
L'articolo 47 della Carta tutela proprio quel risparmio che il trattato mette a repentaglio.L'attuale testo e, soprattutto, gli allegati (modificabili) del Meccanismo europeo di stabilità, che espande in senso rigorista il salva Stati del 2012, sono compatibili con l'articolo 47 della Costituzione, che tutela il risparmio in tutte le sue forme? L'inquietudine di Banca d'Italia e di molti analisti tecnici impone una risposta. La anticipo: il Mes è certamente in violazione sostanziale dell'articolo 47. Anticipo anche la soluzione negoziale per condizionare a cambiamenti l'approvazione del trattato, prevenendo accuse di eurodivergenza parassitaria: fare riferimento alla Costituzione perché vincolo nazionale più forte di quello europeo. C'è una trappola. Se, per motivi politici discrezionali, il governo rinviasse l'adesione o il parlamento non la ratificasse, il mercato sconterebbe un rischio maggiore di insolvenza del debito italiano, con esiti devastanti. Se, invece, l'Italia approvasse l'attuale testo si esporrebbe al rischio di dover coprire con il patrimonio dei privati il buco della finanza pubblica. Per uscire dalla trappola, l'unica via è evitare i guai annunciando un progetto credibile di impiego del patrimonio pubblico disponibile per ridurre il debito di almeno 500 miliardi, allo scopo di portarlo verso un più sostenibile 100% del Pil. Ma questo governo, come tutti gli altri in precedenza, non è in grado di farlo per paura di dissensi, forse per gap tecnico. Io stesso ho dettagliato un progetto per accorpare il patrimonio pubblico composto da immobili, concessioni e partecipazioni, nazionali e locali, e di conferirlo a un Fondo italiano di bilanciamento (Fib) che poi gestisca l'operazione. Mi scuso per l'autocitazione, ma serve a citare la reazione alla presentazione di questo piano da parte di parecchi: se la politica perdesse le aziende pubbliche nazionali e locali e la gestione di immobili da affittare, quale potere le resterebbe? Eleggiamo persone incapaci di capire (o indifferenti a) quale sia il peso che affossa l'Italia, e che la trappola è causata dalla mancanza del progetto di de-debitazione sovrana. Nel momento in cui c'è un processo di maggiore condivisione dei rischi nell'Ue - precursore necessario per la vitale unione bancaria - le altre nazioni pretendono che il prestatore di ultima istanza dell'Italia siano i patrimoni dei suoi risparmiatori, creando un conflitto di interesse tra euroconvergenza e tutela degli italiani. Pertanto o il governo si ravvede o deve trovare uno scudo costituzionale per utilizzarlo nel negoziato intergovernativo. L'esame costituzionale dovrebbe estendersi all'articolo 11, che consente «in condizioni di parità con gli altri Stati, limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni». La Corte costituzionale tedesca ha stabilito che il parlamento nazionale ha l'ultima parola su questioni europee che implichino spesa. Il parlamento italiano non ha questa facoltà. Pertanto non viene rispettata la condizione di parità con altri Stati, rendendo illegittima la cessione di sovranità al Mes. In sintesi, in caso d'emergenza dovrebbe essere il parlamento italiano ad avere l'ultima parola su come uscirne, e non un meccanismo europeo, tra l'altro non comunitario ma intergovernativo. Tutto ciò sarebbe inutile se la Bce avesse la funzione di «prestatore di ultima istanza»: i debiti nella stessa moneta avrebbero il medesimo livello di rischio, e non diversificato. L'articolo 47 è rispettato dalla cessione di sovranità monetaria senza una garanzia di ultima istanza? No. È poi rispettato dall'aver mantenuto la sovranità sul debito, ma cedendola sui mezzi per ripagarlo (moneta, bilancio e cambio): sembra una barzelletta. Come lo è l'idea di un Mes che, in caso di crisi, presta soldi a nazioni che non ne hanno bisogno o che possono trovarli sul mercato, mentre lo vieta a quelle in necessità, costringendole a prelevare risparmio privato. Ora cerchiamo di uscire dalla trappola del Mes evitando di litigare e avere danni usando lo scudo costituzionale. Ma appena possibile, cioè con un nuovo governo, dovremo mettere in priorità un progetto sovrano «tagliadebito» per conquistare il diritto di poter spingere una revisione dell'architettura complessiva dell'eurozona per renderla consistente. Pochi hanno commentato che il Mes, così come, è distrugge l'euro, violazione prospettica dell'articolo 47. www.carlopelanda.com
Sigfrido Ranucci (Imagoeconomica)
- La trasmissione lancia nuove accuse: «Agostino Ghiglia avvisò Giorgia Meloni della bocciatura del dl Riaperture». Ma l’attuale premier non ebbe alcun vantaggio. Giovanni Donzelli: «Il cronista spiava l’allora leader dell’opposizione?». La replica: «Sms diffusi dal capo dell’autorità».
