2020-09-10
«La riforma degli Npl è una bomba atomica»
L'ad di Mediobanca stronca le nuove regole della Bce, che impongono la svalutazione progressiva dei crediti deteriorati fino al 100%: «Vanno evitati gli automatismi. Sarà un disastro per i bilanci. Rischiamo di dover ricapitalizzare le banche entro due o tre anni».«Una bomba atomica». L'amministratore delegato di Mediobanca, Alberto Nagel, ieri ha usato queste parole davanti alla commissione parlamentare di inchiesta sulle banche per definire le nuove norme della Bce che impongono la progressiva svalutazione dei crediti deteriorati fino al 100%. Una «norma sbagliata» che andrebbe rivista perché trattare un credito fragile come se fosse già morto pesa come il piombo nei bilanci delle banche abbattendo il capitale, ha detto Nagel sottolineando che applicata meccanicamente sarebbe appunto «come una bomba atomica» e provocherebbe «un disastro» non solo per gli istituti italiani. «Non va bene nella misura in cui tratta un Utp, un credito Unlikely to pay (difficile da rimbrosare, ndr), come se fosse già una sofferenza». «Tratti un credito semivivo come un credito morto. Vanno separate le categorie ed evitato l'automatismo». Di conseguenza, con la classificazione degli Utp come sofferenze, ha proseguito Nagel, «prevedo che soprattutto per le realtà più deboli si riverberà nei conti bancari in maniera molto importante. Il rischio è che dovremo ricapitalizzare le banche tra due o tre anni». Dopo il Covid, ha proseguito, l'Italia «si trova in una situazione svantaggiata rispetto alle crisi precedenti: le procedure esecutive sono le peggiori in Europa ed entriamo in questa crisi con norme più restrittive su sofferenze e Utp».Le parole dell'ad non sono casuali. Oggi è infatti atteso il meeting della Banca centrale europea dal quale il mercato si attende un aggiornamento sul sistema finanziario dell'Eurozona dopo la prima fase pesante della pandemia. E all'orizzonte resta il risiko bancario riacceso dall'operazione Intesa-Ubi (di cui Mediobanca è stata, per altro, advisor) e invocato a più riprese dagli stessi vertici di Francoforte. Che però rischia di essere rallentato dalla mina dei cosiddetti Npl in pancia alle possibili prede. Il messaggio di Nagel è rivolto soprattutto ad Andrea Enria, presidente del consiglio di vigilanza della Bce, con cui - ha detto ieri - «ci sono le basi per poter dialogare su una riforma del cosiddetto calendar provisioning». Aggiungendo che la Bcem da quando ha Enria nel meccanismo di supervisione, «è molto diversa, ha fatto esperienza della precedente fase, ha un dialogo con le banche, con il mercato e gli investitori molto più attivo e produttivo». L'ad di Piazzetta Cuccia ieri è stato ascoltato in commissione sul tema della liquidità alle imprese. Su questo punto il banchiere ha chiesto di andare avanti, «però non bisogna perdere di vista il fatto che siamo entrati in una recessione con effetti durevoli sulle aziende e sulle banche e, quindi, bisogna pensare a misure più strutturali». Il manager ha quindi parlato del tema delle moratorie, che per il gruppo sono state «un fenomeno importante e hanno riguardato i clienti Compass, CheBanca e Selma. Compass ha 2 milioni di clienti e 13 miliardi di impieghi e abbiamo avuto 1,3 miliardi di richieste di moratorie per il credito al consumo». Le richieste in tal senso sono state crescenti tra aprile e maggio, ancora in fase di lockdown e di chiusura della maggior parte delle attività produttive. «Siamo stati spaventati dall'andamento del credito», ha detto Nagel, «di colpo si sono bloccati i rimborsi, arrivavano a scadenza le rate e in maniera importante non venivano pagate: su 1,3 miliardi abbiamo avuto botte da 300, 400 milioni, poi sono andate scendendo da giugno in poi», ha precisato il banchiere. Del miliardo e 300 milioni di moratorie calcolate a fine agosto, il 90% si è estinto con oltre l'85% di ritorno in bonis. Dunque «molti dei nostri clienti avevano un ottimo merito creditizio al punto che le moratorie del consumo si sono estinte. Oggi abbiamo un andamento del rischio che è leggermente superiore alla situazione pre-Covid», comunque «un andamento particolarmente buono rispetto alla situazione», ha proseguito sottolineando quindi i «comportamenti virtuosi» delle famiglie sui rimborsi. L'andamento fa dire che oggi c'è un 10% di non pagato, una metà viene riscadenzata e l'altra metà viene classificata come sofferenze o comunque come attività deteriorata. «Quindi, tutto sommato, sulla parte famiglie è molto meglio delle aspettative», ha detto. Per quanto riguarda invece le altre moratorie, ci sono stati 1,3 miliardi suddivisi tra la parte mutui ipotecari di CheBanca e la parte leasing ma le moratorie sui mutui ipotecari sono più lunghe e quindi in questo segmento è presto per dare indicazioni definitive. Sullo sfondo, sempre ieri sono stati diffusi da Bankitalia gli ultimi dati sulle sofferenze bancarie che a luglio risultano diminuite del 15,2% sui 12 mesi. A giugno la riduzione era stata del 12,3%. Sempre a luglio i tassi di interesse sui prestiti erogati nel mese alle famiglie per l'acquisto di abitazioni si sono collocati all'1,59%, in calo rispetto all'1,61% di giugno.
Getty Images
Le manifestazioni guidate dalla Generazione Z contro corruzione e nepotismo hanno provocato almeno 23 morti e centinaia di feriti. In fiamme edifici istituzionali, ministri dimissionari e coprifuoco imposto dall’esercito mentre la crisi politica si aggrava.
La Procura di Torino indaga su un presunto sistema di frode fiscale basato su appalti fittizi e somministrazione irregolare di manodopera. Nove persone e dieci società coinvolte, beni sequestrati e amministrazione giudiziaria di una società con 500 dipendenti.