2020-06-02
La rivolta Usa nelle città dei dem pretesto per saccheggi e vandalismi
Stephen Maturen, Getty Images
La morte di George Floyd poco c'entra con le devastazioni degli Antifa sostenuti da associazioni legate a George Soros. La figlia del sindaco di New York protesta contro il padre: arrestata. The Donald rispolvera «Law and order».Non si placano i disordini, scoppiati in seguito alla morte di George Floyd: l'afroamericano rimasto ucciso a Minneapolis durante un controllo di polizia. Nelle ultime ore, scontri si sono verificati in svariate città americane: soprattutto Filadelfia, New York e Washington, dove hanno avuto luogo incendi e atti vandalici. Due persone sono nel frattempo morte a Davenport (in Iowa) e un'altra vittima si è registrata a Louisville (in Kentucky) nel corso di uno scontro con le forze dell'ordine. Nella capitale si sono consumati tafferugli e atti di vandalismo nei pressi della Casa Bianca: in totale risulterebbero circa 50 gli agenti del Secret service rimasti feriti, mentre Donald Trump sarebbe stato temporaneamente trasferito nel bunker sotterraneo della dimora presidenziale per ragioni di sicurezza. In questo clima, sono frattanto saliti a 26 gli Stati che hanno messo in attività la guardia nazionale, mentre oltre 40 città hanno imposto il coprifuoco. Anche personale dell'Fbi è stato coinvolto nella gestione delle proteste. Un'autocisterna si è inoltre diretta su alcuni manifestanti di Minneapolis: non si sono registrati feriti, ma è stata comunque aperta un'inchiesta per capire le motivazioni di quanto accaduto. Il governatore del Minnesota ha annunciato ieri che i funerali di Floyd si terranno giovedì.Al momento, si contano migliaia gli arresti in tutto il Paese. Tra questi, spicca quello della figlia del sindaco di New York Bill de Blasio, Chiara, nel corso di una manifestazione non autorizzata a Manhattan. Un fatto un po' bizzarro: se la figlia del democratico de Blasio stava infatti protestando contro la violenza della polizia ai danni dei neri, dovrebbe forse ricordare che i vertici delle forze dell'ordine nelle città vengono nominati dai sindaci. E non solo de Blasio è primo cittadino della Grande Mela dal 2014, ma la stessa città di Minneapolis ha una serie ininterrotta di sindaci democratici dal 1978. Se ne dovrebbe quindi dedurre che Chiara de Blasio stesse manifestando contro suo padre e il partito di cui è esponente. E pensare che il sindaco ieri ha difeso la figlia, dicendo: «Lei vuole vedere un mondo migliore».Trump, dal canto suo, ha esortato ieri i governatori a usare il pugno duro, rispolverando inoltre su Twitter lo slogan nixoniano «Law and order». Il presidente è sempre più convinto che, dietro agli atti di guerriglia, si celino gruppi di facinorosi con obiettivi di destabilizzazione sul piano politico. Effettivamente le tante scene di saccheggio e vandalismo che si sono verificate in questi giorni non si capisce che cosa c'entrino con le proteste per la morte di Floyd: saccheggi avvenuti, nelle scorse ore, in città come Santa Monica, Long Beach e la stessa New York (dove sono stati presi di mira negozi di Chanel e Dior). È anche alla luce di questa situazione che, due giorni fa, Trump ha riproposto la sua idea di designare gli Antifa come «organizzazione terroristica».Un obiettivo non facile da conseguire. Questo gruppo di estrema sinistra si presenta infatti (almeno formalmente) come destrutturato e senza leader ufficiali, organizzando i propri atti di guerriglia e protesta attraverso il web. E il suo impegno è notevolmente aumentato dopo la vittoria elettorale di Trump. Un elemento ben strano, visto che episodi come quello di Floyd non risultavano certo sconosciuti ai tempi della presidenza Obama: ricordiamo soltanto i casi di Eric Gardner (nel 2014), Freddie Gray (nel 2015) e Alton Sterling (nel 2016). Perché quindi attivarsi realmente solo dopo l'ascesa di Trump? Sarà un caso, ma tra i principali difensori degli Antifa rispetto al provvedimento presidenziale spicca l'American civil liberties union: associazione che intrattiene storici legami con il miliardario George Soros (arcinemico del presidente americano e storico finanziatore dei democratici).In tutto questo, Trump sta cercando di seguire una strategia elettorale non dissimile da quella che portò Richard Nixon alla Casa Bianca nel 1968 e nel 1972: proporsi come baluardo dell'ordine contro l'estremismo politico. Non a caso, Trump ha attaccato su Twitter il (probabile) candidato democratico, Joe Biden, accusandolo di essere troppo spostato a sinistra. E non è vero quello che ha scritto ieri sull'Huffington Post lo storico Massimo Teodori, secondo cui «Trump punta a esagerare la figura del rivoltoso nero per stringere intorno a sé una parte quanto più possibile larga degli americani». Non solo perché Trump ha condannato l'uccisione di Floyd, dando ordine a Fbi e Dipartimento di Giustizia di far luce sulla vicenda. Ma anche perché il ragionamento di Teodori non tiene conto del calcolo elettorale: a novembre, Trump non può vincere facendo esclusivamente appello ai bianchi. E sono mesi che sta per questo cercando di incrementare il sostegno delle minoranze etniche (dagli ispanici agli stessi afroamericani).