- Federica Corsini: «Contro di me il programma ha compiuto un atto di violenza che non riconosce. Per difendersi usa la Rai».
Lo speciale contiene due articoli
La Philarmonie (Getty). Nel riquadro, l'assalto dei pro Pal
A Parigi i pro Pal interrompono con i fumogeni il concerto alla Philarmonie e creano il caos. Boicottato un cantante pop per lo stesso motivo. E l’estrema sinistra applaude.
In Francia l’avanzata dell’antisemitismo non si ferma. Giovedì sera un concerto di musica classica è stato interrotto da militanti pro Pal e, quasi nello stesso momento, un altro concerto, quello di un celebre cantante di origine ebraica, è stato minacciato di boicottaggio. In entrambi i casi, il partito di estrema sinistra La France Insoumise (Lfi) ha svolto un ruolo non indifferente.
Guido Crosetto (Cristian Castelnuovo)
Il ministro della Difesa interviene all’evento organizzato dalla «Verità» dedicato al tema della sicurezza con i vertici del comparto. Roberto Cingolani (Leonardo) e Nunzia Ciardi (Acn): bisogna prevenire le minacce con l’Ia.
Mai, come nel periodo storico nel quale stiamo vivendo, il mondo è stato più insicuro. Attualmente ci sono 61 conflitti armati attivi, il numero più alto dalla Seconda guerra mondiale, che coinvolgono oltre 92 Paesi. Ieri, a Roma, La Verità ha organizzato un evento dal titolo «Sicurezza, Difesa, Infrastrutture intelligenti», che ha analizzato punto per punto i temi caldi della questione con esponenti di spicco quali il ministro della Difesa Guido Crosetto intervistato dal direttore della Verità, Maurizio Belpietro.
Donald trump e Viktor Orbán (Ansa)
Il premier ungherese è stato ricevuto a pranzo dall’inquilino della Casa Bianca. In agenda anche petrolio russo e guerra in Ucraina. Mosca contro l’Ue sui visti.
Ieri Viktor Orbán è stato ricevuto alla Casa Bianca da Donald Trump, che ha definito il premier ungherese «un grande leader». Di più: tessendo le sue lodi, il tycoon ci ha tenuto a sottolineare che «sull’immigrazione l’Europa ha fatto errori enormi, mentre Orbán non li ha fatti». Durante la visita, in particolare, è stato firmato un nuovo accordo di cooperazione nucleare tra Stati Uniti e Ungheria, destinato a rafforzare i legami energetici e tecnologici fra i due Paesi. In proposito, il ministro degli Esteri magiaro, Péter Szijjártó, ha sottolineato che la partnership con Washington non preclude il diritto di Budapest a mantenere rapporti con Mosca sul piano energetico. «Considerata la nostra realtà geografica, mantenere la possibilità di acquistare energia dalla Russia senza sanzioni o restrizioni legali è essenziale per la sicurezza energetica dell’Ungheria», ha dichiarato il ministro.






