò, però, la Lamorgese non ha nulla da dichiarare. Ad Avvenire non ha proferito verbo sulle Ong, né sulle rivolte nei centri di accoglienza (ad esempio quella scoppiata nel Trevigiano) né sugli sbarchi in aumento. Finora sappiamo soltanto che il governo intende smantellare l'unico argine agli arrivi incontrollati, ovvero i decreti sicurezza. La stessa Lamorgese, tempo fa, si era detta disponibile a cancellarli. Dario Franceschini è tornato di recente alla carica, incassando l'appoggio del premier Giuseppe Conte, secondo cui ora è il momento di «lavorare» al superamento delle norme salviniane. Tornando alla responsabile del Viminale, parlando con Avvenire si è limitata a lanciare un appello all'Europa sui ricollocamenti, spiegando che anche i Paesi riottosi come quelli di Visegrad devono fare la loro parte. Piccolo problema: nelle ultime settimane il fronte degli Stati contrari alla spartizione degli stranieri si è allargato. E, soprattutto, all'Italia poco interessa che si suddividano i profughi: a noi serve che siano ricollocati altrove i clandestini. A questo proposito, il ministro ha rivendicato i «passi avanti» compiuti con l'accordo di Malta, cioè una sorta di gentlemen agreement che finora non ha portato alcun risultato concreto. Basti ricordare, come ha fatto Gian Micalessin giorni fa, che i migranti ricollocati dopo quel meraviglioso patto sono stati appena 464 sui 12.000 previsti. Un vero successo. Pur silente sui problemi incombenti, la Lamorgese ha voluto dire la sua sulla famigerata sanatoria dei clandestini. A sentire lei, non si tratta affatto di un flop, ma di una misura «assolutamente positiva». Finora, sostiene, sono state processate ben 22.000 domande di regolarizzazione. Beh, rispetto alle 9.500 di una settimana fa sicuramente è un bell'aumento. Di nuovo, però, qualcosa non torna. Inizialmente, il governo parlava di sanare 600.000 persone. Poi la platea è stata ridotta a 220.000. In ogni caso ne mancano ancora un bel po' prima di completare l'opera, no? Il ministro dichiara che ogni giorno vengono presentate 2.000 richieste. Facendo due conti a spanne, di questo passo al 15 luglio saranno state presentate in tutto circa 90.000 domande di regolarizzazione. Se questo non è un flop...Soprattutto, la Lamorgese ribadisce che a volersi sanare non sono i lavoratori agricoli, ma soprattutto colf e badanti. In pratica, ci hanno venduto il condono dei clandestini come una questione di vita o di morte per l'agricoltura, e adesso ci vengono a spiegare candidamente di aver mentito. Viene il sospetto che a doversi sanare non siano gli stranieri, ma gli esponenti del governo.